Di seguito riportiamo una parte
del discorso dell'Ayatollah Khamenei risalente all'ottobre del 2011, riguardo
alla risoluzione del conflitto che da diversi decenni infiamma la Palestina e
tutta la regione mediorientale.
"La soluzione che propone la
Repubblica islamica dell'Iran per risolvere la questione della Palestina e per
rimarginare questa vecchia ferita, è una proposta chiara e logica, basata sulla
saggezza politica. Questa soluzione è basata sulla saggezza politica. Questa
soluzione è accettata dall'opinione pubblica mondiale ed è stata presentata nel
dettaglio precedentemente. Noi non proponiamo né la guerra classica con gli
eserciti dei Paesi islamici né di gettare a mare gli ebrei immigrati, e nemmeno
l’intervento dell’ONU o di altre organizzazioni. Noi proponiamo un referendum
tra la nazione palestinese, che come ogni altra nazione ha il diritto di
scegliere il proprio governo e i propri rappresentanti. Tutti i palestinesi
indigeni, sia musulmani, sia cristiani, sia ebrei, ma non quelli immigrati,
devono poter partecipare a tale referendum. Il governo che si insedierà allora
deciderà della sorte degli immigrati (come qualsiasi governo sovrano del mondo,
n. d. t.). Questa è una proposta ragionevole che è accettabile dei governi e
dai popoli indipendenti. Evidentemente nessuno si aspetta che gli usurpatori
sionisti possano assecondare questa richiesta, ed è qui che comprendiamo
l’importanza dei governi, dei popoli e dei movimenti che supportano la
Resistenza. In primo luogo bisogna che alcuni governi del mondo islamico
fermino gli aiuti al regime sionista; dopo che i musulmani sono scesi in piazza
a scandire slogan contro i sionisti, anche i governi dovrebbero allinearsi al
popolo e smetterla di sostenere questo regime. La prova dell’onestà dei governi
musulmani dipende dal loro contributo concreto alla causa palestinese. Chi tra
questi governi ha relazioni, nascoste o palesi, col regime sionista deve
interromperle immediatamente. Non è considerato serio quel governante musulmano
che a parole si scaglia contro il regime sionista, ma il suo governo
intrattiene relazioni diplomatiche col regime di occupazione sionista”.
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