Chahārshanbe-Suri



Chahārshanbe-Suri, che significa Festa del Mercoledì, è un nome che secondo alcuni deriva dal persiano Sorkh (rosso) e sarebbe riferito al fuoco o al rossore (Sorkhi), che a sua volta è riconducibile nelle tradizioni iraniche alla buona salute o alla maturità. Questo Chahārshanbe-Suri è un’antica festa iraniana risalente almeno al 1700 a. C. E’ anche chiamata la Festa del Fuoco, ed è un preludio al Nowruz (capodanno tradizionale iranico, letteralmente “nuovo giorno”), che segna l'arrivo della primavera. Le parole Chahar Shanbeh significa Mercoledì e Suri significa rosso. Vengono accesi per "tenere il sole in vita" fino al mattino presto dei falò. La celebrazione inizia di solito la sera, con le persone che fanno falò nelle strade e saltano su di essi cantando alcune canzoni (il mio pallore malaticcio giallo è tuo, il tuo colore rosso fuoco è il mio). Si tratta di un rito di purificazione. La festa si celebra l’ultimo mercoledì di ogni anno (ovvero l’ultimo mercoledì dell’inverno, visto che il capodanno iraniano è il primo giorno di primavera).

Ogni anno in Iran questa festa è celebrata, anche con l'abuso di botti e fuochi d'artificio che causano il ferimento grave di molte persone; in alcuni casi vi sono anche morti.  

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