I limiti della politica regionale egiziana e i rapporti con l'Iran


La politica dell'Iran in Egitto è legata alla Fratellanza
Mustafa al-Labbad
Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad non si aspettava una serie di richieste così proibitive da al-Azhar: i diritti dei sunniti in Iran, i diritti degli arabi in Khuzestan, la non-interferenza negli affari del Bahrain, fermare lo spargimento di sangue in Siria e arrestare la diffusione dello Sciismo nei paesi sunniti.
La visita di Ahmadinejad al Cairo per partecipare al vertice dell'Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) ha spostato i riflettori dal vertice. La visita è stata la prima di un presidente iraniano in carica. Il travagliato rapporto tra i due principali poli orientali, tormentato per più di tre decenni, sembra essere migliorato.
La grandiosa accoglienza all'aeroporto che Ahmadinejad ha ricevuto dal suo omologo egiziano ha innescato la speculazione secondo la quale le relazioni tra i due paesi fossero sul punto di riprendere e che un nuovo asse regionale, che avrebbe rotto l'equilibrio esistente, stava per nascere. Ma l'incontro del presidente iraniano con il Grande Sheikh della moschea di al-Azhar ha versato acqua fredda sui sogni iraniani. Quali saranno le future relazioni tra Egitto e Iran dopo la visita di Ahmadinejad al Cairo? Quali sono le carenze della nuova politica regionale dell'Egitto, così come traspaiono in seguito alla visita del presidente iraniano?

Il futuro delle relazioni Egitto-Iran
Il presidente iraniano ha scelto di recarsi ad al-Azhar subito dopo l'incontro con il Presidente egiziano Mohammed Morsi, perché Teheran vuole appoggiarsi sulla storia illustre di al-Azhar, avvicinare tra loro i seguaci di differenti sette islamiche e allentare la tensione nella regione tra sunniti e sciiti.
La religione gioca un ruolo nella politica iraniana, perché la religione è nella Costituzione iraniana ed è stata parte della prassi politica del paese per più di tre decenni. Così si è pensato che la dimensione sempre più religiosa del nuovo Egitto avrebbe potuto rappresentare un terreno comune tra Teheran e Il Cairo. Eppure la tensione settaria che affligge la regione da anni, e per la quale tutte le parti sono da biasimare, è diventata purtroppo la principale ragione di conflitto in Medio Oriente.
Il presidente iraniano si è seduto infatti vicino al Grande Imam della moschea di al-Azhar Ahmed al-Tayyeb, e ha fatto il segno di vittoria con la mano davanti alle telecamere, ma poi l'umore è cambiato rapidamente. Ahmadinejad è stato sorpreso dal fatto che alla conferenza stampa congiunta non abbia partecipato al-Tayyeb, ma il suo consigliere Sheikh Hassan al-Shafei, che ha elencato una serie di richieste all'Iran: i diritti dei sunniti in Iran, i diritti degli arabi in Khuzestan, la non-ingerenza negli affari del Bahrain, fermare lo spargimento di sangue in Siria e la diffusione dello Sciismo nei paesi sunniti. Tali richieste rappresentano a tutti gli effetti un elenco di accuse nei confronti delle politiche dell'Iran nella regione. Tuttavia, per essere onesti, nessun politico iraniano, Ahmadinejad incluso, potrebbe accettare di discutere di tali questioni, in particolare quelle che coinvolgono gli affari interni iraniani (arabi in Khuzestan e sunniti in Iran).
La posizione di al-Azhar è diversa da quella dei Fratelli Musulmani. Alcuni studiosi di al-Azhar ritengono che la Fratellanza Musulmana stia cercando di dominare l'istituzione e imporre l'ideologia della Fratellanza su di essa.
Poi la visita di Ahmadinejad ha preso una piega assai peggiore. Un gruppo salafita ha infatti aggredito verbalmente il presidente iraniano al di fuori di al-Azhar. Sembrerebbe che i manifestanti non fossero consapevoli del fatto che gli ospiti dell'Egitto non devono mai, in alcun modo o forma, essere insultati. Rispettare l'ospite è un valore arabo fondamentale che risale a prima dell'Islam.
Nonostante lo sconcerto di Ahmadinejad per l'incontro con al-Azhar e la successiva protesta, l'Iran è stato ancora in grado di segnare un goal contro i suoi avversari. L'Egitto era e rimarrà il più grande paese arabo. L'Egitto ha segnato un goal contro i suoi avversari nel Golfo esibendo le sue relazioni con l'Iran. Ma il governo egiziano sta usando le sue relazioni con l'Iran per acquisire obiettivi a breve termine, in un modo che non rende giustizia all'importanza regionale dell'Iran

Le carenze della politica regionale dell'Egitto
Sembra dunque che l'Amministrazione del presidente Morsi in realtà non desideri aggiornare le sue relazioni con l'Iran, ma solo usarle contro gli Stati del Golfo. Inoltre, sarà difficile per l'amministrazione egiziana andare oltre nelle sue relazioni con l'Iran, a causa del prezzo che l'Egitto dovrebbe pagare. Per espandere le sue relazioni con l'Egitto, l'Iran sta pagando un prezzo solo interno: i differenti schieramenti politici iraniani saranno d'accordo l'uno con l'altro sulla natura di questi rapporti. Ma il prezzo per l'Egitto sarebbe molto più alto. I Fratelli Musulmani dovrebbero pagare sia un prezzo interno che un prezzo esterno. Primo, il loro alleato salafita impedirà qualsiasi riavvicinamento con l'Iran. Secondo, anche l'alleanza tra la Turchia e il Qatar ostacolerà un riavvicinamento. Così le relazioni Egitto-Iran potranno mostrare soltanto un limitato miglioramento nel prossimo futuro. Non ci sarà né estraneità né partenariato regionale. Quest'ultimo non è realistico alla luce dell'attuale equilibrio di forze, né a partire dal modo in cui Morsi sta gestendo la questione iraniana.
La visita di Ahmadinejad al Cairo ha rivelato tre carenze: il primo è la trasparenza. Chi decide l'impostazione politica estera egiziana? Nei giorni di Mubarak, il presidente e i servizi decidevano l'impostazione delle relazioni con l'Iran. Ma chi lo sta facendo ora? Questa è una buona domanda, dato che il consigliere del presidente per gli Affari esteri è un ex ufficiale per le relazioni estere dell'ala internazionale dei Fratelli Musulmani.
Il secondo problema è l'agenda dell'Egitto. In che modo l'attuale amministrazione definisce gli interessi nazionali egiziani? E quali sono le priorità regionali e nazionali?
Il terzo problema concerne il contesto, in quanto il miglioramento delle relazioni con l'Iran coincide con il deterioramento delle relazioni tra gli Emirati Arabi Uniti e i Fratelli Musulmani. Sembra che il riavvicinamento dell'Egitto con l'Iran sia coinciso con il deterioramento delle sue relazioni con i paesi del Golfo, soprattutto dopo che gli Emirati Arabi Uniti hanno arrestato una cellula dei Fratelli Musulmani. Una visita negli EAU del consigliere di Morsi, Essam al-Haddad, non è bastata a risolvere la crisi.
Questo avvenimento è stato immediatamente seguito da una visita in Egitto del ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi, e poi da Ahmadinejad. È chiaro che l'attuale amministrazione egiziana manchi di immaginazione politica. L'Egitto non ha bisogno del permesso di nessuno per riaggiornare le sue relazioni con l'Iran, ma un miglioramento nei rapporti con l'Iran dovrebbe integrare l'influenza dell'Egitto nella regione, non compensare l'influenza perduta altrove.

Iran, Turchia e uno scherzo del destino
Sostituire la coloritura araba della regione con una coloritura puramente religiosa, aprirà la strada ai poteri regionali non arabi per svolgere un simile ruolo extra-politico, ed iniziare ad interferire negli affari interni arabi. I paesi arabi saranno più deboli rispetto ad altri paesi della regione. Sarebbe un peccato non riuscire a raggiungere una convergenza egiziana-iraniana ed egiziana-turca che sia utile agli interessi egiziani e arabi. Il precedente regime egiziano fermò la porta a qualsiasi tentativo di riavvicinamento con l'Iran o la Turchia. Cercando di evitare i pericoli potenziali, non ne colse le opportunità. È un peccato vedere l'Egitto dopo la rivoluzione aprire la porta solo per motivi tattici, senza un ordine del giorno specifico che definisca gli interessi nazionali egiziani.
Le relazioni con l'Iran sono importanti e necessarie per diversificare le relazioni regionali dell'Egitto. Tuttavia, le relazioni dell'Egitto con qualsiasi paese, compreso l'Iran, non sono fini a se stesse, ma devono avere come unico scopo il servire gli interessi nazionali dell'Egitto, che non corrispondono necessariamente con gli interessi di una corrente politica, Fratelli Musulmani compresi.
Che strano caso del destino: il grande popolo egiziano si levò contro il suo governo perché lo stato regionale ed internazionale del suo paese si era degradato sotto il precedente dominio, e perché l'Egitto era diventato soltanto un satellite degli Stati Uniti. Ora il popolo chiede la sollevazione, nuovamente, perché la politica estera del suo paese è sotto il controllo degli interessi di un particolare gruppo politico. Il nuovo regime della Fratellanza è infatti in orbita attorno ai clienti regionali degli Stati Uniti, siano essi grandi o piccoli!

http://europeanphoenix.it/component/content/article/8-internazionale-/534-la-politica-delliran-in-egitto-e-legata-alla-fratellanza

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