Il Ricordo di Dio Altissimo (Dhikr)


Il Ricordo di Dio Altissimo (Dhikr)
L’anima umana ha una funzionalità approssimabile, per certi aspetti, al corpo di carne e di sangue. L’anima può ammalarsi, guarire, essere in forma o cadere nell’inabilità. L’ideale per le questioni legate all’animo umano, così come per le vicende corporee, sarebbe quello di prevenire le malattie (spirituali). Alcuni malanni invece possono essere curati, mentre altri sono incurabili, esattamente come avviene per il corpo. L’Islam, essendo una scuola onnicomprensiva, possiede le soluzioni adatte per ogni aspetto della vita, anche per ciò che concerne i mali dello spirito e dell’anima. Una delle vie maestre per evitare la malattia spirituale o per curare eventuali malanni è il dhikr, il Ricordo di Dio. Iddio l’Altissimo nel Sacro Corano, rivolgendosi a Zaccaria padre di Giovanni Battista (pace su entrambi) dice:
“Ma ricorda (adhkur) molto il tuo Signore e glorificaLo al mattino e alla sera”. (capitolo “La famiglia di Imran”; versetto 41)
D’altronde non possiamo dire che il Ricordo di Dio sia solo una sterile ripetizione del Suo Nome, senza che vi sia una ripercussione sulle nostre azioni quotidiane o sulle nostre intenzioni. I credenti autentici che oltre alla menzione del Nome di Dio l’Altissimo con la lingua, rispettano ed onorano il patto spirituale col loro Signore, hanno individuato la via maestra da seguire per raggiungere la beatitudine di questo mondo e dell’Aldilà. Bisogna anche ricordare che per ciò che concerne le varie gradazioni deldhikr, gli esperti di scienze islamiche, suddividono la categoria in due ambiti principali: A) il dhikr della lingua (formale, pronunziando il Nome dell’Altissimo). B) Il dhikr del cuore (sostanziale, che avviene ricordandosi di Dio nella propria intimità). Ognuno di questi tipi di dhikr si suddivide poi in altre sottocategorie, ovvero il ricordo di Dio “dopo la dimenticanza” (pas az faramushi) e il ricordo di Dio “senza la dimenticanza” (bedune faramushi). Quindi alcuni esseri umani sono sempre in ricordo del loro Creatore, mentre altri si ricordano di Dio solo dopo un periodo di “dimenticanza”. Coloro che sono in eterno ricordo di Dio l’Altissimo, hanno raggiunto un alto stadio spirituale, e i loro cuori sono completamente assuefatti e immersi nella volontà divina. L’amore di Dio ha completamente conquistato i loro cuori e i loro spiriti ed i loro animi si sono genuflessi dinnanzi alla grandezza e alla bellezza divina. Questo tipo di fedele è costantemente in ricordo del Compassionevole; anche quando, per qualsivoglia motivo, esso si distrae dal dhikr, subito se ne rammenta e torna ad essere un umile servo dell’Onnipotente.
“In verità coloro che temono [Allah], quando li coglie una tentazione, Lo ricordano ed eccoli di nuovo lucidi”. (Sacro Corano, capitolo “Al A’raf”; versetto 201)
Queste persone sono divenute molto intime con Dio l’Altissimo, e hanno raggiunto uno stadio di “amicizia” con il Creatore. Per questo il dhikr è considerabile anche una sorta di mezzo per collegare l’uomo a Dio, per creare un rapporto privilegiato tra creatura e Creatore, una vera e propria “amicizia”. L’unico modo per accedere a questo stadio di vicinanza all’essenza divina, è il fatto di aver conosciuto Dio; è evidente che Iddio, per via della Sua immaterialità e della Sua illimitatezza, sfugge alla conoscenza assoluta dell’uomo, essendo i mezzi che guidano l’uomo verso la conoscenza legati ai sensi corporei (tatto, vista, udito, gusto, olfatto). Ma l’uomo, attraverso gli occhi del cuore, può “intuire” l’essenza divina, e le persone che raggiungono questo stadio di “amicizia” con Dio, sono riuscite a comprendere non l’essenza del Creatore nella sua interezza, essendo quella inaccessibile all’uomo, ma la Sua ipostizzazione a livello fenomenico, ai nostri vari livelli di realtà. La contemplazione della natura e del creato, aiutano l’uomo alla comprensione, seppur parziale, dell’entità divina.
“In verità nella creazione dei cieli e della terra e nell’alternarsi della notte e del giorno, ci sono certamente segni per coloro che hanno intelletto, che in piedi, seduti o coricati su un fianco ricordano Allah e meditano sulla creazione dei cieli e della terra, [dicendo]: Signore, non hai creato tutto questo invano. Gloria a Te! Preservaci dal castigo del Fuoco”. (Sacro Corano, capitolo “La famiglia di Imran”; versetti 190-191)
In ogni caso non possiamo negare il fatto che la vera conoscenza di Dio è celata all’uomo, e noi, nella migliore delle ipotesi possiamo solo “intuire” gli aggettivi e i Nomi dell’Altissimo, ma non comprenderli appieno. Se in un’invocazione il fedele dice “Tu sei Grande, Tu sei il Sacro, Tu sei il Misericordioso”, rivolgendosi a Dio, ciò non vuol dire che egli abbia capito la grandezza, la santità e la misericordia divina. Chi può comprendere in modo completo questi principi? Al riguardo il Principe dei Credenti, l’Imam Ali (pace su di lui) disse: “Gli aggettivi meravigliosi che noi utilizziamo per descriverLo sono nulla in confronto alla Sua realtà”. Il Ricordo di Dio quindi, se è autentico, ha delle dirette ripercussioni sulle nostre azioni. Una delle sensazioni principali che l’animo umano percepisce quando rammenta l’Altissimo, è la tranquillità e il benessere spirituale.
“In verità i cuori si rasserenano al Ricordo di Allah”. (Sacro Corano, capitolo “Il Tuono”; versetto 28)
Solo chi si sottomette completamente a Dio e segue le Sue indicazioni, chi crede e compie il bene, può accedere a questo stadio di beatitudine. D’altro canto il rapporto di “prossimità” e “amicizia” che crea tra Dio e l’uomo il dhikr, non è un legame unilaterale; l’uomo ricordandosi di Dio l’Altissimo si lega alla Sua essenza, tranquillizzando il proprio cuore, ma anche Dio “muove dei passi” verso la Sua creatura. Questo è un vero e proprio legame bilaterale, come è confermato anche dal sacro Corano:
“Ricordatevi dunque di Me e Io Mi ricorderò di voi, siateMi riconoscenti e non rinnegateMi”.(capitolo “La Giovenca”; versetto 152)
Un’altra caratteristica di questa “amicizia” è la sua purezza e la sua eternità. Il passare del tempo e le questioni mondane non scalfiscono questo legame, esso è un rapporto veritiero e disinteressato. Sulla particolarità del Ricordo di Dio l’Altissimo, il sesto successore del profeta Muhammad (pace su di lui e sulla sua famiglia), il grande giurisperito, l’Imam Jafar As-Sadiq (pace su di lui) disse:
Tutti gli atti di adorazione hanno una durata e un limite, tranne il Ricordo di Dio (dhikr). Se una persona adempie al digiuno nel mese di Ramadan, alla fine della luna la sua adorazione è compiuta. Se una persona adempie al pellegrinaggio, una volta terminate le formalità il suo atto di adorazione è compiuto e terminato. Ma per il ricordo di Dio non esiste un limite, non vi è mai un completo adempimento. Dio non si accontenta di pochi dhikr, ed è per questo che Egli non ha predisposto un limite per questo atto di adorazione”.
Esistono diversi tipologie di dhikr, che possiamo riassumere nel seguente modo:
1-      Ricordare Dio per la Sua Grandezza e Bellezza
2-      Ricordare Dio per timore e perché Egli controlla il nostro operato, sia palese che nascosto
3-      Ricordare Dio per ringraziarLo
4-      Ricordare Dio e i Suoi Nomi Sublimi
5-      Ricordare Dio per alleviare il dolore e per superare le difficoltà
6-      Ricordare Dio per chiedere perdono riguardo ai nostri peccati

Ricordare Dio per la Sua Grandezza e Bellezza

Tutto ciò che ci circonda, sia le entità materiali che quelle immateriali, sono il segno della Grandezza e della Bellezza divina. Ogni essere porta in sé una caratteristica divina, e la contemplazione della natura ha come conseguenza per l’uomo desto, la riflessione “sopra i massimi sistemi del mondo”. La contemplazione e la riflessione riguardo al creato avvicina l’uomo a Dio: il Creatore dei Mondi nel Suo Libro invita l’uomo al Suo ricordo, attraverso l’osservazione dei fenomeni naturali:
“Considera le tracce della misericordia di Allah, come Egli ridà la vita ad una terra dopo che era morta. Egli è Colui che fa rivivere i morti. Egli è onnipotente.” (Sacro Corano, capitolo “I Romani”; versetto 50)
Al riguardo l’Imam Ali (pace su di lui) in un’invocazione dice:
Oh Dio, io Ti supplico in nome della Tua misericordia che si estende su tutto l’esistente, io Ti supplico in nome della Tua potenza che ha prevalso su ogni aspetto dell’esistente e che ha reso umile ogni cosa al Tuo cospetto. Io Ti supplico in nome della Tua volontà che ha prevalso su ogni cosa, e Ti supplico in nome della Tua dignità dinnanzi alla quale nulla può resistere, Ti supplico in nome della Tua grandezza che pervade ogni aspetto dell’esistenza, Ti supplico in nome del Tuo imperio, che è al di sopra di ogni cosa. Ti supplico in nome della Tua essenza che è inesauribile e persiste dopo ogni distruzione. Ti supplico in nome dei Tuoi Nomi Sublimi, che hanno riempito ogni aspetto dell’esistente.”
Quindi l’attenta contemplazione del creato crea un legame speciale tra l’uomo e il Creatore, che fa uscire le persone dall’oscurità e dall’ignoranza per farle entrare nella luce della misericordia divina.

Ricordare Dio per timore e perché Egli controlla il nostro operato, sia palese che nascosto

Visto che pensare a Dio è un tipo di dhikr, e la conseguenza di quest’ultimo è la creazione di un legame peculiare tra la creatura e il Creatore, automaticamente nel dhakir, in colui che ricorda Dio, si innesta un meccanismo spirituale grazie al quale l’essere umano si accorge della presenza dell’Altissimo in ogni luogo. A questo punto la percezione che si prova è simile alla paura, visto che si percepisce la Grandezza divina e la si paragona con la propria esistenza misera e insignificante. Evidentemente Dio l’Altissimo non vuole spaventare le creatura, ma questa è una  percezione normale che l’essere umano prova dinnanzi a qualcosa di immensamente grande. Questo stadio del dhikr ha degli effetti concreti nella vita del fedele, perché lo porta a comportarsi in un certo modo, sia socialmente che individualmente. Il fedele in questo modo “sente” concretamente il suo rapporto con Dio, e si esce da una stato in cui il dhikr è solo un’attività spirituale individualmente intesa per approdare a una valenza sociale, di prevenzione etica, nella comunità.
“[…] Allah osserva ogni cosa.” (Corano, capitolo “I Coalizzati”; versetto 52)
“Uomini, temete il vostro Signore che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creato la sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e donne. E temete Allah, in nome del Quale rivolgete l’un l’altro le vostre richieste e rispettate i legami di sangue. Invero Allah veglia su di voi.” (Corano, capitolo “Le Donne”; versetto 1)

Ricordare Dio per ringraziarLo

L’uomo ringrazia Dio l’Altissimo quando apprezza i Suoi doni; non tutti gli esseri umani riescono a “riconoscere” e “scoprire” le meravigliose concessioni del Creatore. Non a caso il ricordo di Dio in questo ambito, è strettamente connesso alla possibilità di vedere e apprezzare ciò che il Misericordioso ci ha concesso. Spesso i doni di Dio sono davanti ai nostri occhi, ma noi facciamo finta di non vederli. Ad esempio la salute è un bene prezioso, uno dei più bei doni dell’Altissimo, ma poche persone ringraziano Dio e Lo ricordano per questo. Ci accorgiamo dell’importanza della salute solo quando ci ammaliamo o quando si ammala un nostro caro. Il fedele, nel momento in cui si accorge delle meravigliose concessioni che gli sono state fatte, da parte del suo Creatore, Lo ricorda e Lo ringrazia. Non è un caso quindi che il Compassionevole nel Suo Libro dica:
“[…] siateMi riconoscenti e non rinnegateMi.” (Capitolo “La Giovenca”; versetto 152)
Quindi ringraziare Dio vuol dire esprimere spiritualmente, ma anche verbalmente e attraverso l’operato, uno stato di soddisfazione nei confronti della propria vita e soprattutto nei confronti di Dio l’Altissimo. In questo alveo, di conseguenza, il Ricordo di Dio (dhikr) si concretizza nella menzione di una formula speciale, attraverso il quale il fedele ringrazia il proprio Signore, in un modo che Gli sia congeniale ed appropriato. Questa formula è “al-hamdulillah rabbil-alamin” (la Lode appartiene al Signore dei Mondi). Nelle tradizioni riconducibili agli immacolati, spesso si fa menzione di ciò. Come esempio possiamo citare il seguente:
Se qualcuno pronunzia quattro volte al mattino la formula “al-hamdulillah rabbil-alamin” (la Lode appartiene al Signore dei Mondi), avrà adempiuto in modo corretto al suo ringraziamento giornaliero [nei confronti di Dio], e se egli pronuncerà questa formula anche al crepuscolo, avrà adempiuto al suo ringraziamento notturno.” (Imam Ja’far As-Sadiq)

Ricordare Dio e i Suoi Nomi Sublimi

Ogni Nome Sublime di Dio l’Altissimo ha una sua valenza e un suo effetto nel creato. Tutta la natura materiale è influenzata dall’essenza di Dio, nulla sfugge alla Sua Magnificenza. L’essere umano, che ha uno spirito puro, può comprendere bene la presenza di Dio nel mondo che lo circonda, svegliandosi così dal torpore dell’ignoranza, per accedere ad una nuova forma di esistenza spirituale, basata sul Ricordo dell’Altissimo (dhikr). Una volta che l’uomo si accorge della Grandezza di Dio e della Sua presenza, si sente molto piccolo e debole dinnanzi a cotanta Magnificenza, e comprende il suo stato di bisogno e dipendenza nei confronti del Creatore. Allora l’essere umano per sfuggire a questo stato di debolezza tende verso Dio, tramite il Suo ricordo e la menzione dei Suoi Nomi Sublimi. Più aumenta il Ricordo di Dio, più il legame “affettivo” tra creatura e Creatore, tra l’amante e l’Amato aumenta. L’essere umano più pronuncia i Nomi Sublimi del Creatore dei Mondi, più si sente parte di qualcosa di grande, illimitato, infinito.
“Ricordati del tuo Signore nell’animo tuo, con umiltà e reverenziale timore, a bassa voce, al mattino e alla sera e non essere tra i noncuranti.” (Corano, capitolo “Al A’raf”; versetto 205)

Ricordare Dio per alleviare il dolore e per superare le difficoltà

Rivolgersi al Signore dei Mondi nel momento della disgrazia e della difficoltà, è una delle tante forme didhikr. In particolare bisogna sapere che il ricordo dell’Altissimo in momenti difficili della propria vita, crea nel cuore del fedele un’atmosfera di beatitudine e di conforto, difficilmente riscontrabile nella persona che cerca di alleviare il proprio dolore ricorrendo a questioni mondane e materiali. La verità è che l’uomo, essendo la creatura prediletta di Dio, ha una relazione speciale col Compassionevole; quando l’essere umano comprende il suo status di “creatura prediletta”, riesce a capire anche il fatto che, Dio l’Altissimo, vuole il bene delle proprie creature. Di conseguenza, tutto quello che capita all’uomo, anche di apparentemente negativo, come la perdita di un caro o cose simili, sono in realtà prove e da un certo punto di vista, benedizioni, che servono all’uomo per completare il percorso verso l’auto-perfezionamento. La funzione del Ricordo di Dio in momenti difficili è poi legata al fatto di non dubitare per ciò che concerne un futuro migliore; quindi l’essere umano, una volta che si trova dinnanzi ad una difficoltà, è conscio della misericordia divina, ed è consapevole che Dio allevierà il suo dolore.
“Coloro che quando li coglie una disgrazia dicono: siamo di Allah e a Lui ritorniamo. Quelli saranno benedetti dal loro Signore e saranno ben guidati.” (Corano, capitolo “La Giovenca”; versetti 156-157)
“Sopporta dunque con pazienza quel che ti dicono e glorifica il tuo Signore prima che si levi il sole e prima che tramonti.” (Corano, capitolo “Qaf”; versetto 39)

Ricordare Dio per chiedere perdono riguardo ai nostri peccati

Quando l’uomo, dopo un momento di dimenticanza, si accorge di aver compiuto un’azione in contraddizione con gli insegnamenti divini, e di ciò se ne dispiace, immediatamente cerca di rivolgersi al Perdonatore, per chiederGli umilmente scusa. Questa azione, è un’altra forma di dhikr. Anche il fedele che è costantemente in ricordo dell’Altissimo, può avere un momento di smarrimento e di torpore. In quel momento l’essere umano potrebbe essere traviato, anche solo per un istante, da Satana il lapidato; il fedele accorto allora, si desta immediatamente dallo stato di ignoranza momentanea, e si rivolge all’unica entità che potrebbe alleviarlo dal dolore e dalla perdizione: Dio l’Altissimo, il Clemente, il Misericordioso, il Perdonatore. Da questo punto di vista, se dicessimo che la richiesta di perdono (istiqfar) è il più alto grado del ricordo di Dio (dhikr), di certo non avremmo detto una cosa sbagliata. Il peccatore, attraverso la richiesta di perdono rivolta al Creatore, scampa dalla perdizione e dalla collera divina, e si riunisce, o per meglio dire, si riconcilia con l’Altissimo, trovando uno stato idilliaco di serenità.
“E quelli che, quando hanno commesso qualche misfatto o sono stati ingiusti nei confronti di loro stessi si ricordano di Allah e Gli chiedono perdono dei loro peccati (e chi può perdonare i peccati se non Allah?), e non si ostinano nel male consapevolmente. Essi avranno in compenso il perdono del loro Signore […]”. (Corano, capitolo “La famiglia di Imran”; versetti 135-136)
“Glorifica il tuo Signore lodandoLo e chiediGli perdono: in verità Egli è Colui che accetta il pentimento.” (Corano, capitolo “L’Ausilio”; versetto 3)
Per concludere possiamo dire che ogni azione e ogni pensiero dell’essere umano deve essere accompagnato dal Ricordo di Dio, in quanto tutto l’esistente è sotto il Suo dominio, e nessuna azione pia può essere intrapresa senza la Sua volontà. Ed è per questo che ogni volta si inizia una cosa bisogna pronunziare la formula “Bismillah ir-Rahman ir-Rahim” (Col nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso), e ogni volta che l’Altissimo ci dona un bene dobbiamo dire “Al-hamdulillah rabbil-alamin” (la Lode appartiene a Dio il Signore dei Mondi). Anche quando ci capita una cosa negativa il ricordo di Dio deve essere adempiuto, attraverso la formula “Inna lillah wa inna ilaihi rajiun” (apparteniamo ad Allah e a Lui ritorniamo), senza dimenticare il fatto che dinnanzi ad un’azione che ci sembra molto difficile da portare a compimento, il ricordo dell’Altissimo si estrinseca attraverso la seguente proposizione: “La hawla wa la quwwata illa billah” (Non vi è volontà e forza ad eccezione di quella di Dio). L’uomo durante ogni istante della propria esistenza non deve dimenticarsi del Creatore; il mangiare, il bere, il riposare, la lotta sociale, i rapporti famigliari, l’adempimento agli atti di adorazione, devono essere tutti accompagnati dal dhikr, dal Ricordo di Dio.

Tratto da: “Dhikr, il Ricordo di Dio”, a cura dell’Ente per la Propagazione dell’Islam (Sazmane tabliqate eslami), Iran, 1990.

http://www.islamshia.org/component/content/article/7-approfondimenti/446-il-ricordo-di-dio-altissimo-dhikr.html

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