Membro della Duma: "il caos nella regione è frutto del lavoro degli jihadisti appoggiati dall'Occidente"





"La Russia è sulla frontiera, siamo nel territorio del jihad", dice Yevgeny Satanovsky, Presidente dell'Istituto indipendente di studi mediorientali a Mosca.

"Le nostre frontiere, ovvero il Caucaso settentrionale, l'Asia centrale e anche la regione centrale del Volga sono minacciate. Noi abbiamo le idee molto chiare su chi sia il nemico. Pensavamo che gli americani e gli europei avessero capito anche loro. Eppure sembrano sempre pronti a giocare con il fuoco e a utilizzare militanti Jihadisti contro la Russia e i suoi interessi nazionali – come hanno fatto in Afghanistan, Cecenia, Libia e Siria", ha aggiunto Satanovsky. "Tutti i tentativi di esportare la rivoluzione sono andati male" ha invece detto Andrei Klimov, Vice Presidente della Commissione per gli affari internazionali della Duma di stato.

"In Iraq, gli americani sono venuti a eliminare fittizie armi di distruzione di massa ed invece hanno eliminato tutti i pilastri della stabilità in quel paese. Guardate il pasticcio in cui si trova l'Iraq oggi... La Libia era stabile, la Siria era stabile, fino a quando non sono arrivati i Jihadisti spalleggiati dagli occidentali. Tutto questo caos è un dono dei militanti fondamentalisti", ha aggiunto Klimov.

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