Il vilipendio dei simboli religiosi non è libertà di espressione

 Recentemente abbiamo assistito a fenomeni ingiustificati di violenza contro i simboli religiosi, in particolare ci riferiamo ai fatti accaduti in Svezia dove alcuni individui hanno dato alle fiamme il Sacro Corano, libro rivelato da Dio al quale aderiscono oltre un miliardo di musulmani nel mondo.

Alcuni hanno voluto far passare tale fenomeno come espressione di libertà e democrazia, dimenticandosi del fatto che tale misfatto lede i sentimenti religiosi di tantissime persone. 

Bruciare un libro sacro, un simbolo religioso, non è mai sinonimo di libertà di espressione, ma è solo un gesto barbaro e incivile. 

Non si può difendere un fatto che è un insulto al sentimento e alla fede degli altri; nessuna scusa può giustificare un tale gesto offensivo. Non è un caso quindi che in molti paesi i musulmani abbiano protestato con forza contro tale vilipendio, aggravato dal fatto che il governo svedese non ha fatto nulla per impedire tutto ciò. 

Invitiamo quindi le persone di buona volontà - a prescindere dal loro credo - a protestare pacificamente contro il governo svedese, ad esempio boicottando i marchi e i prodotti provenienti dal quel paese scandinavo. 

Nessuna Bibbia o nessun Corano deve essere vilipeso, la libertà di espressione e la libertà di religione devono essere preservati senza contrastare con i sentimenti altrui. 

 

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