In Occidente, ogni volta che qualcuno critica Tel Aviv e le
sue politiche, viene accusato di antisemitismo. Alcuni addirittura hanno
sostenuto la tesi secondo la quale antisemitismo e antisionismo sarebbero
sinonimi. Ma questa posizione, a prescindere dalle motivazioni che portano a
tali analisi, è oggettivamente errata. Le posizioni antisemite, da qualsiasi
individuo derivino, sono errate e condannabili. Quando una persona parla di
“odio contro gli ebrei”, è assolutamente condannabile e ciò è un principio
indiscutibile.
D’altronde il sionismo, non è una religione, ne tantomeno una
lingua, ma è un’ideologia secolare, moderna, laica, spesso in antitesi con la
religione ebraica. Negli ambienti ebraici, soprattutto verso la fine del XIX
secolo, quando nacque l’ideologia sionista, frutto dell’influenza che aveva
avuto il nazionalismo europeo ottocentesco sugli ebrei residenti in Europa, i
primi a opporsi al sionismo furono gli ebrei ortodossi e religiosi.
Successivamente però, molti ebrei ortodossi, per diversi motivi, aderirono
all’idea sionista, ma ancora oggi, le voci più critiche nei confronti del
sionismo, sono quelle derivanti da ambienti ebraici religiosi, con il famoso
movimento antisionista ebraico dei rabbini in Nord America e in altri paesi.
Evidentemente nessuna persona razionale può accusare gli stessi
ebrei di essere antisemiti, visto che sarebbe un non senso. Quindi
l’antisemitismo e l’antisionismo sono due atteggiamenti assolutamente
antitetici. Un vero antisionista non sarà mai antisemita. Però non è sempre
vero il contrario. Vi sono dei casi infatti che dimostrano come persone
antisemite, abbiano un atteggiamento filosionista. La storia europea è piena di
questi aneddoti e di esempi di questo tipo. Moltissimi intellettuali e politici
europei con idee razziste e antisemite erano sostenitori del sionismo. E’ noto
a tutti anche il fatto che i sionisti
hanno collaborato con persone e istituzioni antisemite e razziste. Sulle
collaborazioni tra sionisti e razzisti rimandiamo alla lettura di un
interessante libro dello studioso Renzo De Felice, intitolato “Il fascismo e
l’Oriente”, nonché all’opera di David Yisraeli, “Germany and Zionism”.
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Ma un’altra considerazione è doverosa. Alcuni in ogni caso,
accusano anche gli antisionisti di antisemitismo, e dicono che in realtà
l’antisionismo maschera l’antisemitismo; a noi sembra invece che essere
antisionisti in realtà vuol dire essere contrari al razzismo. Anche la massima
autorità concernente il diritto internazionale conferma ciò. Infatti l’ONU, in
un documento approvato dall’Assemblea Generale nel novembre del 1975, ha
chiaramente bollato il sionismo come forma di razzismo. Nel testo si dice
apertamente: “il sionismo è una forma di razzismo e di discriminazione
razziale”. Da ciò comprendiamo che essere antisionisti non solo non è
antisemitismo, a patto evidentemente di non cadere in un sentimento antisemita
propriamente detto, che bisogna condannare in ogni caso, ma è in realtà una
forma di antirazzismo, come spiegato anche dal documento del 1975 approvato
dall’Assemblea Generale dell’ONU.
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