L'islam e l'intelletto


Uno degli aspetti peculiari della dottrina islamica e dell’islam sciita in particolare è l’attenzione per la ragione e l’intelletto umano, soprattutto per l’interpretazione delle fonti dell’islam (Corano e Sunna). Di seguito riportiamo una parte del paragrafo intitolato “L’intelletto”, tratto da Mohammad Ali Shomali, Alla scoperta dell’islam sciita.



L’islam sciita crede che l’intelletto e la ragione costituiscano una fonte di conoscenza attendibile e in assoluta armonia con la rivelazione. Secondo alcune tradizioni, Dio ha 2 elementi certi: uno interiore, l’intelletto e l’altro esteriore, i profeti. Esiste un canone preciso presso i giuristi musulmani sciiti, ovvero che la ragione e la religione non sono in contrasto. Inoltre tutti concordiamo sul fatto che alla base della responsabilità dell’agire umano vi sia la possibilità di avere a disposizione una mente raziocinante. Se una persona è demente, non è considerata responsabile dei propri atti. Ciò ha delle ripercussioni anche sul piano religioso visto che da una persona sana e intelligente ci aspettiamo un comportamento pio e responsabile. La cieca e a-razionale imitazione degli antenati è condannabile in ambito islamico. La capacità raziocinante aiuta negli studi religiosi, soprattutto nel conseguimento di 3 mete: la comprensione degli elementi reali come l’esistenza di Dio, l’introduzione di leggi e norme morali per evitare la degenerazione della società, fissare degli standard ai processi logici e deduttivi.

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