L’Islam in Siria assassinato dai Wahhabiti


L’Islam in Siria assassinato dai Wahhabiti

Il conflitto in Siria ha incluso, sin dal primo giorno, attacchi alla sua impostazione laica[1]. Lo Shaykh Ramadan al-Bouti è stato l'ultima e più importante vittima in due anni di attacchi alle personalità islamiche in Siria. Un attacco che è stato lanciato dall’ELS (Esercito Libero Siriano) a musulmani e cristiani che hanno rifiutato di cadere nel previsto scenario della guerra civile.
Ecco alcuni altri martiri che hanno preferito la morte piuttosto che  rinunciare alla vera essenza del dîn [la “religione”, ma più precisamente il “debito/credito” che ciascuno avrà, di fronte al Signore, il Dì del Giudizio – o del Rendiconto – Yawm ad-dîn, ndt] o essere complici della rovina della propria nazione. Tutti quanti hanno amato la Siria più del denaro o della loro vita.
Lo Shaykh Hassan Bertawi, imam della moschea al-Nawawi di Rukn ed-Din, è stato ucciso dall’ELS il 27 agosto del 2012. I terroristi che lo stavano cercando l’hanno freddato davanti alla sua abitazione a Rukn ed-Din, a Damasco. Lo shaykh era apparso più volte in programmi della televisione siriana, ed era noto per essere filo-governativo. Prima di essere ucciso, i terroristi lo avevano minacciato affinché non apparisse più in televisione, arrivando a anche ad incendiargli la casa.
Lo Shaykh ‘Abd al-Latif al-Shami è stato sequestrato dall’ELS il 25 febbraio 2012, in moschea, a Sayf al-Dawlah (Aleppo), mentre conduceva la preghiera del jum‘a [quella del venerdì, ndt]. Il sequestro è avvenuto proprio di fronte ai fedeli. I rapitori hanno sparato alcuni colpi di avvertimento per impedire ai presenti di aiutare lo shaykh. Il suo corpo venne ritrovato alcune ore dopo presso il parco Sayf al-Dawlah. Lo shaykh aveva partecipato a varie iniziative a favore del governo, a fianco di sacerdoti cristiani, manifestando per una Siria laica ed unita.
Il dr. Muhammad Ahmad al-Sadiq ‘Awf, imam della moschea di Anas Ibn Malik ad al-Midan (Damasco), è stato assassinato il 15 febbraio 2012. I terroristi hanno aperto il fuoco mentre si recava a casa. Lo shaykh era apparso più volte in trasmissioni della televisione siriana, ed aveva chiesto agli sceicchi sauditi, in diretta televisiva, un paio di giorni prima del suo assassinio: “Come si possono vietare le proteste in Arabia Saudita e permetterle in Siria?”. Il martire aveva un dottorato in Shari‘a, era sposato ed aveva quattro figli.
Lo Shaykh ‘Adnan Sa‘b, imam della moschea al-Muhammadi a Mezzeh (Damasco), è stato ucciso il 19 marzo 2013. La sua auto è stata colpita mentre si dirigeva da casa sua ad al-Zahera, per svolgere le sue preghiere mattutine in moschea.
Lo Shaykh Naser al-‘Alawi, imam della moschea di Sayyida Zaynab, è stato ucciso il 14 aprile 2012 mentre tornava a casa dopo aver svolto le preghiere serali a Sayyida Zaynab. Gli hanno sparato a distanza ravvicinata, ed i presenti hanno riferito che l’assassinio si è svolto come un’esecuzione. Lo shaykh era un rinomato ‘alim [dotto, sapiente, ndt] sciita.
Lo Shaykh ‘Abd Allah al-Saleh, direttore dei Waqf a Raqqa, è stato ucciso il 30 dicembre 2012 davanti alla sua casa. Lo shaykh era noto per la sue prese di posizione filo-governative.
Il sacerdote cristiano Basilios Nassar è stato ucciso in Kafer Bahem (Hama) il 25 gennaio 2012. L'ELS ha sparato al sacerdote che stava cercando di aiutare un uomo ferito (un musulmano!).
Il sacerdote cristiano Fadi Haddad è stato trovato morto il 25 ottobre 2012 nella campagna di Damasco. Il sacerdote è stato rapito mentre dava all’ELS il riscatto per liberare un ostaggio della sua congregazione religiosa detenuto a Qatana. Il suo corpo è stato trovato mutilato, con gli occhi strappati e pure senza cuoio capelluto.
Oltre all'attacco a figure religiose, l’ELS ha al suo attivo una lunga lista di assassinii di intellettuali, scienziati, attori di primo piano, medici, ricercatori, generali. Altre informazioni si possono trovare in questo sito:http://democratic-syria.blogspot.com/2012/10/fsa-murders-dr-tasabihji-head-of.html

P.S.:  queste informazioni sono state pubblicate da autentici “attivisti siriani”, dalla Siria e da tutto il mondo, non da agenzie di intelligence occidentali che si spacciano per “attivisti”.

Fonte: Ribat al-Andalus, 23 marzo 2013 (traduzione di Europeanphoenix.it ©)



[1] Su questo punto bisogna essere molto chiari (e ripetitivi!) al fine di evitare fraintendimenti. Quando ci si riferisce alla “laicità” dello Stato siriano non si ha in alcun modo in vista il “laicismo”, il quale si può sintetizzare come una visione del mondo nella quale la religione (e persino la sua morale) deve restare fuori dalla società e dalle questioni d’interesse pubblico per le quali lo Stato si trova a legiferare. Questo non è il caso dell’attuale Siria, che prevede nella sua stessa Costituzione la “legge islamica” quale fonte primaria d’ispirazione per l’attività legislativa. In Siria, sotto il partito Ba‘th, tutte le confessioni religiose vengono rispettate, e tutti hanno libertà di culto. Inoltre, ed è la cosa più rilevante al fine della comprensione del termine “laico” qui usato, la religione è un fattore rilevante nel dare forma alla società siriana, il che la differenzia da quelle cosiddette “occidentali”.


http://europeanphoenix.it/component/content/article/8-internazionale-/579-lislam-in-siria-assassinato-dai-wahhabiti  

Commenti