Israele non ha ancora eseguito la contromossa contro gli iraniani. Infatti è dal 2 ottobre che tutti attendono la risposta di Tel Aviv all'attacco del giorno prima dei Pasdaran che con 200 missili avevano bombardato la Palestina occupata.
Gli Usa hanno inviato rinforzi (contraerea Thad) a sostegno di Iron Dome e Arrow, visto che questi ultimi non sono riusciti nel tentativo di difendere il proprio territorio dai missili di Tehran.
Infatti uno degli scenari è quello di un ampio attacco sionista coordinato e sostenuto nei minimi dettaglia da Washington (come ha sostenuto a chiare lettere il Segretaro di stato a stelle e strisce). In tal caso anche la reazione iraniana potrebbe essere superiore agli attacchi del primo ottobre. Per cui il regime sionista ha bisogno dell'aiuto americano ancora in modo maggiore rispetto al passato. Così si spiega l'arrivo del sistema anti missile Thad insieme a 100 tecnici americani sul suolo israeliano.
Ma oltre la questione iraniana, Israele sta studiando anche il dossier siriano. Infatti come abbiamo detto in un post recente i sionisti hanno intrapreso una escalation in Siria, con continui attacchi aerei.
Due sono gli obiettivi israeliani: 1. Danneggiate i rifornimenti a Hezbollah. 2. Indebolire il governo siriano con l'intento di promuovere una nuova avanzata dei ribelli anti Assad.
Intanto a Gaza procede la pulizia etnica e Israele ha come obiettivo quello di ammettere il nord di Gaza al regime sionista costringendo gli abitanti della zona a emigrare verso sud.
Sul fronte libanese nonostante i bombardamenti a tappeto l'offensiva terrestre con l'obiettivo di cacciare Hezbollah oltre la linea settentrionale del fiume Litani non sta dando particolari risultati.
È probabile che Israele voglia alzare ulteriormente la posta in gioco. Molto dipenderà dal tipo di attacco contro la Repubblica Islamica dell'Iran. Ma anche il fronte siriano rischia un nuovo conflitto.
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