Intrigo contro la Siria… due “chiacchiere” con Alessandro Lattanzio



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Intrigo contro la Siria… due “chiacchiere” con Alessandro Lattanzio

A cura di Leonardo Olivetti
Il problema siriano dura ormai da più di un anno, e le mistificazioni mediatiche continuano, insieme ai tentativi di interferenza straniera nel Paese e alle azioni terroristiche dei gruppi golpisti. La guerra contro la Siria si svolge sia da dentro che da fuori, e Russia e Cina hanno un ruolo decisivo in quello che accade. È possibile che in Siria si trovi un “compromesso” o una “tregua” tra le due parti, magari con la mediazioni di potenze esterne, come la Russia?
E’ improbabile che ci sarà una sorta di compromesso, questa carta era già stata giocata dalla Turchia di Erdogan all’inizio dei torbidi in Siria. Si trattava di una sorta di ricatto rivolto a Damasco: o accettate l’adesione al governo della Fratellanza Musulmana, finaziata dalle petromonarchie, e teleguidata dalla setta religiosa cui appartiene Erdogan, o avrete l’inferno della guerra civile. Damasco non si è piegata a tale ricatto, con sommo dispiacere anche di nostrani ex-eurasiatisti oggi in disarmo, ed è così iniziato l’assalto atlantista-salafita al governo baathista siriano. La parte dell’opposizione che intende intavolare trattattive con il governo siriano, è stata emarginata dal consesso dei cosiddetti ‘amici della Siria’. L’unica soluzione è la vittoria militare sul campo da parte delle forze armate siriane.
Mentre la Turchia, durante la Guerra in Libia, non ha mandato i propri aerei durante i bombardamenti, nella Guerra in Siria, sta tenendo una posizione dichiaratamente ostile nei confronti di Damasco, e il recente sconfinamento nello spazio aereo siriano lo dimostra. Più volte, dopo l’incidente aereo, si è pensato ad un possibile intervento diretto turco e della NATO in Siria. Quanto è fattibile questa soluzione?
La Turchia ha partecipato direttamente all’aggressione militare alla Libia, anche con suoi velivoli militari. L’incidente del Phantom turco è stato frutto di una provocazione orchestrata da Ankara. La pronta reazione della difesa aerea siriana, però, ha convinto le autorità turche che un’inasprimento dell’avventurismo turco in Siria, potrebbe avere conseguenze costose e gravi sul piano politico, economico, diplomatico e militare per Erdogan, la sua leadership e le sue aspirazioni egemoniche regionali.
Anche in Occidente, pare sempre più evidente il fattore religioso nel contesto siriano, constatando che la società siriana è storicamente multiconfessionale e laica, ed il Presidente Assad è di religione alawita, che è una netta minoranza, mentre la maggioranza della popolazione è sunnita. Quanto, e in che termini, è importante il fattore religioso in Siria, constatando anche la situazione geopolitica e religiosa del Mashreq?
Non si tratta di questioni religiose, ma di azioni prettamente politico-strategiche mascherate da scontro religioso al doppio scopo di camuffare le reali cause e obiettivi di questa crisi, e per concedere alle screditatissime petromonarchie arabe una parvenza di legittimità, comprando la benedizione dalle gerarchie religiose più oscurantiste delle correnti settarie sunnite più arretrate. E’ uno scontro tra lo strato finanziario parassitario e compradore filoccidentale del Golfo Persico, e lo strato nazionalista, sviluppista e statalista che guida Algeria, Siria, Iraq e Iran. In mezzo, si trova l’Egitto, il campo di battaglia in cui si scontreranno, nell’immediato futuro, queste due tendenze generali del mondo mediorientale.
Si parla poco del fatto che i golpisti siriani siano economicamente e militarmente foraggiati da paesi arabi come l’Arabia Saudita e il Qatar, e dai servizi segreti di alcuni Paesi Occidentali, come gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia. Quanto, e in che maniera, vengono foraggiati i golpisti siriani, e quanto ha influito ciò sugli eventi?
I torbidi in Siria sono stati pianificati fin dall’inizio, grazie a una serie di operazioni d’influenza e manipolazione attuate dalle varie intelligence ed ONG occidentali presenti nel Mondo Arabo. L’appoggio esterno, della NATO e dei Paesi del Consiglio del Golfo, è stato determinante nel far persistere e nell’alimentare il terrorismo e il banditismo in Siria. Se non fosse stato per l’assistenza militare, spionistica, terroristica, finanziaria, doplomatica, disinformativa e propagandistica dell’occidente, delle petromonarchie arabe e delle correnti estremiste del salafismo e del militantismo sunnita, la cosidetta ‘primavera siriana’ si sarebbe spenta in pochi giorni.
Poco si conosce, in Occidente, riguardo ai due eserciti che si stanno affrontando sul campo di battaglia, nè sulle reali condizioni geostrategiche dei due avversari e sulla loro posizione. Quali aree, sono effettivamente, sotto il controllo dei golpisti? Quale dei due Eserciti sta avendo la meglio, e quale dei due, sempre se non ci saranno ingerenze diritte straniere, ha più possibilità di vittoria?
Il cosiddetto esercito libero siriano, a parte alcuni quartieri di Homs, e due aree siriane al confine con la regione di Hatay, in Turchia, e con il Libano settentrionale, dove risiedono i santuari protetti dell’esercito terrorista, non controlla nulla, se non dei covi nelle regioni marginali, montuose e semidesertiche. Lontano dalla aree urbane o abitate. Ciò spiega molto sul vero peso popolare dei ‘freedom fighter siriani’. Le forze armate siriane hanno inflitto, entro la primavera del 2012, quindi escludendo gli ultimi quattro mesi, almeno 5000 perdite tra le file delle bande armate taqfirite, salafite e mercenarie che operano in Siria. La prevalenza, in condizione di stabilizzazione interna, nel caso della guerriglia, spetta storicamente alle forze armate regolari. Non c’è motivo di pensare che in Siria, oggi, ciò non debba prevalere.
Nel Mashreq, la competizione tra Riyadh, stato arabo, wahabita e monarchico, e Teheran, persiano e sciita, ha certamente un grandissimo peso nella questione siriana. In che modo, un’eventuale regime cambio di regime a Damasco, scuoterebbe l’equilibrio tra Riyadh e Teheran, e, più in generale, le forze nel Medio Oriente, in un’ottica rivolta ad un possibile futuro conflitto con l’Iran, da parte dell’Occidente?
Il cambio di regime in Siria, significherebbe solo l’avvento del caos e una ennesima guerra civile, in territorio siriano, accompagnate da pulizie etniche e scontri etnico-confessionali alimentati dal circo delle ONG umanitario-spionistiche dell’imperilismo occidentale. L’unico obiettivo raggiunto, sarebbe la disintegrazione ulteriore della stabilità regionale, che riaccenderebbe la guerra civile in Iraq, riacutizzerebbe la guerriglia in Turchia (un movente che trattiene le forze armate turche dal gettarsi nell’avventura siriana), allargherebbe l’influenza d’Israele e dello stato fantoccio curdo, instaurato dal Pentagono. L’Arabia Saudita e gli staterelli petromonarchici sfogano parte delle loro tensioni interne alimentando le tensioni in Egitto, Iraq e Siria. Ma alla lunga, i contraccolpi di tale azione si faranno sentire, e la debolezza strutturale interna di questi petrosceiccati, oggi tanto osannati per via della capienza delle loro casseforti, si manifesterà appieno, forse persino trascinandoli alla dissoluzione politico-geografica. Per Tehran è solo questione di attendere, mentre aiuta la Siria e l’Iraq ad attraversare questa tempesta primaverile.
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Video di Presentazione Intrigo contro la Siria

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Radiografia di un “Intrigo contro la Siria”

Da Alessandro Lattanzio uno studio che spiega le trame che violentano i popoli
Davide D’Amario Rinascita 21 Luglio
 La giovane e combattiva Anteo Editrice da alle stampe il libro “Intrigo contro la Siria” dello studioso Alessandro Lattanzio già autore per la stessa casa editrice di un bellissimo libro sull’aggressione occidentalista alla Libia. Un libro questo che porta i contributi anche Ouday Ramadan e Costanzo Preve.
Un libro che narra di come una nazione libera e sovrana viene attaccata da più fronti. Un regime, un presidente, un popolo aggrediti dai ratti, dai mercenari, dai pennivendoli della “Repubblica Universale mondialista”. Quale miglior modo di “recensire” il libro se non rivolgere ad Alessandro Lattanzio qualche domanda …

Alessandro Lattanzio, la Siria baathista è sotto assedio … una guerra dichiarata dall’imperialismo occidentalista per tramite di embargo, disinformazione e terrorismo… oggi anche la capitale Damasco sembra non esser immune dalla vergognosa azione di mercenari e tagliagole al soldo di stati capitalisti e servizi segreti occidentali … può inquadrare meglio tale azione di destabilizzazione?
L’aggressione alla Siria, camuffata da ‘rivolta primaverile per la democrazia’, è stata pianificata da anni da parte degli USA e dei suoi alleati della NATO e arabi. In prima fila, in questo complotto, vi si trovano i regimi retrogradi delle petromonarchie. Lo scopo principale di tale aggressione è contenere l’espansione dell’influenza dell’Iran; espansione favorita dalla catastrofica e inutile ventennale guerra all’Iraq, avviata dalle amministrazioni statunitensi di Bush senior, Clinton e Bush junior. Il peso insopportabile delle guerre perdute, in Afghanistan come in Iraq, aveva spinto l’amministrazione di Obama a ritirarsi dall’Iraq. Ma non prima di assicurarsi l’appoggio delle monarchie settarie sunnite del Golfo Persico, economicamente, militarmente e politicamente succubi degli USA. La Primavera araba, non è null’altro che lo scontro tra regimi compradores, legati al mercato borsistico-finanziario occidentale, e stati nazionalisti e socialisti, come Algeria, Siria, Iran e dell’Iraq in via di affrancamento dal controllo di Washington.

Una curiosità, come è composto il governo o meglio la struttura di potere del presidente Assad … può narrarci brevemente anche la dimensione e le idee guida del movimento baathista? … insomma perché la Siria fa paura?
La Repubblica Araba Siriana fonda la sua costituzione sull’ideologia del Partito della Rinascita Araba, il Baath, il cui scopo ultimo è l’affrancamento del Mondo Arabo dal colonialismo, dall’imperialismo e dall’oscurantismo settario, tutti fattori che impediscono al Mondo Arabo di uscire dalle continue tensioni politiche, economiche e sociali che generano crisi endemiche che sfociano, spesso, in conflitti, civili o interstatali. Tutto ciò impedisce agli stati arabi di poter sfruttare le proprie risorse per avviare un processo di sviluppo socio-economico risolutivo. Il Baath e i suoi alleati politici, rappresentano tutto ciò, coniugato a quella resistenza antimperialista e antisionista che ha sempre portato avanti nella regione. Il crollo della Siria significherebbe la cancellazione delle esperienze socialiste, antifeudali e antimperialiste che hanno caratterizzato le regioni più avanzate del Mondo Arabo; e contemporaneamente il trionfo geopolitico e strategico delle suddette dipendenza arabe dell’imperialismo occidentale, caratterizzate da subalternità economico-strategica, complementarietà diplomatica e arretratezza socio-culturale. Non va escluso, anzi, che l’eventuale trionfo di queste forze coloniali e oscurantiste, non trascini l’intero Medio Oriente nella dissoluzione, caratterizzata da guerre etniche, civili, persecuzioni religiose e un’oppressione tale da comportare nuove e più drammatiche esplosioni popolari.
Quali son state le tecniche della disinformazione di massa dell’invenzione “del mostro sanguinario” in Siria? Quali i canali informativi che ne hanno preso la testa?
Le tecniche sono sempre le stesse, dai tempi della Prima Guerra Mondiale, quando i giornali-trombettieri guerrafondai accusavano i tedeschi di tagliare le mani ai bambini belgi. Ecco, la tecnica è semplice, riempire i media di ogni tipo di disinformazione riguardo al paese bersagliato dall’azione della NATO. Dalle stragi inventate o arbitrariamente attribuite al governo preso di mire, alla propaganda gossippara, tesa a cercare di screditare le singole figure appartenenti o vicine allo Stato preso di mira. Si è visto con Gheddafi, ben prima del golpe del 15 febbraio 2011, quando il TG3, nell’estate del 2010, imbastì un’operazione di discredito contro la Jamahiriya Libica, intervistando dei presunti ‘prigionieri eritrei dei lager libici’, che sebbene bastonati, incatenati e torturati dalla bieca guardia ‘gheddafiana’, poterono ripetutamente parlare in diretta televisiva, con il giornalista del TG3 Giuliano Giubilei, cosa alquanto difficile per un comune cittadino italiano, mediamente libero, ma a quanto pare assai più alla portata per dei profughi in catene nel bel mezzo del deserto del Sahara… E a proposito di canali disinformativi, oltre ai canali occidentali e panarabi, come al-Jazeera, che non dimentichiamolo, ha stipulato un accordo casualmente con la RAI, sono stati arruolati in questa operazione anche varie cosiddette ONG, da quella di Gino Strada a quelle cosiddette antirazziste, per arrivare alla maggior parte della ‘sinistra antagonista’ o perfino antimperialista.
Un’operazione collegata con la campagna pubblicitaria Freedom Flotilla, finanziata dal Qatar e dai Turchi, volta a legittimare, o quanto meno a occultare, l’azione armata contro la Libia e ad acquisire la fedeltà e l’appoggio delle succitate forze ‘antagoniste’. Non si dimentichi, infine, che il governo voluto dal ‘risorgimentale’ Napolitano, fa ampiamente affidamento sui forzieri turchi e qatarioti per risolvere parte dei problemi economici della nostra repubblica.

Le ultime notizie non son particolarmente incoraggianti per i militanti antimperialisti, sembra che il cerchio si stia chiudendo intorno alla dirigenza sia politica che militare baathista … sarà, fatte le dovute distinzioni, un’altra Libia? … la Siria riuscirà a farcela? Russia e Cina cederanno?
Non si chiude nessun cerchio intorno alla Siria, già negli anni ‘80 ha subito un’aggressione altrettanto grave. La perdita di due alti componenti del governo e della leadership siriana, è grave e dolorosa, ma il Baath è un partito strutturato e organizzato. Ha le risorse per sostituire i suoi esponenti caduti in combattimento. La struttura politico-amministrativa della Siria non si basa sull’errata teoria del Libro Verde, ma sull’esperienza del Komintern e sull’esperienza del Baath, un partito panarabo dalla lunga storia. Infine, Mosca e Beijing sanno benissimo cosa accade in Siria, e dopo la fallimentare esperienza liberale di Medvedev, in campo internazionale non permetteranno che si ripeta la tragedia farsesca dell’aggressione alla Libia. L’ONU e la Lega Araba non potranno più agire impunemente da mascheratura dei piani dell’alleanza atlantista-islamista.
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Video presentazione Intrigo contro la Siria

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INTRIGO CONTRO LA SIRIA

LA SIRIA BAATHISTA TRA GEOPOLITICA, IMPERIALISMO E TERRORISMO 2011-2012
di Alessandro Lattanzio
2012, p. 286, ISBN: 9788890737916, € 22,00
Anteo Edizioni 
La Siria è sottoposta a una pressione internazionale, che viene esercitata tramite diversi mezzi, militari, spionistici, terroristici, economici e mediatici. Organizzare una simile operazione ha richiesto molto tempo, grandi risorse e un’ampia rete di supporto e sostegno, che comprende sia capi di stato ed ex-ministri, che docenti, politici e militanti radicali islamici, arabi, turchi e occidentali. Ovviamente con il necessario supporto di dissidenti, terroristi e traditori di origine siriana. In questo testo si prova a definire il quadro dell’intrigo contro la Siria.
Prefazione di Ouday Ramadan
Saggio introduttivo di Costanzo Preve

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