La situazione degli sciiti siriani

 Gli sciiti duodecimani in Siria (comunità diversa dagli alawiti; questi ultimi sono la principale minoranza religiosa del paese e vivono principalmente sulla costa del Mediterraneo. Assad appartiene a questa comunità) sono poche centinaia di migliaia. Essi sono affini dal punto di vista religioso agli sciiti duodecimani presenti in Iran, Iraq, Libano ecc. 

In quanto affini agli iraniani e ai libanesi (ovvero Hezbollah) sono, a ragione o a torto, visti negativamente dalla nuova dirigenza siriana. E questo ovviamente per via della vicinanza di Hezbollah e Iran al governo di Assad.

La comunità sciita in Siria però non è omogenea. Essi vivono principalmente tra Aleppo, Damasco e Homs. 

Nella zona di Aleppo si sono divisi al proprio interno tra oppositori di Al Jolani e sostenitori del nuovo regime. Quest'ultima fazione di sciiti della periferia di Aleppo vorrebbero praticare una sorta di dissimulazione, pratica usata nei secoli passati dagli sciiti dominati da governanti sunniti ostili. Secondo questi sciiti per via del rischio di uno sterminio della loro componente per mano di estremisti sunniti legati al nuovo governo o comunque per mano di gruppi volenterosi di vendetta rispetto a ogni cosa che possa avere a che fare con Hezbollah, sciismo, Iran, ecc.... la migliore cosa da fare è fare finta di essere sostenitori di Al Jolani sperando che la tempesta passi e arrivino tempi migliori. In pratica questa sarebbe una strategia che servirebbe a preservare la comunità sciita nella zona di Aleppo e nel nord della Siria, regione in cui gli sciiti sono isolati e schiacciati geograficamente tra il regime di Al Qaeda e la Turchia di Erdogan. In quest'area se iniziasse un massacro di sciiti questi ultimi non avrebbero vie di fuga e sarebbero di fatto circondati da gruppi ostili. Cosa avvenuta di fatto per diverse volte tra il 2011 e la caduta di Assad dove gruppi antigovernativi vicini ad Al Qaeda hanno in più di una occasione attaccato i villaggi sciiti a nord di Aleppo costringendo la popolazione locale a una eroica resistenza. In una situazione del genere e in un habitat così ostile ed essendo caduto il governo per certi aspetti tutore degli sciiti, la dissimulazione sarebbe la via meno problematica. Sperando ovviamente che ciò sia sufficiente per dissuadere i nuovi vincitori dal mettere in atto cruente rappresaglie.


A Damasco vi è la comunità sciita siriana più importante. Alcuni quartieri della capitale sono quasi completamente sciiti. Qui troviamo i centri religiosi più importanti dello sciismo Mediterraneo. La comunità sciita di Damasco al contrario di quella di Aleppo non è divisa. Essi hanno intrapreso una politica di dialogo con le nuove autorità anche se non sono mancati episodi di tensione. Al momento i centri religiosi sciiti di Damasco non godono della libertà che avevano durante il governo di Assad e i pellegrinaggi sono limitati. Questo ha fatto incrinare i rapporti tra le parti che in un primo momento avevano cercato un approccio diplomatico. Anche qui come ad Aleppo gli sciiti sono preoccupati per il loro futuro, nel contesto di un nuovo regime che vede nello sciismo una sorta di longa manus della Repubblica Islamica dell'Iran, ovvero secondo Al Jolani il nemico numero uno della nuova Siria. 

Ma la situazione a oggi più drammatica per gli sciiti è quella di Homs. Qui ci sono molti villaggi sciiti e nelle scorse settimane ci sono stati episodi di violenza che hanno costretto decine di migliaia di sciiti ad abbandonare Homs con destinazione la vicina Valle della Bekaa in Libano. I motivi di questa sorta di pulizia etnica messa in atto da gruppi estremisti con il silenzio assenso di Al Jolani sono molteplici. Da un lato possiamo fare lo stesso discorso di Aleppo e Damasco. Gli sciiti sono visti come elementi del vecchio regime e come tali una minaccia. Ma oltre a ciò la vicinanza geografica di Homs con il Libano preoccupa il regime di Al Qaeda. Al Jolani vuole costringere gli sciiti di Homs ad abbandonare la Siria. In questo modo egli potrebbe creare una zona cuscinetto tra la Siria e il Libano evitando così incursioni di Hezbollah in Siria e distruggendo l'ultimo ponte geografico terrestre rimasto per l'asse della resistenza tra i due paesi arabi. Attualmente ci sarebbero circa 70 mila sciiti siriani rifugiati in Libano dalla caduta di Assad. Le ostilità verso gli sciiti di Homs aumentano ogni giorno e al momento la deportazione forzata di questi malcapitati sembra non avere fine. 

Se sotto il governo di Assad padre e figlio gli sciiti siriani hanno vissuto anni di tranquillità, oggi il nuovo regime fondamentalista di Damasco sembra intenzionato a limitare i fedeli di questa confessione, con le buone o se necessario con le cattive. 

(Questo resoconto si basa sulle interviste rilasciate al canale internet in lingua persiana "Screenshot" da parte di alcuni analisti iraniani) 

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