Martedì 2 ottobre 2012 il
presidente iraniano Ahmadinejad, ormai impegnato nell’ultimo anno del suo
governo, ha risposto alle domande di molti giornalisti, iraniani e stranieri,
presenti a Tehran per una conferenza stampa organizzata dalle autorità della
Repubblica islamica dell’Iran. I temi toccati erano riconducibili alla politica
interna e alle tematiche internazionali più importanti. Ahmadinejad ha avuto
modo di sottolineare per l’ennesima volta che la gestione del mondo da parte di
alcuni governi è del tutto fallimentare e l’unica cosa che produce è la guerra
e l’oppressione. Rispondendo poi ad una precisa domanda riguardo al
deprezzamento della moneta iraniana nei confronti delle valute estere negli
ultimi tempi ha detto: “Tutta questa situazione deriva da alcuni fattori
internazionali ed interni. I primi sono riconducibili alla guerra economica in
atto contro l’Iran da parte di alcuni governi arroganti, in primis il governo
degli USA, che attraverso alcune sanzioni illegali vuole influenzare
negativamente il commercio estero dell’Iran, tramite limitazioni alle
transazioni bancarie e all’embargo petrolifero. I fattori interni sono
riconducibili ad alcuni centri di potere economico iraniani, che vogliono
approfittare della situazione per arricchirsi, al costo di danneggiare i ceti
più poveri”. Infatti, negli ultimi tempi alcuni prodotti hanno visto un forte
aumento di prezzi, per via del ridimensionamento del valore della moneta
iraniana (Rial) contro le principali valute estere (Dollaro e Euro). Il
presidente iraniano ha però detto che attraverso la collaborazione dei poteri
dello Stato e del popolo, la situazione può essere risolta, e che la crisi è
passeggera. I giornalisti poi si sono concentrati su domande riguardanti alcune
questioni internazionali, come la recente decisione del governo nordamericano
di far uscire dalla “black list” delle organizzazioni terroristiche il gruppo
denominato “Combattenti del Popolo”, reo di migliaia di uccisioni in Iran negli
ultimi tre decenni. Il presidente Ahmadinejad, pur dicendosi amareggiato, ha
detto: “Ciò dimostra che il governo americano è uno sponsor del terrorismo. Se
noi avessimo voluto macchinare una propaganda internazionale per far capire che
gli USA sostengono il terrorismo dovevamo spendere molti milioni di dollari. In
questo modo gli americani hanno confermato le nostre idee, per giunta gratis.”
Infine, ad una precisa domanda di una giornalista cinese riguardo alle minacce
del premier israeliano all’ONU qualche tempo fa, su un potenziale attacco
sionista contro l’Iran, il presidente iraniano ha risposto: “Alcuni incivili
sionisti ci minacciano, ma il problema essenziale è l’amministrazione del mondo
che permette ad alcuni personaggi di esprimersi in questo modo. Se il mondo
avesse degli amministratori migliori, ciò non sarebbe possibile.” Egli ha poi
aggiunto: “Il popolo iraniano non è aggressivo, non vuole attaccare nessuno, ma
è un ottimo “difensore”. Noi abbiamo sempre difeso benissimo questo grande
Paese che è l’Iran, da qualsivoglia aggressione. Al momento la guerra è
psicologica e non effettiva. Ormai il sionismo è alle ultime battute e con la
creazione del caos vorrebbe ritardare la propria disfatta. E’ finita l’epoca
dei sionismo massimalista”.
Commenti
Posta un commento