Perché le persone libere non possono stare dalla parte di Israele?


Perché le persone libere non possono stare dalla parte di Israele?






La questione israelo-palestinese, e quindi un approccio filo-palestinese in questa diatriba, secondo alcuni è sinonimo di un sentimento antisemita; questa affermazione è errata, e l'unico motivo "ragionevole", per considerare illegittima l'esperienza sionista è un approccio logico e giuridicamente argomentabile. 
Dobbiamo innanzi tutto vedere e analizzare la questione giudica, in base al diritto internazionale, che ha portato alla nascita dello Stato di Israele su un territorio, la Palestina, che era abitata dai palestinesi, arabi (musulmani e cristiani) e ebrei (autoctoni). 
Le grandi potenze alle Nazioni Unite dopo la fine della seconda guerra mondiale vollero spartire la Palestina in due Stati, ma senza chiedere l'autorizzazione ai palestinesi, i legittimi abitanti di quella terra. Insomma, quello che, a prescindere dalla valutazione politica, si è fatto nel Sudan meridionale recentemente, ovvero un referendum, per chiedere al popolo autoctono se volevano o meno la creazione di uno Stato, referendum giustificabile attraverso il principio di autodeterminazione dei popoli sancito dalla Carta ONU e dal diritto internazionale, non si è fatto per la Palestina, e ciò è una grande ingiustizia. 
Ripetiamo, tutto ciò non è frutto di idee antisemite, ma solo di una valutazione oggettiva da un'ottica giuridica, in base al diritto internazionale. L'unico modo per venire a capo della situazione è organizzare un referendum tra i palestinesi autoctoni, e vedere la loro volontà: se loro vorranno spartire la propria terra con qualcun altro, ben venga la spartizione, ma è il popolo palestinese che deve decidere, non altre potenze. 
Ed è per questo che alcuni Paesi in Medio Oriente, come l'Iran, rifiutano di riconoscere la legittimità a Israele, partendo da un approccio di buon senso e giuridicamente valido, non per antisemitismo. 

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