Iran: contrammiraglio, nostra flotta entra nel Pacifico



''Per la prima volta dalla rivoluzione islamica'' di 34 anni fa, le Forze navali iraniane ''hanno attraversato lo stretto di Malacca'' e domani entreranno nell'Oceano pacifico: lo ha annunciato il comandante della Marina dell'Iran, contrammiraglio Habibollah Sayyari. Come riferiscono il sito dell'emittente iraniana Press Tv e l'agenzia Fars, l'alto ufficiale ha precisato che lo storico passaggio dello stretto di Malacca che separa l'isola indonesiana di Sumatra dall'omonima penisola malese e' stato compiuto dalla 24/a flotta composta anche dal cacciatorpediniere ''Sabalan'' e dalla porta-elicotteri ''Kharg'', che con i suoi 207 metri e' la piu' grande unita' di questo tipo in tutta l'Asia occidentale. La flotta attracchera' al porto cinese Zhangjiagang. Negli ultimi anni l'Iran ha ampliato la propria presenza nelle acque internazionali a fine di proteggere le rotte delle proprie navi da carico e petroliere anche attraverso pattugliamenti anti-pirateria nel Golfo di Aden fin dal novembre 2008. Ribadendo annunci fatti nei due anni precedenti e reagendo alla mobilitazione di navi americane nel Golfo, in settembre la Marina iraniana era tornata a prospettare pattugliamenti anche nell'Oceano atlantico, addirittura al largo di New York. Gli spostamenti di navi piu' ad alta tensione sono pero' quelli nel Mediterraneo: il mese scorso era stato annunciato che Teheran prepara una terza missione dopo quelle compiute nei due anni passati. (ANSA)



http://italian.irib.ir/notizie/iran-news/item/121744


"Per la prima volta dopo la vittoria della Rivoluzione Islamica nel 1979 la marina militare iraniana ha attraversato lo Stretto di Malacca".
Lo ha informato oggi, lunedì, il comandante della marina dell'esercito iraniano l'ammiraglio Habibollah Sayyari, spiegando che dopo lo Stretto di Hormuz, nel Golfo Persico e lo Stretto di Bab el-Mandeb tra il Mar Rosso ed il Golfo di Aden, lo Stretto di Malacca è di importanza strategica per il commercio e l'esportazione delle merci iraniane. Sayyari ha specificato che ad attraversare lo stretto è stata la 24esima flotta di navi da guerra dell'Iran, composta dal cacciatorpediniere Sabalan e dalla Kharg in grado di trasportare elicotteri. È previsto per martedì l'ingresso di questa flotta nell'Oceano Pacifico. La Kharg è lunga 208 metri ed è la più grande della sua classe nell'Ovest dell'Asia.
Lo stretto di Malacca, situato tra Indonesia, Malesia e Singapore, costituisce un punto di passaggio nevralgico a livello geopolitico, geoeconomico e geostrategico, in quanto mette in collegamento l'Oceano Indiano al Mare Cinese Meridionale e all'Oceano Pacifico.
In effetti, più della metà del volume annuale dei carichi mercantili passa dal complesso formato dagli stretti di Malacca e Sunda e dalle Isole Spratly, e il solo stretto di Malacca conta un transito annuale di circa 60mila imbarcazioni; il tragitto alternativo, ossia il passaggio per gli stretti di Lombok e Makassar , in direzione del Mare delle Filippine, non costituisce una rotta vantaggiosa. Questi dati sono particolarmente significativi se si considera il grado di dipendenza delle economie avanzate o emergenti asiatiche dai transiti in arrivo dal Mare Cinese Meridionale.
Traffico Navale Medio Giornaliero
1999  2001  2003  2005  2007
120    163    171   172    194
In particolare, lo stretto di Malacca rappresenta la rotta marittima più breve dal Golfo Persico ai mercati asiatici, soprattutto per Cina, Giappone, Corea del Sud, Taiwan e gli altri Stati del "Pacific Rim". Malacca può essere considerato quindi il più importante chokepoint del teatro asiatico, ed il secondo più importante a livello globale dopo Hormuz, con un flusso giornaliero di petrolio che se nel 2002 superava appena i dieci milioni di barili, nel 2009 arrivava a quasi 14 milioni di barili. Una prospettiva comparativa può essere tanto utile quanto sorprendente: la quantità di petrolio che passa per Malacca è tre volte maggiore di quella che passa per il Canale di Suez/Sumed Pipeline, e quindici volte maggiore di quella che passa per il Canale di Panama.
Oltre al petrolio, il transito via Malacca è costituito da merci altrettanto sensibili in quanto strategiche: prodotti energetici (gas naturale liquefatto) e materie prime (carbone e ferro), in arrivo, oltre che dal Medio Oriente, anche Paesi quali Sud Africa e Vietnam.
Rilevanti le caratteristiche meramente geografiche: lo stretto di Malacca infatti è una strozzatura naturale, che misura meno di tre chilometri nel punto di massimo restringimento (Phillips Channel), esposta perciò a collisioni tra navi e sversamenti accidentali di materiali inquinanti, ma anche ad attacchi, offensive e dirottamenti. Proprio la piaga della pirateria ha portato la società assicurativa londinese Lloyd's a classificare, nel 2004, lo stretto di Malacca come una "zona ad alto rischio", categoria a cui di solito afferiscono le zone di guerra.
La trattazione dello stretto di Malacca è interessante, quindi, soprattutto sotto due profili: il collegamento con la politica energetica cinese e la cooperazione regionale anti-pirateria.
Le strategie di sicurezza di Pechino non prescindono dalla necessità di approvvigionamento energetico e dalla priorità di acquisire il controllo sulle rotte navali. Questa dimensione della politica cinese è ben rappresentata dalle proiezioni dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, che ha previsto che entro il 2015 la Cina importerà oltre il 70% dei propri idrocarburi dal Medio Oriente, soprattutto da Iran e Arabia Saudita, percorrendo appunto lo stretto di Malacca. Tutto ciò pone non pochi problemi se si considera la superiorità navale statunitense nel Pacifico, che espone Pechino all'interdizione di queste rotte da parte di Washington. I motivi di eventuali tensioni nel Pacifico tra Cina e Stati Uniti non sono di poco conto: accanto al dossier preponderante di Taiwan, c'è la contesa sulle Isole Spratly, la cui sovranità è reclamata tra Cina, Taiwan, Vietnam ed in parte da Filippine, Malesia e Brunei, e che diventa importante nella misura in cui darebbe accesso a vari giacimenti off-shore; a questo si aggiunge la contesa sulle isole Senkaku/Diayou, controllate dal Giappone ma rivendicate da Taipei e Pechino. La dipendenza dalle importazioni di petrolio è considerata, proprio da Washington, il "tallone di Achille" cinese; il Rapporto del Pentagono al Congresso del 2005 ("The Military Power of the People's Republic of China 2005"), ha esplicitamente menzionato il "Malacca Straits Dilemma".
Il controllo sullo stretto di Malacca è diventato di primaria importanza per Pechino anche in ragione della necessità di affrancarsi dalla dipendenza dalle forniture energetiche mediorientali, e dell'intenzione di fare affidamento sui giacimenti nella Siberia Orientale. La poca affidabilità percepita dalla Cina nei confronti di Mosca per quanto riguarda la propria sicurezza energetica (in particolare la retromarcia russa sul progetto di "southern route" da Angarsk a Daqing e il terzo incomodo giapponese) ha portato Hu Jintao, nel dicembre 2003, a identificare lo stretto di Malacca come un vero e proprio "impiccio", per uscire dal quale Pechino ha promosso una serie di progetti infrastrutturali nel Sud-Est Asiatico (l'idrovia Bangkok-Kunming-Mekong, le strade Kunming-Bangkok Nanning-Hanoi e la ferrovia Pan-Asiatica).
Per rimediare a questa vulnerabilità, inoltre, la Cina sta intraprendendo dei programmi di potenziamento e ammodernamento della flotta e di acquisizione di petroliere e metaniere in grado di aggirare gli eventuali blocchi navali; infine, è ormai nota la creazione da parte di Pechino di un "filo di perle": una serie di attracchi strategici, di punti di approdo e appoggio portuale che in caso di necessità permettano uno spostamento del flusso dalle rotte navali a rotte alternative terrestri.























































































































http://www.irinn.ir/news/9240/%DA%AF%D8%B2%D8%A7%D8%B1%D8%B4-%D8%AA%D8%B5%D9%88%DB%8C%D8%B1%DB%8C-%D8%A7%D8%B2-%D9%88%D8%B1%D9%88%D8%AF-%D9%86%D8%A7%D9%88-%DA%AF%D8%B1%D9%88%D9%87-%D8%A7%DB%8C%D8%B1%D8%A7%D9%86-%D8%A8%D9%87-%D8%A7%D9%82%DB%8C%D8%A7%D9%86%D9%88%D8%B3-%D8%A2%D8%B1%D8%A7%D9%85


ناو گروه اعزامی ایران به تنگه مالاگا
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نقشه مسیر ناو گروه اعزامی ایران به تنگه مالاگا
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