Libano. Riformare la legge elettorale: quali proposte?


A giugno i libanesi saranno chiamati a rinnovare il Parlamento, ma prima serve una legge elettorale che sostituisca quella adottata nel 2008*. Incontriamo Rony al-Asaad, responsabile della Ong Civil Campaign for Electoral Reform (CCER) che si occupa di lobbying e monitoraggio delle elezioni.




di Giacomo Galeno


In cosa consiste il disegno di legge promosso dal governo?
Le forze politiche che formano l'attuale governo hanno raggiunto un accordo su una proposta di modifica della legge elettorale discussa attualmente in commissione parlamentare. Questa proposta è basata sulla fusione di un sistema proporzionale con 14 circoscrizioni elettorali: 13 all'interno del paese e una estera  che vale 6 seggi. 
Con la nuova legge, il numero dei deputati passerebbe da 128 a 134 e verrebbe introdotta una quota rosa pari al 10%, il che significa che nelle circoscrizioni che mettono in palio mediamente 10 seggi, almeno un posto dovrà essere destinato ad una donna. 

Cosa pensa il CCER di questa proposta?
Abbiamo apprezzato la scelta del sistema proporzionale, ma non siamo pienamente soddisfatti rispetto alle circoscrizioni di medie dimensioni disegnate seguendo gli interessi dei partiti e non l'esigenza di una giusta rappresentazione. 
Ovviamente la scelta di dimezzare il numero delle circoscrizioni (da 24 a 13) va nella direzione auspicata dal CCER, ma non è abbastanza. Inoltre, non possiamo che valutare negativamente la proposta di aggiungere 6 deputati per la circoscrizione estero.

Quali sono le proposte di legge presentate dalle forze politiche cristiane?
La posizione  degli ortodossi, espressa per bocca di Michel Aoun - leader del Movimento Patriottico Libero (MPL) affiliato alla Coalizione 8 marzo - si riassume in un sistema proporzionale con il Libano ridotto ad una unica circoscrizione elettorale. 
La proposta presenta alcuni punti di criticità, come ad esempio l'eliminazione del sistema del collegio elettorale unico secondo cui gli elettori di ogni comunità votano per tutti i seggi; anche quelli non attribuiti alla comunità d'appartenenza. 
Secondo la proposta di legge aounista, al contrario, i membri di ogni comunità votano solo per i candidati appartenenti alla propria comunità.
Secondo il CCER con questo sistema proporzionale i distretti da geografici diventano confessionali. 

Quali sono le proposte delle forze politiche cristiane della Coalizione 14 marzo?
I partiti cristiani della Coalizione 14 marzo - le Forze Libanesi, il Partito Falangista e Boutros Harb - hanno invece previsto una legge elettorale basata su un sistema maggioritario ad un turno, con il Libano suddiviso in 50 circoscrizioni elettorali (quindi molto piccole). Ad ogni circoscrizione verrebbero attribuiti al massimo 3 seggi. 

Qual è la logica sottostante a queste tre proposte di modifica della legge elettorale: quella del governo, quella dei cristiani della Coalizione 8 marzo e infine quella delle forze cristiane affiliate alla Coalizione 14 marzo?
Consideriamo maggiormente affidabile la proposta governativa rispetto alle altre due, perché assomiglia a un sistema proporzionale e propone circoscrizioni elettorali geograficamente più estese di quelle attuali. 

Perché l'attuale governo (pro 8 marzo) avrebbe scelto una legge che apparentemente andrebbe contro gli interessi delle forze politiche tradizionali e consolidate nel paese?
In realtà le circoscrizioni elettorali, per come sono state disegnate, ricalcano gli interessi dei partiti attualmente al governo. AmalHezbollah, il partito di Michel Aoun ed anche Najib Miqati (attuale primo ministro) vedrebbero salvaguardati i loro interessi elettorali. 

Perché Michel Aoun ha promosso un tale disegno di legge?
Nel caso di Michel Aoun, con il sistema da lui proposto non guadagnerebbe molti più seggi di quelli che ha già. La scelta del proporzionale per il suo movimento è più indirizzata a valorizzare i voti cristiani in aree in cui sono elettoralmente deboli perché tradizionalmente minoritari, come ad esempio l'Akkar nel nord e le regioni del sud (dove la comunità sciita è demograficamente più forte).

E per  quanto riguarda la proposta delle forze cristiane del 14 marzo? 
La proposta di legge dei partiti cristiani del 14 marzo cerca di invece di isolare i blocchi comunitari, in particolare quelli cristiani.

Sulla scia dell'esperienza del 2005, (si veda la Commissione Boutros istituita dal primo ministro dell'epoca Fouad Siniora), il CCER anche questa volta è stato invitato a partecipare alla discussione della proposta di legge governativa?
No, non è stato invitato. Però nel disegno di legge delle forze cristiane del 14 marzo è stata introdotta la Commissione elettorale indipendente, idea questa promossa proprio dal CCER e recepita nel disegno di legge proposto dalla Commissione Boutros.

Secondo alcune fonti, cinque deputati del 14 marzo (membri della commissione parlamentare che sta discutendo il disegno di legge del governo), hanno ricevuto minacce dopo l'attentato a Wissam al-Hassan e quindi non starebbero partecipando ai lavori della commissione perché ‘chiusi in casa’. È vero?
Sì, è vero, ma non è questo il problema principale. La Coalizione 14 marzo - attualmente all'opposizione - dopo l'attentato ha deciso di interrompere il dialogo con il governo richiedendone le dimissioni. 
In ogni caso né Saad Hariri (leader del partito sunnita Movimento per il Futuro e della Coalizione 14 marzo), e nemmeno Walid Jumblatt voteranno il disegno legge presentato dal governo. 
Conseguentemente non c'è una maggioranza parlamentare a sostegno di questa proposta. Hariri con la proposta governativa perderebbe molti più seggi rispetto ai partiti sciiti. Il sistema proporzionale farebbe emergere i leader minori della comunità sunnita, oppositori di Hariri, indebolendone conseguentemente la posizione. 
Un fenomeno questo che non si riproduce nella stessa misura all'interno della comunità sciita che ha invece una leadership molto più solida. 
Attualmente si sta aprendo la possibilità, sponsorizzata principalmente dal 14 marzo ma che potrebbe ottenere l'adesione anche dell'8 marzo, di riprendere il lavoro della Commissione Boutros. 
Ricordo brevemente che il disegno di legge proposto dalla Commissione Boutros prevedeva un sistema elettorale misto proporzionale/maggioritario e con circoscrizioni elettorali miste grandi/piccole o muhafaza/qaza). 

Considerando che le elezioni legislative saranno a giugno 2013, quanto tempo rimane alla classe politica per trovare un accordo per una nuova legge elettorale?
Marwan Charbel, ministro degli Interni, ha dichiarato che il Parlamento dovrebbe adottare la nuova legge elettorale prima di gennaio 2013, in modo da venire incontro alle esigenze organizzative del suo dicastero. 
Tuttavia se scorriamo la storia del Libano le leggi elettorali sono sempre state adottate come provvedimenti in extremis. È dunque lecito aspettarsi un ritardo di due o tre mesi, il che farebbe scalare il termine ultimo tra febbraio e marzo 2013. 

Secondo lei verrà adottata una nuova legge elettorale o c'è il rischio che le prossime elezioni si svolgano con le regole attualmente in vigore?
Personalmente penso che verrà adottata una nuova legge elettorale, anche se questa mia affermazione non è priva di incognite. In ogni caso il 14 marzo ha già dichiarato che farà ostruzionismo, insieme a Jumblatt, nei confronti della proposta governativa anche perché, con tutta probabilità, con l'attuale legge elettorale il 14 marzo insieme ai i drusi avrebbero nuovamente la maggioranza parlamentare. 

*La legge del 2008 recepisce i risultati degli accordi di Doha ed è basata sulla legge del 1960 (sistema maggioritario ad un turno e divisione del paese in 24 circoscrizioni elettorali di piccole dimensioni o qaza).

30 gennaio 2013 

http://www.osservatorioiraq.it/libano-riformare-la-legge-elettorale-quali-proposte

Questo articolo non necessariamente rappresenta la linea editoriale di questo blog, ma è solo uno spunto per la riflessione 

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