Intervista a Jafar Rada, studioso di Islam e delle questioni del Vicino e Medio Oriente


Intervista a Jafar Rada, studioso di Islam e delle questioni del Vicino e Medio Oriente: la Siria e la primavera araba




Cosa pensa del discorso del presidente Assad della scorsa domenica, principalmente riguardo il suo piano per uscire dalla crisi e dalla spirale di violenze?

Il presidente Assad ha parlato  da vero statista ovvero da capo carismatico che ha come solo obiettivo gli interessi del proprio popolo e l'indipendenza della propria nazione. Egli ha teso dunque una mano alle forze patriottiche che vi sono nell'opposizione , a quelle forze non armate  che non prendono ordini dall'occidente imperialista. Bisogna però ammettere che queste forze non contano molto (mi sembra di capire questo dall'analisi dei fatti e spero naturalmente di sbagliarmi) nel panorama politico siriano. I grandi attori sono due: il popolo siriano fedele al governo nazionale e socialista e i gruppi terroristi finanziati dall'estero. Gli appartenenti a questi gruppi sono  per la maggior parte arabi non siriani, però dobbiamo dire che al loro interno vi sono anche siriani, ratti che emergono ciclicamente. Costoro ,i siriani  appartenenti ai gruppi terroristi, provengono da determinate zone geografiche che hanno sempre osteggiato (pensiamo alle rivolte dei primi anni ‘80) il governo socialista del partito Bath.

C'è secondo lei una reale possibilità di vedere la fine delle violenze nel breve periodo in Siria?

Sinceramente penso di no, in quanto l'occidente (per occidente intendo l'Europa, escludendo naturalmente Russia e Bielorussia ,gli Stati Uniti d'America e l'entità sionista) e i suoi servi arabi e turchi hanno a disposizione  illimitate risorse finanziarie e ahimè anche umane (bisogna ammettere che il 90% del mondo sunnita è convinto che Assad sia un dittatore sanguinario che opprime e massacra il proprio popolo). Fino a quando continueranno ad esistere campi di addestramento per i terroristi e i finanziamenti, il tutto proseguirà. In Siria si sta in parte ripresentando lo scenario afghano degli anni ‘80 dove avevamo la convergenza fra interessi occidentali e il fondamentalismo islamico di matrice sunnita.

Come valuta il ruolo di Cina, Iran e Russia nella crisi?

Positivamente, soprattutto la posizione presa dal governo della Repubblica Islamica il quale si è schierato in maniera netta e decisa dalla parte del popolo siriano e del suo legittimo governo. Russia e Cina , memori  anche dello" scherzetto" fatto a loro in Libia da parte degli occidentali con la risoluzione ONU che instaurava una  no fly zone, preludio ai bombardamenti terroristici contro la Jamahyria, (la Russia ha inoltre una base militare in Siria), hanno assunto una posizione simile. D'altronde bisognerà che qualcuno fermi la deriva terroristica e interventista dell'occidente plutocratico: non è possibile che costoro ogni anno bombardino e attacchino un paese in nome naturalmente della pace.


Quale è il ruolo invece dei paesi arabi, della NATO e di Israele?

Nato, paesi arabi e Israele, rendiamoci conto, sono le dita della stessa mano. Purtroppo, l'imperialismo trova sempre agenti in loco disposti a servire i suoi interessi: in questo caso i gruppi salafiti, wahabiti , e non solo, in quanto per quello che ho capito, la ,chiamiamola così, "maggioranza silenziosa" delle masse arabe e sunnite appoggia e/o simpatizza per i terroristi che agiscono in Siria o che hanno agito in  Libia. E' un dato di fatto :non possiamo nasconderci! Vedere manifestazioni nel mondo arabo ove si ringraziano Francia e Inghilterra per i bombardamenti contro la Libia fa capire tutto...

Alcuni hanno accusato Hezbollah di essere un "finto" movimento rivoluzionario, in quanto in Siria il partito libanese non ha supportato la rivolta. Come vede il ruolo del movimento di Nasrallah in tutto questo?

In Siria non vi è una rivolta popolare. Hezbollah sta con i rivoluzionari antimperialisti e antisionisti: in Siria questi rivoluzionari stanno al governo, non certo fra le file dell'opposizione finanziata  e addestrata dall'occidente. Inoltre bisogna capire, ammesso e non concesso che in Siria vi sia una rivolta, che non tutte le sollevazioni popolari sono rivoluzionarie: certe sollevazioni risultano invece essere reazionarie, artefatte e prodotte dall'esterno! Sarebbe come dire che l'episodio della baia dei porci a Cuba o la tentata sollevazione di circa 10-12 anni fa contro il presidente Chavez in Venezuela furono  rivoluzioni popolari...

Come andrà a finire la "primavera araba"?

Secondo me hanno già ottenuto quello che si proponevano, o che l'occidente, che le ha guidate, si proponeva (l'unico vero caso di rivoluzione è quello del Bahrein che non voglio assolutamente assimilare alle primavere arabe): defenestrazione di leader oramai giunti al termine della loro esperienza umana e politica (Ben Ali e Mubarak) con l'arrivo al potere di altri soggetti uguali se non peggio di loro, però con una coloratura islamica. L'altro obiettivo che si proponeva l'occidente e che è stato realizzato a metà era la fine degli unici due governi antimperialisti presenti nel mondo arabo: la Libia e la Siria. In Libia ci sono riusciti, in Siria non ci riusciranno!

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