Le relazioni tra Tehran e Pyongyang e lo scacchiere eurasiatico


Le relazioni tra Tehran e Pyongyang e lo scacchiere eurasiatico  




Le relazioni economiche tra Tehran e Pyongyang sono basate soprattutto su accordi di tipo militare. Sin dagli anni '80, infatti, la Corea del Nord ha venduto a Tehran missili Scud-B e l'intera tecnologia dei missili balistici iraniani Shahab è basata sul modello del missile nordcoreano No-Dong. Nel 2007, il giornale giapponese Kyodo, rivelò che la Corea del Nord era pronta ad inviare mini-sommergibili a Teheran. Ciò fu confermato anche da fonti italiane, che espressero quanto segue:
“I sottomarini non fermeranno certo le portaerei ma potranno dare fastidio al traffico marittimo e creare problemi nelle basi (americane) sul Golfo. Teheran - come confermano ambienti militari - ha deciso di rivolgersi al suo fornitore abituale. La Corea del Nord. Il regime comunista dispone di decine di mini-sub ed ha sviluppato tecniche di infiltrazione nel corso degli anni lanciando raid spionistici lungo le coste del Sud come in Giappone. Alcune unità possono trasportare sino a 30 uomini armati, ma la versione realizzata per l' Iran è più piccola: ha quattro uomini d' equipaggio più otto incursori subacquei. Sul ponte vi sono contenitori per mine, attrezzature o piccoli siluri. Una copia dei famosi «maiali» usati dagli incursori italiani nella seconda guerra mondiale. Gli iraniani, dopo aver costruito un paio di mezzi nei loro cantieri, hanno chiesto aiuto a Pyongyang nella speranza di ottenere mezzi più efficaci. Gli esperti non escludono che i sottomarini nordcoreani siano stati modificati tenendo conto delle innovazioni tecnologiche realizzate da una società italiana. Segreti arrivati in Iran con una complessa quanto classica triangolazione. La nostra ditta ha ceduto più di un mini-sottomarino al Pakistan che ha girato il know how alla Cina, che a sua volta ha passato le informazioni alla Corea del Nord.” (1)
Oltre al settore militare, tra Corea del Nord e Iran esistono accordi in materia di energia: nel 2007 l'allora Ministro del Petrolio iraniano Kazem Vaziri Hamaneh evidenziò come i due Paesi fossero pronti ad implementare i rapporti nel settore dell'esplorazione e della produzione petrolifera. Il contributo della Corea del Nord al programma nucleare e missilistico iraniano è quindi notevole. La Corea del Nord, come evidenziato dall'ambasciatore nordcoreano a Tehran Kim Chong Ryon, sostiene attivamente il diritto dell'Iran al nucleare. Come detto, i missili Shahab iraniani sono basati quasi totalmente sul missile balistico nordcoreano denominato No-Dong. Nel dicembre del 2009, secondo alcuni siti in lingua inglese, le autorità thailandesi avevano fermato un cargo pieno di armamenti per il lancio di missili, munizioni, componenti per missili terra aria e altre armi leggere. Sempre nel 2009, invece, il giornale Financial Times rivelò di un cargo pieno di armamenti provenienti dalla Corea del Nord e destinati all'Iran, scoperto negli Emirati Arabi Uniti. Nel 2010, il sito specializzato in sicurezza Jane's Information Group, ha rivelato che Tehran avrebbe ottenuto l'aiuto di Pyongyang per la costruzione della base di lancio missilistica di Semnan. Nel marzo scorso il giornale tedesco Die Welt rivelò che la Corea del Nord, nell'aprile del 2010, avrebbe testato una bomba atomica prodotta per mezzo dell'arricchimento dell'U-235 per contro dell'Iran. Nello stesso mese, inoltre, si è sospettato che il progetto di Pyongyang di inviare un nuovo satellite nello spazio, celi in realtà un nuovo test di un missile balistico per conto dell'Iran (si pensa sia lo Shahab-5). Sul tema gli esperti si sono divisi e le interpretazioni non sono assolutamente univoche. La Repubblica Islamica dell’Iran e la Corea del Nord hanno firmato nel 2012 un accordo di “cooperazione scientifica e tecnologica”, probabilmente volto a condividere la tecnologia nucleare. Tutto ciò a margine della riunione dei Paesi non allineati che si è svolta a Tehran l’estate scorsa. Secondo quanto si apprende da media iraniani l’accordo sarebbe stato firmato dal presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, e da un dirigente di primo piano nord coreano, Kim Yong Nam, con la benedizione del Grande Ayatollah Ali Khamenei. Obbiettivo dell’accordo è un fitto scambio di informazioni e di tecnologia in diversi campi che spaziano da quello militare a quello nucleare. L’Ayatollah Ali Khamenei ha commentato l’accordo con poche ma significative parole: “la Repubblica Islamica dell’Iran e la Corea del Nord hanno comuni nemici e in particolare gli Stati Uniti e Israele, con questo accordo entrambi dovrebbero riuscire a resistere alle comuni minacce”. Non sappiamo come abbia preso la notizia il Presidente americano, Barack Obama, ma ormai è più che palese che, sanzioni o meno, l’Iran andrà avanti nella sua corsa al nucleare e che, anzi, da quando le sanzioni si sono fatte più aspre, Tehran ha notevolmente aumentato gli sforzi per arrivare all’obiettivo di un Iran con capacità nucleari civili di primo piano.  



E’ chiaro che le sanzioni non funzionano come vorrebbero gli occidentali e in particolare Obama, ma l’Iran non si è mai ritirato dalle trattative, in quanto trattare non costa niente, e questo a Tehran lo sanno benissimo. L’alleanza strategica tra Iran e Corea del Nord ha sempre inquietato le potenze della NATO, e gli intellettuali occidentali vicini agli ambienti atlantisti hanno sottolineato il tutto in diverse occasioni. Ad esempio in un articolo possiamo leggere quanto segue:
“Queste due potenze mostruose (ovvero Iran e Corea Popolare, n. d. r.) hanno in comune l’odio per l'America”. (2)



Il rapporto tra i due stati canaglia, così come ribattezzati dagli USA, è profondo, di lunga data, redditizio per la Corea del Nord e vantaggioso per una politica internazionale iraniana alla ricerca di armi sempre più potenti per il suo arsenale. I legami risalgono ai primi anni della rivoluzione islamica in Iran, e si rafforzarono nel corso della guerra Iran-Iraq, quando la Corea del Nord ha iniziato a vendere all’Iran missili Scud sovietici. Il traffico di armi tra i due è fiorito da allora, con la Corea del Nord che ha operato principalmente come fornitore, e l'Iran come acquirente - anche se ci sono stati anche i rapporti di collaborazione sui test missilistici e la tecnologia militare. Secondo alcuni analisti, ma la questione non è certificabile, insieme con paesi come la Cina, la Siria e la Libia di Gheddafi, l’Iran e la Corea del Nord sono stati coinvolti con dei scienziati pakistani per la proliferazione di una rete nucleare internazionale. In effetti, il recente accordo di cooperazione scientifica tra la Corea del Nord e l’Iran assomiglia molto all’accordo tra Corea del Nord e Siria del 2002, e anche alla vicenda del 1993 tra la Corea del Nord e Pakistan. Benazir Bhutto, uccisa barbaramente in un ambiguo attentato terroristico qualche anno fa, secondo alcuni, ebbe un ruolo importante per la creazione di questa rete nucleare asiatica, che da Damasco arrivava a Pyongyang, passando per Tehran, Islamabad e Pechino, senza dimenticare il ruolo indiretto di Mosca, visto che la tecnologia era di origine sovietica. La Bhutto come è noto aveva stretti legami con gli iraniani. La Corea del Nord poi, insieme all’Iran e all’Iraq, fu inserito nel famigerato asse del male di G. Bush. 


Oggi gli americani sembrano concentrarsi su due fronti per la loro guerra contro l’Eurasia: uno quello mediorientale, principalmente contro la Siria, e l’altro contro la Corea Popolare. La Siria e la Corea del Nord sono paesi fondamentali per gli equilibri regionali e globali, sono le sentinelle avanzate eurasiatiche contro l’infiltrazione occidentale verso l’asse eurasiatico che si sta consolidando, non solo tra Russia e Cina, ma anche tra gli altri attori regionali, come l’Iran e i paesi del subcontinente indiano.


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