Ecco l'intervista all'ambasciatore iraniano a Roma, tratto dal seguente sito: http://www.italiasociale.net/interviste12/interviste12-06-15.html
Iran: la
questione nucleare, il petrolio, la sicurezza nel Vicino Oriente e i rapporti
con l’America Latina nel futuro di una grande nazione.
Intervista
all’Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia M.A.
Hosseini
di Federico
Dal Cortivo
D:
Signor Ambasciatore, il Washington Post ad aprile aveva riportato la notizia che
il presidente Obama potrebbe riconoscere il programma nucleare iraniano in
cambio di garanzie, la nota era stata fatta recapitare alla Guida suprema
Ayatollah Khamenei tramite il presidente della Turchia Erdogan, potrebbe essere
il primo segnale reale di distensione, ammesso che da parte dell’Amministrazione
Usa vi sia realmente questa intenzione, lei che ne pensa?
R:
L’esistenza di questa lettera non è mai stata confermata dalle autorità
iraniane. Per quanto riguarda le reali intenzioni del governo americano circa la
distensione con il mio Paese, esso dovrebbe dimostrarla concretamente. Ad
esempio per quanto riguarda la questione nucleare se realmente il governo Usa
fosse intenzionato a proporre soluzioni concrete, questo potrà avvenire soltanto
attraverso il pieno riconoscimento del diritto iraniano ad avere il nucleare per
i fini civili come è precisato dal Trattato di Non Proliferazione Nucleare.
Quando parliamo del programma nucleare degli Stati, noi abbiamo un autorità
mondiale che è l’AIEA, che in base al suo Statuto e al Trattato di non
proliferazione sorveglia le attività nucleari dei vari Paesi.
D: Quindi
Sig. Ambasciatore lei mi sta dicendo che questa indiscrezione del Washington
Post non corrisponde a realtà.
R: Nessuna
conferma né sull’invio né sulla ricezione di alcuna lettera.
D: La
storia passata e recente dell’Iran dimostra in modo inequivocabile la voglia di
pace e di collaborazione con tutte le nazioni del Vicino Oriente, l’art 152
della Costituzione dice testualmente che la " politica estera della Repubblica
Islamica dell’Iran si fonda sul rifiuto di tutte le forme di dominio o di
oppressione", eppure la cosiddetta "comunità internazionale" attraverso i mass
media da essa controllati ripetono che l’Iran vuole la bomba atomica e che
rappresenta una minaccia per la pace. Il 12 e 13 giugno 2011 si è svolta a
Teheran la Seconda Conferenza Internazionale sul Disarmo Nucleare che ha avuto
per tema" Energia Nucleare per tutti e Armi Nucleari per nessuno", poi
recentemente vi sono state le due conferenze tra Iran e i cosiddetti 5+1 a
Istanbul e Baghdad a dimostrazione della netta volontà di Teheran di negoziare
sul nucleare. Quale è il suo pensiero al riguardo?
R: Vorrei ribadire che le attività nucleari
iraniane sono attività civili e pacifiche svolte sotto il controllo dell’AIEA, e
questo significa in piena trasparenza. Questo dimostra che il nostro programma
nucleare è costantemente monitorato dall’Aiea, sia attraverso le ispezioni
concordate, sia attraverso le ispezioni senza pravviso e anche per mezzo
dell’installazione di telecamere sigillate che l’AIEA ha posto in tutti i siti
nucleari iraniani e la dove sempre l’AIEA in base ai regolamenti e al suo
Statuto ha ritenuto necessario avere accesso ad un nuovo sito iraniano, questo
accesso è stato possibile. Tutto ciò significa che la Repubblica Islamica
dell’Iran in tutte le sue attività nucleari in questi anni non ha mai commesso
nessuno violazione, sia dal punto di vista tecnico, o giuridico. L’Agenzia ha
certificato per ben venti volte che non vi sono delle violazioni nel programma
nucleare iraniano dai suoi fini civili e le accuse mosse da alcuni Paesi nei
confronti dell’Iran riguardo al suo programma nucleare, sono infondate. Vorrei
ricordare che 16 agenzie di sicurezza e d’informazione statunitensi per la
seconda volta hanno dichiarato che non vi è nessuna violazione nelle attività
nucleari iraniane verso fini militari. Durante tutti i nostri negoziati con i
5+1 le nostre controparti non hanno mai prodotto nessuna prova a sostegno
dell’accusa. Per noi il programma nucleare civile è una necessità in molti
campi, nel campo scientifico, medico, industriale, nell’agricoltura e
nell’economia in generale. Ci sono moltissimi settori nella vita di tutti i
giorni, nei quali la tecnologia nucleare civile può essere d’aiuto.
D:
É un dato di fatto che il petrolio è destinato a finire, il cosiddetto " Picco
di Hubbert" fissa in un non precisato periodo del XXI secolo l’inizio della
decrescita dell’estrazione di petrolio nel mondo, certo l’Iran ha riserve enormi
come il giacimento South Pars, ma anch’esso è destinato a esaurirsi, è questa la
motivazione principale dello sviluppo nucleare iraniano?Ovvero guardare oltre al
presente in prospettiva future per gettare le basi per un pacifico sviluppo
della propria economia e nazione, assicurando energia in gran quantità senza
dipendere da nessuno, ne tantomeno al 100% dagli idrocarburi. Indipendenza
energetica e quindi indipendenza politica.
R: É
assodato che le riserve energetiche del mondo sono esauribili, le riserve
petrolifere mondiali un giorno finiranno e quindi tutti i Paesi stanno cercando
di diversificare le loro fonti di approvvigionamento energetico, non sono pochi
gli esempi di Nazioni che hanno petrolio, gas, nucleare e stanno ora sviluppando
il settore delle energie rinnovabili, perciò anche la Repubblica Islamica
dell’Iran pur essendo un Paese ricco di petrolio e gas, sta cercando di
diversificare le sue fonti di approvvigionamento energetico.
D: Oggi
tutte le transazioni petrolifere passano dalle Oil Bourses Nymex a New York e
Ice a Londra e Atlanta, si vocifera da più parti che l’Iran, gli Stati del
Brics, il Venezuela ecc. potrebbero iniziare (euro? Yuan?) a usare un'altra
valuta. Non pensa Sig. Ambasciatore che dietro i costanti attacchi portati
dall’Amministrazione statunitense e dai suoi Alleati contro la Repubblica
islamica dell’Iran non si nasconda invece una difesa strenua del petrodollaro?Il
nucleare potrebbe essere solo una scusa…Proprio in questi ultimi mesi si è
rafforzato il dispiegamento di forse aereonavali Usa e Nato nel Golfo Persico.
L’idea di aprire una borsa alternativa a Kish che potrebbe usare l’euro ad
esempio e non più il dollaro, non sarebbe certo accolta con favore nei circoli
finanziari anglosassoni, Saddam e Gheddafi volevano compiere le transazioni con
altre monete, euro e dinaro oro, e sappiamo la fine che hanno fatto. Cosa c’è di
vero in tutto questo?Non crede che sia questo il vero timore che hanno gli Stati
Uniti, la Gran Bretagna e i loro Alleati e non tanto quello della bomba
atomica?
R: Ci
potrebbero essere davvero molte ragioni per questa avversione da parte degli
Stati Uniti e Gran Bretagna nei confronti dell’Iran, motivi politici, oppure
economici e anche questioni legate all’energia. Sicuramente ogni decisione e
ogni azione ha le sue conseguenze, però se il governo americano intende
risolvere le sue questioni interne e i suoi problemi economici attraverso crisi
create in varie parti del mondo, questo sicuramente è un errore. Sarebbe meglio
che il Governo americano si concentrasse sui propri problemi e cercasse di
risolverli dalle radici senza coinvolgere paesi terzi. Oramai dovrebbe essere
chiaro che ogni qual volta che gli Usa e i suoi Alleati hanno creato problemi
nella varie aree del mondo al fine di superare problemi interni, hanno creato
situazioni difficili con conseguenze molto pesanti. Basti pensare alle politiche
americane in Iraq e Afghanistan, verso le quali non solo l’opinione pubblica
mondiale è critica, ma gli stessi americani ammettono gli errori commessi in
quei Paesi.
D: Volevo
ritornare un attimo sulla famosa borsa di Kish, rimane un progetto alternativo,
magari con la collaborazione di altre nazioni, come la Cina ad esempio che mal
sopporto l’utilizzo del dollaro nelle transazioni petrolifere, così come anche
il Venezuela sarebbe favorevole.
R: Penso
che generalmente le decisioni vengono prese in base agli interessi nazionali e
anche economici del momento. Secondo noi non vi è nessuna necessità che tutte le
transazioni petrolifere a livello mondiale avvengano in dollari. E non è
soltanto un punto di vista iraniano, ci sono molti Paesi che la pensano così e
le nostre collaborazioni petrolifere non sono legate a un ristretto cerchio di
nazioni, ma ci muoviamo in base ai nostri interessi, lo abbiamo fatto fino a
questo momento e penso che lo faremo anche in futuro. La Borsa di Kish rientra
in un progetto che gli esperti del settore petrolifero in Iran stanno
valutando.
D: Come
vede Sig. Ambasciatore i sempre più stretti legami tessuti con una chiara
visione strategica e geopolitica dal presidente Mahmud Ahmadinejad con gli stati
dell’America Latina e dell’Alba in particolare, sono ottimi i rapporti con il
presidente Hugo Chavez, continente quello Sud Americano sempre meno disposto a
essere considerato il " cortile di casa" degli Stati Uniti. Proprio in questi
giorni il Vice Presidente dell’Iran è stato in viaggio in America Latina in
visita agli Stati dell’ALBA che sono stati invitati al XVI° Vertice degli Stati
non Allineati che si terrà a Teheran il 30 e 31 agosto del 2012.
R: La
Repubblica Islamica dell’Iran cerca di costruire buoni rapporti con tutte le
nazioni, ovviamente con quelle che non avversano la mia e il suo popolo.
L’America Latina rappresenta per l’Iran un continente ideale per sviluppare
nuovi rapporti di collaborazione, anche perché esistono molti spazi di lavoro,
di collaborazione economica e commerciale, industriale e scientifica. Senza
dimenticare le affinità di vedute tra l’Iran e molti Paesi dell’America Latina
sulle tematiche internazionali e il desiderio, anche questo comune, di
indipendenza, unito al desiderio e degli interessi comuni. Questi sono elementi
che hanno fatto avvicinare così tanto l’Iran e i Paesi di questo continente, una
vicinanza che ha dato i suoi frutti con esempi di collaborazione. Anche al di
fuori del continente Sud Americano, l’Iran ha costruito buone relazioni con le
Nazioni emergenti e non allineate. Ora dobbiamo chiederci per quale motivo gli
Stati Uniti non sono soddisfatti che vi siamo buoni rapporti di convivenza tra
gli Stati del mondo e per quale motivo avversano la convivenza pacifica tra
popoli e nazioni. Per quale motivo l’Amministrazione americana non rispetta il
volere dei popoli?Per quale motivo pensano di riuscire a raggiungere i loro
obiettivi non in un ordine di pace e convivenza, ma di disordine mondiale e di
tensioni internazionali e questo da la misura di come le loro politiche siano
ancora oggi di stampo egemonico.
D: Uno
sguardo ora sullo scenario del Vicino Oriente. E veniamo a Israele. Lo Stato
Sionista sembra determinato a condurre ad ogni costo un attacco contro le
installazioni di ricerca nucleare dell’Iran, e va rafforzando il suo già
considerevole apparato militare, eppure Teheran non hai mai accennato a un
attacco contro Israele ne tantomeno possiede testate nucleari, proprio di
recente lo scrittore e poeta premio Nobel tedesco Gunter Grass (che il ministro
dell’Interno israeliano ha già bollato come non gradito in Israele) nella sua
poesia " Quello che bisogna dire" punta il dito sul pericolo per la pace causato
dalla potenza nucleare israeliana, mentre sono in consegna alla marina sionista
i nuovi sottomarini classe Dolphin fabbricati in Germania. Quale è il suo parere
su questa politica israeliana tesa a posta allo scontro con l’Iran, in
particolare a coinvolgere anche gli Stati Uniti, l’obiettivo dei falchi
israeliani è quello di scatenare una guerra per neutralizzare l’Iran, viste che
lo Stato sionista non ha la possibilità militarmente parlando di distruggere
l’Iran con il famoso " primo colpo-First strike "e ha necessità dell’appoggio
statunitense.
R: Il
regime sionista è molto debole e non ha la capacità di colpire un grande Paese
come l’Iran. Ci sono molte voci contrarie alla guerra in tutto il Vicino Oriente
e al tempo stesso vediamo una debolezza all’interno del regime sionista;
pertanto dal nostro punto di vista le minacce israeliane hanno lo scopo di
ricattare gli occidentali, Stati uniti per primi. Il popolo americano sta ancora
soffrendo a causa delle conseguenze delle decisioni dei responsabili del governo
in Afghanistan e in Iraq e lo dimostra il fatto che stanno tuttora cercando una
onorevole via di fuga. Vorrei precisare che esiste un’ abissale differenza tra
l’Iran, Iraq e l’Afghanistan. Qualsiasi elemento d’insicurezza per l’Iran
avrebbe delle conseguenze imprevedibili per l’intera regione. Se gli israeliani
commetteranno qualche follia nei confronti del mio Paese ci saranno della
sollevazioni di vaste proporzioni in tutta la regione da parte di tutti i popoli
islamici e vi sarà una recrudescenza dei sentimenti anti israeliani e anti
americani in tutti gli Stati della zona. Quindi le minacce e le provocazioni che
arrivano dal regime sionista sono soltanto i segnali di una estrema
debolezza.
D: Gli
ambienti che si muovono all’interno del Congresso statunitense, sono ambienti
ebraici e sono coloro che spingono alla guerra, con gruppi di pressione sia nei
media sia come detto nel Congresso che spingono verso un opzioni militare, ma
ora nel contesto si è inserito un elemento nuovo, l’elezione del Presidente
Putin alla guida della Russia che potrebbe giocare in modo favorevole all’Iran.
Già la Russia nella crisi siriana ha impedito fino ad oggi un intervento della
Nato stile Libia, come vede Sig. Ambasciatore i rapporti odierni tra Russia e
Iran.
R: Posso
dire che l’Iran e la Russia hanno degli interessi in comune, ma anche delle
preoccupazioni in comune non soltanto nella Regione e proprio per questo i
nostri due Paesi si stanno avvicinando ancora di più rispetto al passato. Il
Presidente Putin ha una visione realistica e grazie a questo realismo ci si
aspetta di vedere ulteriori buoni sviluppi tra Teheran e Mosca durante la sua
presidenza. Su molte questioni regionali e internazionali i due Paesi hanno
visioni comuni.
D: Il problema palestinese una delle principali cause di tensione e
guerre nel Vicino Oriente, ci dica la posizione della Repubblica Islamica
dell’Iran.
R: La
Repubblica islamica dell’Iran è tra i primi paesi a riconoscere l’Autorità
palestinese ed immediatamente dopo la vittoria della rivoluzione islamica
l’Ambasciata del regime sionista a Teheran fu trasformata nella Ambasciata di
Palestina. La R.I. dell’Iran ha da sempre instaurato buoni rapporti con vari
gruppi palestinesi tra cui Hamas e li appoggia nella loro lotta per la
realizzazione dei loro nobili obiettivi. Il popolo palestinese come tutti i
popoli del mondo aspira alla Libertà, Indipendenza, Sovranità Nazionale e
Integrità territoriale. La resistenza palestinese all’occupazione israeliana, è
l’azione di un intero popolo che dovrebbe essere riconosciuta e sostenuta da
tutti i Paesi e organismi internazionali. La R.I. dell’Iran con questi
presupposti sostiene la causa del popolo palestinese e si avvarrà di tutti i
mezzi legittimi per appoggiare questo popolo, vittima negli ultimi 60 anni di
uno dei più atroci crimini della storia. La proposta iraniana per risolvere la
questione palestinese è l’organizzazione di un Referendum con la partecipazione
di tutti gli abitanti originari della Palestina, all’interno del territorio e
all’estero, sia mussulmani, ebrei o cristiani, per decidere la forma di governo,
che in un secondo tempo deciderà sugli immigrati non palestinesi. Questa ci pare
una proposta democratica, equa e razionale.
D: Infine
ci parli brevemente dell’Iran, della sua gente, della sua storia che a molti è
sconosciuta qui in Occidente.
R: L’Iran
Paese degli Arii che si pone a cavallo tra l’Asia e il mondo arabo sunnita, con
una religiosità che fa della tolleranza verso le altre fedi un punto fermo,
proiettato nel 21° secolo, forte di ricchezze naturali che lo pongono ai primi
posti al mondo.
L’Iran con
più di 70 milioni di abitanti si colloca nel cuore dell’Asia occidentale,
delimitata a nord dal Mar Caspio e a Sud dal Golfo Persico e Mar di Omman; in
antichità sorsero nell’Altopiano popolazioni ariane che poi si diramarono vero
l’India e l’Europa. Climaticamente è un paese ricco e vario, gode di una
posizione strategica ed è paese membro di molte organizzazioni internazionali
tra cui Le Nazioni Unite, il Movimento dei Non Allineati, l’Organizzazione della
Conferenza Islamica e l' OPEC. Fortunatamente i
rapporti tra l'
Iran e l' Italia si sono formati nel tempo in base alle affinità storiche e
culturali dei due Paesi, oltre che sulla base di un antico reciproco rispetto e
dei comuni interessi. Esistono tuttora molte potenzialità per incrementare le
relazioni di collaborazione in quanto i due Paesi sono ognuno nella propria area
di riferimento importanti e strategici; queste potenzialità necessitano di un
coordinato e condiviso sforzo.
Economicamente i due Paesi sono complementari e non in
competizione, proprio perchè l' Italia ricerca fonti energetiche e nuovi
mercati, mentre l' Iran desidera acquisire nuove tecnologie e partner affidabili
per progetti di investimento. Alcuni paesi attraverso l' imposizione di sanzioni
ed embarghi tentano di realizzare precisi intenti politici, mentre sarebbe
meglio che i governi avessero più a cuore i propri interessi nazionali,
permettendo alle proprie imprese di lavorare serenamente e lontano da
condizionamenti politici.
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