Ali Reza Jalali, LA REPUBBLICA ISLAMICA DELL'IRAN TRA ORDINAMENTO INTERNO E POLITICA INTERNAZIONALE





E' stato pubblicato dalla casa editrice Irfan Edizioni (http://www.irfanedizioni.it/) il libro LA REPUBBLICA ISLAMICA DELL'IRAN TRA ORDINAMENTO INTERNO E POLITICA INTERNAZIONALE, scritto da Ali Reza Jalali, ricercatore e studioso di questioni politiche, giuridiche, religiose, culturali e storiche del mondo islamico e del Medio Oriente. 

Il volume di circa un centinaio di pagine è introdotto da un saggio di Claudio Mutti, direttore della rivista Eurasia (http://www.eurasia-rivista.org/) ed è suddiviso in due parti principali: la prima dedicata alla forma di governo iraniana e le sue peculiarietà, la seconda dedicata alla geopolitica e alle relazioni internazionali di Tehran. 

Di seguito riportiamo alcune righe tratte dal libro:

"Il problema principale dell’imperialismo e dei suoi alleati non è l’attacco all’Iran, ma l’eventuale reazione della Repubblica Islamica, che grazie a un sistema missilistico sviluppato, alla presenza di alleati regionali fondamentali, dalla Siria baathista, alla resistenza libanese, da Gaza all’Iraq meridionale, per non parlare di altri punti d’appoggio importanti, sia in Medio Oriente che altrove, potrebbe sferrare una controffensiva massiccia. La situazione economica attuale dei Paesi industrializzati poi, pone questi dinnanzi a problemi troppo gravi, che peggiorerebbero in caso di un blocco iraniano dello Stretto di Hormuz, dove passa una parte importante del petrolio destinato all’Europa. Per ciò che concerne Tel Aviv poi, un attacco israeliano sarebbe corrisposto, soprattutto grazie agli alleati regionali dell’Iran. L’attacco imperialista e terrorista alla Siria è proprio finalizzato all’isolamento dell’Iran, per sollevare Tel Aviv da un costante peso sui propri confini settentrionali. Per non parlare del caos regionale: cosa succederebbe nella Penisola araba se l’Iran iniziasse a bombardare le basi americane nella regione? Le rivolte in Bahrain, finora soffocate, che direzione prenderebbero? Senza dimenticare il ruolo della Russia e della Cina ovviamente. Per tutti questi motivi, l’attacco all’Iran nel breve sembra impossibile. Gli stessi americani sono consapevoli di ciò, ed è per questo che nel 2009 l’istituto Brookings, uno dei principali centri di ricerca statunitensi, elaborò un piano per dirimere il nodo iraniano. In quel documento si diceva apertamente, dopo aver percorso tutte le ipotesi, dall’attacco israeliano ad altri tipi di confronto, che l’unico modo per eliminare la Repubblica Islamica dell’Iran sono le rivolte interne, sul modello di quelle che furono le problematiche sorte nel giugno del 2009, dopo le elezioni presidenziali. L’unica cosa che possono fare è creare divisioni dall’interno, non esistono al momento altre vie, e le sanzioni economiche servono proprio a questo. Gli imperialisti vogliono ledere la tempra del popolo iraniano, stancarlo, per creare divisioni e rivolte interne. Nonostante queste trame, la nazione iraniana dimostra un grande coraggio e grazie ad una fede incrollabile, dimostrata ogni anno, in massicce dimostrazioni di piazza e con una grande partecipazione ad ogni tornata elettorale, la sua fedeltà agli ideali dell’imam Khomeini, della Guida della Rivoluzione e degli oppressi del mondo. L’imam Khomeini disse: “Nessuno può sconfiggervi, a meno che non vi mettiate l’uno contro l’altro.” Non bisogna poi confondere normali discussioni politiche tra alcuni politici iraniani, con divisioni forti e insanabili. In Iran la discussione e la diatriba è ammessa, ed è parte integrante della normale vita politica dei Paesi. Anzi, dimostra la vivacità del sistema iraniano, tutt’altro che monolitico o dittatoriale. Il principio su cui si basa il sistema è il governo del giurisperito islamico, e il segreto del successo iraniano è proprio questo. L’imam Khomeini diceva: “Sostenete il governo del giurisperito islamico, affinché il Paese non subisca danni”. Questi ideali sono la vera forza del popolo iraniano, di queste cose hanno paura i divoratori del mondo, essi hanno paura che i popoli si emancipino, che i popoli possano trovare vie alternative a quelle indicate da loro per procedere verso l’emancipazione sociale, politica, economica, scientifica, spirituale." 

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