Intervista al presidente dell’Associazione Islamica "Imam Mahdi", l’Hujjatulislam Abbas Damiano Di Palma: l’Islam sciita in Italia e a livello internazionale


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Intervista al presidente dell’Associazione Islamica "Imam Mahdi", l’Hujjatulislam Abbas Damiano Di Palma: l’Islam sciita in Italia e a livello internazionale

di Ali Reza Jalali



La realtà dell’Islam sciita è caratterizzata negli ultimi anni, da un’ascesa considerevole, principalmente dal punto di vista politico e sociale, nello scacchiere internazionale. Alcuni analisti sono arrivanti anche a parlare di una vera e propria "geopolitica dell’Islam sciita", basata sull’alleanza regionale tra paesi del calibro dell’Iran e altre entità politiche come il movimento libanese Hezbollah. Ma circoscrivere l’azione dell’Islam sciita a un luogo geografico, ovvero al Vicino Oriente, è del tutto fuorviante. Se indubbiamente la carica politica di questa scuola islamica si concentra nel mondo islamico, dal Mediterraneo al Subcontinente indiano, dal Caucaso alla Penisola araba, il lato culturale e prettamente religioso ormai si estende anche all’Europa e all’Italia. Per parlare di tutto ciò, abbiamo deciso di contattare il presidente dell’Associazione Islamica "Imam Mahdi", Abbas Damiano Di Palma, il primo italiano ad aver conseguito il prestigioso titolo di "Hujjatulislam", letteralmente "prova dell’Islam", importante carica all’interno del "clero" sciita. Inoltre, la peculiarità di questa associazione con sede a Roma, è che essa rappresenta indubbiamente il più attivo gruppo sciita in Italia, come impatto sociale e per l’approccio propositivo con altri gruppi italiani e anche con le istituzioni.

GENTILE HUJJATULISLAM DI PALMA, INNANZITUTTO CI DICA COME NASCE L’ASSOCIAZIONE ISLAMICA "IMAM MAHDI" E QUALI OBIETTIVI SI PREFIGGE.

L’Associazione Islamica "Imam Mahdi" nasce ufficialmente nel 2005 grazie all’impegno di alcuni fratelli, soprattutto italiani, da anni desiderosi di avere un punto di riferimento per i musulmani sciiti in Italia nonché un’associazione attiva sotto il profilo religioso, intellettuale, culturale, sociale e politico. Poi la crescente islamofobia ci fece sentire come degli stranieri nella nostra terra madre e ciò fu alquanto angosciante. Grazie a Dio, la nascita dell’Associazione Islamica "Imam Mahdi" ha rappresentato un punto di svolta sotto questo aspetto: oggi abbiamo un centro islamico attivo a Roma aperto sei giorni alla settimana, contiamo membri in tutta Italia, celebriamo matrimoni e provvediamo allo svolgimento di funerali islamici, pubblichiamo libri inerenti ai principi e alla branche dell’Islam. Organizziamo inoltre incontri e conferenze, forniamo aiuto a studenti universitari e singoli ricercatori, e sosteniamo progetti caritatevoli per i bisognosi che vivono nel nostro territorio. Certo, la situazione dei musulmani in Italia rimane pur sempre difficile, ma possiamo anche dire di aver sopportato abbastanza bene questa pesante realtà giungendo oltretutto a discreti risultati, soprattutto alla luce del fatto che i musulmani sciiti nel nostro paese rappresentano una percentuale assai modesta, seppur non insignificante, della popolazione.

IN CHE MODO VI RELAZIONATE CON LA SOCIETA’ ITALIANA?

Il modo in cui ci relazioniamo con la società italiana è il modo in cui ci siamo relazionati con noi stessi. Così come ognuno di noi ha necessitato di trovare un’alternativa all’agonizzante sistema di vita odierno senza ormai più spiritualità, senza valori morali e in preda alla crisi sociale ed economica, ci sforziamo affinchè la nostra società tutta abbia la forza di ergersi per resistere agli attacchi di Satana e del suo male che tradotto per i più significa resistere con fede innanzi alla falsità e all'ingiustizia. Manteniamo comunque rapporti di dialogo con realtà istituzionali nell'intento di superare molte delle incomprensioni che in passato hanno caratterizzato la concezione degli italiani nei confronti dell'Islam.

VOI SIETE UN’ASSOCIAZIONE ISLAMICA SCIITA. AVETE QUINDI DEI RAPPORTI PRIVILEGIATI CON LA REPUBBLICA ISLAMICA DELL’IRAN?

Noi certamente guardiamo con ammirazione la Repubblica Islamica dell’Iran che, nonostante tutti i suoi problemi causati in larga parte dall’Arroganza Mondiale, con le pressioni internazionali, embarghi e sanzioni e minacce di guerra, è sempre rimasta fedele ai sacri e saldi principi dell’Islam. Questo non vuol dire che l’Iran sia un paradiso ove tutto è perfetto, o che tutto ciò che lì avviene sia interamente islamico; il presente contesto globale e le grandi potenze non glielo permetterebbero mai. Comunque, gli obiettivi e gli scopi della Repubblica Islamica dell’Iran sono senz’altro islamici; le grandi e sagge personalità attualmente alla sua guida si sforzano per il raggiungimento di questi traguardi. E’ proprio questo che lo rende un paese islamico a tutti gli effetti. Sosteniamo dunque la Repubblica Islamica perché, come credenti, siamo in dovere di farlo. A livello pratico però, i nostri rapporti si limitano alle questioni religiose e culturali, così come abbiamo rapporti con istituti religiosi e culturali in paesi europei, Iraq, Pakistan, Kuwait, Libano e altri ancora. Dopotutto, siamo un’associazione islamica e quindi, nel nostro contesto, ci muoviamo principalmente sul piano religioso e culturale.

PERÓ CI NON VI HA IMPEDITO DI IMPEGNARVI SOCIALMENTE E DI PRENDERE POSIZIONI POLITICHE, ANCHE IN MODO NETTO.

Certo. Innanzitutto l’Islam vede l’essere umano in tutta la sua interezza: esteriormente quanto interiormente, dotato di un corpo e di un’anima. Ne consegue che la sfera politica sia non solo in sintonia con quella religiosa, ma bensì parte integrante di essa. Si pensi inoltre al messaggio racchiuso in ogni religione: un messaggio di amore, pace e giustizia per il mondo intero. Ebbene se vogliamo veramente rendere migliore questo mondo non possiamo semplicemente stare a guardare quello che succede e riempirci la bocca di bei discorsi. Sarebbe ipocrita. Detto questo, si deve ricordare però che noi rigettiamo qualsiasi politica scaturita da ideologie umane poiché la nostra si ispira esclusivamente agli insegnamenti celesti e divini delineati da Dio, dai profeti, dai nostri Imam e dalle sacre scritture. In altre parole, non facciamo della politica la nostra religione, ma è la religione ad essere la nostra politica.

A LIVELLO INTERNAZIONALE, COME VALUTATE LA SITUAZIONE NEL VICINO ORIENTE, ORMAI IN BALIA DI GUERRE E DEVASTAZIONI DI OGNI GENERE?

La causa principale dei problemi nel Vicino Oriente è purtroppo l’entità sionista. E’ stata l’entità sionista a chiamare la Palestina "Israele" dopo averla invasa massacrando e scacciandone la popolazione. Dopo l’invasione della Palestina il Vicino Oriente non ha più conosciuto pace. E ancora più inquietante è il fatto che l’entità sionista, dopo aver occupato la Palestina, non solo ha continuato con i suoi massacri e con le violenze, ma ha cercato di presentarsi al mondo intero, facendo uso di propaganda e mezzi di comunicazione di massa, come vittima del terrorismo mentre di fatto ne era il fautore. Tutti i profughi palestinesi che vivono fuori dalla loro terra di appartenenza sono una delle drastiche conseguenze di questa situazione, per non parlare di quelli che vivono dentro i territori della Palestina storica, discriminati e terrorizzati tutti i giorni.

QUALE É SECONDO LEI UNA SOLUZIONE PLAUSIBILE PER PORRE FINE A QUESTI PROBLEMI?

Sicuramente quello di ridare ai palestinesi la loro terra. Ho conosciuto personalmente ebrei e rabbini che esplicitamente sostenevano lo smantellamento dell’entità sionista. Il ritorno dei palestinesi nella loro terra non è una questione prettamente religiosa o confessionale, ma di buon senso e di giustizia.

NEGLI ULTIMI TEMPI, COMUNQUE, SI É DATO MOLTO RISALTO AI DISORDINI IN SIRIA. SECONDO LEI VI É UN NESSO TRA L’ASPIRAZIONE DEI SIONISTI A GARANTIRSI UNO SPAZIO VITALE VICINORIENTALE E LA PRESUNTA RIVOLUZIONE SIRIANA? CREDE CHE ALTRI FATTORI OLTRE AL REGIME SIONISTA GIOCHINO UN RUOLO IMPORTANTE PER L’INSTABILITÁ IN QUESTA ZONA DEL MONDO?

Se analizziamo attentamente la situazione, notiamo che niente di ciò che avviene nel Vicino Oriente è indifferente per Tel Aviv. Durante il periodo della cosiddetta "primavera araba" abbiamo assistito a fenomeni che hanno pesato sull’entità sionista sia in termini positivi che negativi. Dai moti di Tunisia e Egitto, all’attacco sferrato alla Libia, alle sommosse di Yemen e Bahrein, fino a quello che è avvenuto in Siria, tutto quanto ha avuto un significato per i sionisti, nel bene o nel male. In particolare la Siria, che per molti rappresenta, assieme a Hezbollah, l’unico vero baluardo dell’antisionismo nel mondo arabo, ed essendo il principale sponsor, assieme all’Iran, della resistenza antisionista in Libano e Palestina, è da sempre considerata un nemico per i dirigenti del sionismo. Infatti la loro mano è palese nei disordini siriani anche con l’approvvigionamento di armi di fabbricazione sionista ai terroristi operanti a Damasco, ad Aleppo e in altre zone del paese.

ALCUNI ACCUSANO GLI SCIITI DI SOSTENERE IL GOVERNO DI DAMASCO SOLO PER QUESTIONI RELIGIOSE E SETTARIE, ESSENDO IL PRESIDENTE ASSAD ALAWITA, SCUOLA ISLAMICA QUESTA, PER CERTI ASPETTI VICINA A QUELLA SCIITA DUODECIMANA, ALLA QUALE ADERSCE LA VOSTRA ASSOCIAZIONE. COSA PENSA DI CIÓ?

Non è esatto. Innanzitutto non sono pochi i fratelli sunniti che conosciamo a sostenere la Siria. Il sostegno alla Siria da parte dei musulmani non è dovuto a questioni confessionali ma per la sua funzione antisionista nella regione che Damasco ricopre da alcuni decenni. La Siria è stato l’unico grande Stato arabo confinante ad aver avuto il coraggio di non accettare un trattato di sottomissione all’entità sionista. Noi siamo vicini a tutti i movimenti e le nazioni che combattono e lottano contro il sionismo. Ecco perchè sosteniamo la Siria, proprio per lo stesso motivo per cui sosteniamo anche i gruppi palestinesi che sono sunniti e non sciiti. Per noi il discrimine non è la confessione religiosa, ma la lotta per la giustizia.

TORNANDO ALL’ITALIA, COSA NE PENSA DEL FUTURO DEL NOSTRO PAESE?

Storicamente l’Italia è uno dei paesi europei più significativi, ma oggi purtroppo tutta la sua ricchezza è stata depredata, la sua cultura uccisa e le sue risorse, anche umane, vengono regolarmente svendute all’estero come se fossero scarpe da mercato. Ne consegue che l’Italia non è più un paese sovrano ma bensì subordinato alle politiche estere e alle manovre economiche di altri paesi. La colpa non è però tutta di questi altri paesi; infatti è il popolo italiano stesso a doversi fare un’autocritica e riconoscere di non aver saputo reagire spiritualmente, intellettualmente e fisicamente dopo anni ed anni di bombardamenti televisivi ove gli stereotipi erano calciatori e veline. L’italiano medio, intossicato dai mezzi di assuefazione di massa, non è stato così in grado di far valere sé stesso. Non c’è quindi da sorprendersi se nella scena politica nostrana sono giunti imprenditori, banchieri e comici. L’unica speranza per questa nazione morente è prendere nuovamente coscienza del fatto che la sfera spirituale e quella materiale sono complementari l’una con l’altra: i membri di una società sana non potranno quindi mai essere completamente felici se anche una delle due sfere non gode della massima tutela da parte dello Stato. Se non vogliamo parlare in questi termini, ognuno penserà solo a guardare al proprio piatto, piatto che però, presto o tardi, potremmo vedere vuoto.

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