Tour politico in Iran: luoghi da visitare per un bravo antimperialista in visita nella Repubblica islamica


Tour politico in Iran: luoghi da visitare per un bravo antimperialista in visita nella Repubblica islamica


Uno dei luoghi che più di altri consiglierei di visitare per un bravo militante antimperialista in visita nella Repubblica islamica dell’Iran, è senza ombra di dubbio via Bobby Sands a Tehran.
Le autorità iraniane, che hanno tutto sommato, un umorismo tutt’altro che anglosassone, hanno deciso di nominare una via nelle vicinanze della sede diplomatica britannica in Iran, con il nome di questo martire della Rivoluzione anticolonialista irlandese.



alcuni bravi turisti a Tehran coi vessilli irlandesi sotto la targa recante la dicitura via Bobby Sands
Bobby Sands, chi era costui vi chiederete? Ebbene, il 9 marzo ricorre l’anniversario della nascita (1954) di un personaggio entrato a far parte della leggenda di coloro che la vita l’hanno perduta nel nome della difesa della libertà e della giustizia. Per conoscere la sua storia tocca spostarci in terra d’Irlanda, dove lacrime e sangue hanno spadroneggiato per tutto il Novecento. Nato in un sobborgo di Belfast, il giovane Robert (da qui “Bobby”), di famiglia cattolica, fin da ragazzo non ebbe altra scelta che quella di dedicarsi alla lotta in difesa di quei diritti che i lealisti protestanti violavano con la forza della repressione e delle intimidazioni. Nel 1972 entra inevitabilmente a far parte della P.I.R.A. (Provisional Irish Republican Army), organizzazione paramilitare di derivazione cattolica nata dalla scissione dell’originaria I.R.A, l’esercito repubblicano irlandese tanto per capirsi, a cui è affidato il compito di proteggere i cattolici, e che nel corso degli anni successivi metterà in moto la macchina della violenza allo scopo di imporre la fine della presenza britannica in Irlanda del Nord. Proprio nel 1972 il maledetto “Bloody Sunday” di Derry, con l’uccisione da parte dei paracadutisti inglesi di 13 cittadini che manifestavano a favore dei diritti civili, scolpisce in maniera profonda nell’animo di Sands la volontà di lottare per qualcosa che vada al di là della mera sopravvivenza. Arrestato alla fine del 1972 per possesso di armi, sconta senza processo quattro anni di galera per ritrovare la libertà nel 1976. Attivo come pochi, energico, carismatico, Bobby nel frattempo vede crescere il figlio Gerard, nato nel 1973 dal matrimonio con Geraldine Noade, ma la gioia è di breve durata. Nell’ottobre 1976 ancora una volta la giustizia – mai termine fu più improprio, in questo caso – si abbatte su di lui e altri tre compagni, che vengono arrestati per il ritrovamento nella loro macchina di armi da fuoco, tra cui una pistola usata nella sparatoria con la Royal Ulster Constabulary (la polizia reale dell’Ulster). Il processo dell’anno dopo lo assolve per il reato di partecipazione all’attentato a suon di bombe di Dunmarry, ma viene condannato a quattordici anni di reclusione per possesso, appunto, di armi da fuoco.
Murale di Bobby Sands a Belfast – it.wikipedia.org

La detenzione nella terribile prigione di Long Kesh, “the Maze”, nel famigerato blocco H, segna l’epilogo della vita di Bobby Sands. Le condizioni di trattamento a cui sono sottoposti gli insurrezionisti irlandesi sono tra le più dure, equiparabili a quelle di un lager: fame, freddo, maltrattamenti e umiliazioni, norme igieniche inesistenti. Sands e gli altri detenuti repubblicani avviano nel corso degli anni una serie di proteste atte a sensibilizzare le istituzioni alla tutela dei loro diritti umani, senza ottenere dal governo inglese rassicurazioni convincenti. Perché venga infine riconosciuto loro lo stato di prigionieri politici, fino ad allora non concesso, nel 1980 si giunge alla forma di protesta estrema: lo sciopero della fame. Margareth Thatcher, premier inglese mai come stavolta intransigente “Lady di ferro”, non dà segnali di apertura, e il secondo sciopero, questo a rotazione e non collettivo, costa la vita a Bobby Sands – nel frattempo, ironia della sorte, eletto membro della Camera dei Comuni del Parlamento britannico – al termine di un digiuno durato 66 giorni, dal 1 marzo al 5 maggio 1981.
Vedi http://www.postpopuli.it/4607-ne-nome-di-bobby-sands/

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