Festa di Yalda: dall’Iran a Roma la notte più lunga dell’anno

Il solstizio d'inverno viene celebrato in Iran con la festa di Shab-e Yalda
Il solstizio d’inverno viene celebrato in Iran con la festa di Shab-e Yalda
Il prossimo 21 dicembre sarà la notte più lunga dell’anno, il solstizio d’inverno. Che in Iran viene celebrato con la festa diShab-e Yalda. E anche a Roma fervono i preparativi: frutti rossi, poesie di Hafez e il calore delle persone amate sono gli ingredienti fondamentali di questa festa romantica che simboleggia la vittoria della luce sull’oscurità.
“La festa di Yalda deriva dal Mitraismo e celebra la nascita di Mitra, dio del sole” spiega Parisa Nazari, giurata Piuculture del MedFilm festival 2013. Il culto di Mitra era diffuso anche nell’impero romano, dove veniva celebrato con il Sol Invictus ediverse sono le assonanze tra Shab-e Yalda e il Natale cristiano. Secondo alcune tesi la stessa nascita di Gesù sarebbe da collegare alle celebrazioni pagane della divinità del sole.
“Nell’antichità l’inverno era considerato simbolo di avversità: trascorrere insieme la notte più buia dell’anno era un modo peraffrontare uniti le difficoltà della vita, aspettando che l’aurora sconfiggesse le tenebre”. Il rosso, colore simbolo della festa: “È legato al fuoco, presente durante la notte di Yalda fin dai tempi degli zoroastriani perché simbolo di salute e forza”. “In Iran tutta la famiglia si raccoglieva intorno ad una stufa di legno sulla quale era stesa una coperta enorme e passava la notte raccontando storie e leggendo poesie” spiega Saghar Setareh, giovane graphic designer trasferitasi a Roma da Teheran nel 2007.
Le famiglie trascorrono insieme la notte più lunga dell'anno, raccontando storie e leggendo poesie
Le famiglie trascorrono insieme la notte più lunga dell’anno, raccontando storie e leggendo poesie di Hafez
Molti degli antichi rituali sopravvivono ancora oggi: “Non possono mancare il melograno e l’anguria, simboli di abbondanza e la frutta secca che rappresenta energia e gioia”. Alcune usanze hanno subìto negli anni un’evoluzione: “In passato le famiglie delle coppie fidanzate si riunivano donando ai futuri sposi abiti caldi per l’inverno. Nelle piccole città talvolta accade ancora ma si tratta di feste sontuose all’interno di sale dove troneggiano imponenti statue di anguria e pendenti di melograno”.
E ovunque si trascorra la notte di Yalda risuoneranno i versi di Hafez, considerati un buon auspicio per la stagione fredda: “È un poeta molto romantico e pieno di speranza per il futuro, spesso quando una persona è in difficoltà apre un suo libro perché sa che troverà una frase di conforto”.
A Roma diversi locali organizzeranno eventi per celebrare la notte di Yalda: ha già registrato il tutto esaurito la serata organizzata al Caffè Letterario dai musicisti iraniani Reza, Hamid e Navid Mohsenipour, ma è previsto il bis il 21 alla Taberna Persiana, il ristorante che hanno inaugurato due anni fa al quartiere Ostiense. Ci saranno le poesie di Hafez e il vino rosso tanto presente nei suoi versi e si potranno gustare i cibi tipici della tradizione culinaria persiana, come l’ash reste – zuppa di legumi e verdure miste accompagnata da un particolare formaggio di pecora – il piatto speciale di Yalda a base di pollo e melograno e il baghali polò con mahice – carne di pecora con riso, fave e verdure.
Il 20 dicembre l’appuntamento è al Caffé Freud, in zona Colle Oppio, con Payam Shahidsales e Mahyar Samavish: un viaggio nella notte più lunga dell’anno tra storia, cultura, musica, danza e, naturalmente, cibo persiano.
Un banchetto che il cuore rallegra,quale reggia dell’alto dei cieli,
tutt’intorno un roseto ,a eguagliare i superni giardini di pace.
Cortigiani che siedono a schiere, famiglie dai modi gentili,
confidenti custodi d’arcani, benevoli amici a brindare.
Vino lieve colore di rosa ,amabile vivo e corposo:
son confetti le labbra d’amico, e sol di rubini e’ discorso!
Uno sguardo che porge, che sguaina in assalto a ragione la spada, e un ricciolo amato che appresta il suo laccio a far preda di cuori.
A chiunque non voglia tal gioia,interdetta gaiezza di cuore,
a colui che non cerca il simposio, interdetta l’inutile vita!
Hafez-e-Shirazi, Il Canzoniere (Divan)
Sandra Fratticci
(19 dicembre 2013)

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