Esclusiva: l'opinione dell'Ayatollah Khamenei su Ali Shariati





Riproponiamo di seguito il sunto di un documento storico interessante, inedito in Italia, ovvero la traduzione dal persiano all'italiano di una parte dell'intervista rilasciata dall'Ayatollah Ali Khamenei, Guida della Rivoluzione islamica dell'Iran, al principale quotidiano iraniano, Keyhan (Universo), risalente ai primi anni '80. In questa intervista, l'Ayatollah Khamenei parla di Ali Shariati, uno dei principali intellettuali iraniani del XX secolo; alcuni suoi lavori sono stati anche tradotti in italiano. L'intervista, risalente al giugno del 1981, fu concessa in occasione dell'anniversario della dipartita di Shariati, avvenuta nella seconda metà degli anni '70 nel Regno Unito, poco tempo prima del trionfo della Rivoluzione islamica, dove l'intellettuale iraniano si era rifugiato, dopo essere uscito dal carcere in Iran, per le sue attività contrarie al regime dei Pahlavi. La morte di Shariati ancora oggi è un mistero; secondo alcuni egli fu avvelenato da esponenti dei servizi segreti iraniani. Shariati è uno degli studiosi iraniani più conosciuti in Italia e spesso le sue idee vengono distorte e esagerate dagli ambienti controrivoluzioanri iraniani in Italia. Questo testo aiuta a fare un po' di chiarezza sull'argomento, essendo riconducibile all'opinione della Guida della Rivoluzione islamica iraniana attuale, Ayatollah Khamenei. 




D. Considerando il fatto che lei è stato un caro amico di Ali Shariati e vi conoscevate bene, può dirci qualcosa sulla personalità di questo intellettuale?

R. Devo dire che Ali Shariati è uno di quei personaggi sui quali si discute molto, spesso a sproposito. Sia i suoi sostenitori che i suoi oppositori sembrano impegnati ancora oggi, a celare e nascondere, consapevolmente o no, le idee di questo intellettuale. Egli è rimasto purtroppo vittima di molti malintesi; gli oppositori di Shariati si concentrano solo su alcune sue idee, che magari erano anche sbagliate, e io in questa sede non voglio fare l'apologia di Shariati, ma non possiamo nemmeno negare che la personalità di questo intellettuale abbia un fascino particolare. Sarebbe una grande ingiustizia concentrarsi solo su alcuni aspetti delle idee di Shariati e non considerare tutte le altre cose positive. Ricordo perfettamente che negli ultimi anni prima della Rivoluzione, l'imam Khomeini tenne un discorso e, rivolgendosi indirettamente alla vicenda di Shariati e del corretto approccio che bisognava avere rispetto alle idee di questo intellettuale, condannò gli estremisti che tendevano a rinnegare completamente Ali Shariati. La cassetta audio dell'intervento dell'imam penso sia ancora disponibile. L'imam Khomeini in quel suo intervento, vado a memoria, disse qualcosa del genere: "Non è giusto condannare una persona perché nei suoi libri trovate quattro errori. Chiunque può sbagliare nel delineare dei principi. Può darsi che egli si sia sbagliato nel comprendere o spiegare certe questioni islamiche, ad esempio nell'alveo del Monoteismo e della Profezia, ma questo non deve giustificare il fatto di considerare in modo negativo Shariati. In questo pensatore possiamo trovare molte idee buone." Per quello che riguarda i sostenitori di Shariati, devo dire che anche essi, non sono completamente immuni da critiche. Infatti questo gruppo di persone, in una sorta di irrigidimento irrazionale, magari solo per fare un dispetto agli oppositori di Shariati, tendono ad enfatizzare certe idee dell'intellettuale, come se egli avesse detto solo alcune cose, e non anche altre. Questi individui hanno cercato di mascherare la loro opposizione nei confronti di certi religiosi, con il sostegno a Shariarti. In realtà gli ultrà di Shariati hanno trasformato quest'ultimo in una sorta di muro dietro il quale nascondersi, per potersi scagliare più liberamente contro certi religiosi o certi filosofi. Tutto ciò ha portato alla creazione di due fronti, i pro e i contro, entrambi irrazionali ed estremisti. Una distorta interpretazione di Ali Shariati, spesso frutto della suddetta inutile diatriba, ha portato poi alla deviazione palese, come il gruppuscolo "Furqan" (1), nominalmente seguace delle idee di Shariati. Per quel che riguarda poi le campagne messe in piedi dai famigliari di Shariati, devo dire che loro stanno solo abusando del nome di questo intellettuale, per i propri interessi personali. Per questo dico che Shariati è vittima di un'ingiustizia grave, sia da parte dei suoi oppositori, sia da parte dei suoi sostenitori, e vi ringrazio di darmi l'opportunità con questa intervista di fare un po' di chiarezza sull'argomento.





D. Alcuni ritengono che le personalità famose, vengono analizzate dopo la loro morte con due atteggiamenti: o una eccessiva critica negativa, o una eccessiva visione positiva. Secondo lei, anche Shariati rientra in questa situzione?

R. Indubbiamente. Da un lato alcuni si sono impegnati in modo esagerato a esaltare la figura di Shariati, d'altro canto egli è stato accusato e ghettizzato ingiustamente. Entrambi gli atteggiamenti sono sbagliati; Shariati era un intellettuale che si era impegnato molto per far capire alla gente che l'Islam è un'ideologia sociale e militante, è un modo di vivere. Egli si rammaricava molto del fatto che non pochi individui non avevano un approccio ideologico con la religione islamica. Per Shariati l'Islam era fonte di vita e base per un sistema sociale completo.            

(1) Il gruppo terroristico "Furqan" (Il "Discrimine", uno dei soprannomi del Sacro Corano), nacque all'indomani della Rivoluzione con l'obiettivo dichiarato della lotta armata contro la Rivoluzione stessa. Tra le vittime della furia omicida di questo gruppo ormai estinto, possiamo nominare illustri intellettuali come Morteza Motahari, le cui opere sono state tradotte anche in italiano. L'ideologia di riferimento del gruppo terroristico "Furqan", almeno sulla carta, era l'Islam così come interpretato da Ali Shariati. Peccato che Ali Shariati e lo stesso Morteza Motahari erano grandi amici (sic!) e insegnavano l'Islam rivoluzionario insieme a Tehran negli anni '60 e '70. Essi compirono insieme anche il pellegrinaggio a Mecca, e vi sono anche le foto del loro viaggio in Arabia.

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