Nella notte di ieri gli israeliani hanno risposto all'attacco iraniano del primo ottobre e ora Tehran dovrà decidere se eseguire una rappresaglia a tempo debito oppure non rispondere e promuovere una de-escalation.
È vero che l'attacco israeliano non è stato particolarmente deciso - facendo capire a tutti di non essere in grado di affrontare un ampio conflitto con L'Iran.
Ma in ogni caso vi è stata una palese violazione dello spazio aereo e delle sovranità territoriale iraniana. Cosa che in questi termini non avveniva dai tempi della guerra Iran-Iraq degli anni ottanta.
L'Iran non rispondendo rischierebbe di diventare progressivamente una nuova Siria, ovvero un paese nel quale gli israeliani eseguono bombardamenti con la matematica certezza di non subire rappresaglie da parte delle forze armate siriane.
La storia del Medio Oriente insegna che gli israeliani si fermano solo se vengono affrontati in modo perentorio. Se si indietreggia di fronte a questo cane selvaggio il rischio è quello di essere azzannati a più riprese.
O bisogna arrendersi, o bisogna combattere. Non ci sono terze vie.
Presumo per cui che ci sarà- magari non a breve - una rappresaglia. Se non altro per far capire a Israele e Stati uniti che attaccare L'Iran sul proprio territorio ha delle conseguenze politiche e militari. In caso contrario Israele potrebbe ripetere l'attacco di ieri notte su scala più ampia.
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