Libano: è scontro politico su forniture energetiche alla Siria




http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/stati/siria/2013/02/12/Libano-scontro-forniture-energetiche-Siria_8235726.html

(di Alberto Zanconato) (ANSAmed) - BEIRUT - Le autocisterne entrano ed escono dai valichi di confine di Al Madfun, nel nord del Libano, e di Al Masnaa, nell'est. Le migliaia di tonnellate di benzina e altri carburanti che trasportano in Siria rappresentano una preziosa fonte di sopravvivenza per un Paese sottoposto alle sanzioni energetiche degli Usa e della Ue, ma non approvate dall'Onu. E a Beirut gli oppositori accusano il governo di schierarsi di fatto in questo modo a sostegno del regime, contravvenendo alla 'politica di dissociazione' professata a parole.

Due autocisterne, secondo la radio Voce del Libano, sono state anche attaccate nella città di Tripoli, nel nord del Libano, da miliziani sunniti oppositori del presidente siriano Bashar al Assad. Gli stessi che nei mesi scorsi si sono scontrati a più riprese - con un bilancio di diversi morti - con gruppi armati di alawiti, la branca sciita a cui appartiene il circolo di potere a Damasco. Sempre nel nord, diversi residenti della cittadina di Al Beddawi hanno bloccato altri mezzi che trasportavano carburante, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa statale Nna. E la televisione Lbci ha affermato che nella Valle della Bekaa, verso il confine, l'esercito è stato mobilitato per garantire la circolazione delle autocisterne siriane.

Ma la questione dei rifornimenti energetici alla Siria provoca tensioni anche in seno al governo di Beirut, guidato dal premier sunnita Najib Miqati, che dall'inizio della crisi ha proclamato una sorta di neutralità del Paese dei Cedri, timoroso di un contagio delle violenze da oltre confine. Il ministro di Stato senza portafoglio Ahmad Karami, anch'egli sunnita, ha criticato implicitamente il ministro dell'Energia, Jebran Bassil, del partito cristiano Corrente patriottica libera, fedele alleato degli sciiti del partito Hezbollah, su posizione filo-siriane. Bassil, ha detto Karami, non ha informato il governo della decisione di garantire i rifornimenti, "se mai è stata presa". "Il Libano potrebbe subire le ripercussioni di una tale decisione", ha detto Karami al quotidiano Al-Joumhouria.

In realtà, ha sottolineato in un'intervista al giornale An Nahar il presidente dell'Associazione degli esportatori di petrolio, Abu Hamze, i rifornimenti alla Siria sono "legali" poiché né le Nazioni Unite, né gli Usa né la Ue hanno chiesto al Libano di fermarle". Secondo Hamze non più di 15.000 tonnellate di carburanti vengono esportate ogni mese verso la Siria.

"Forniture - aggiunge - che vanno principalmente a beneficio della popolazione civile, soprattutto durante questi mesi freddi".

Ma il deputato Ahmed Fatfat, del movimento sunnita Al Mustaqbal, irriducibile avversario di Damasco, afferma che in realtà il governo sostiene in questo modo il regime di Assad, perché il carburante è usato per i veicoli militari. "E' uno scandalo (...) e ciò prova che il governo non è impegnato al rispetto della politica di dissociazione", ha detto Fatfat in un'intervista alla Voce del Libano. (ANSAmed).

Commenti