Consigli dell'Imam Sadiq (a) per il viaggio spirituale verso Dio (narrazione di 'Unwan Basri)

Consigli dell'Imam Sadiq (a) per il viaggio spirituale verso Dio (narrazione di 'Unwan Basri)

Il defunto Ayatullah Seyyed Ali Qazi Tabatabai (ra), maestro di grandi sapienti divini e gnostici contemporanei, era solito raccomandare questa narrazione ai suoi studenti che volevano percorrere il sentiero spirituale verso Dio Onnipotente. Egli chiedeva inoltre di scriverla, portarla con sé e leggerla almeno due volte alla settimana. Considerava questa tradizione come la miglior cura per i desideri mondani, la lussuria, l'ira, il rancore, l'invidia e la gratificazione nei piaceri sensuali.
Dopo aver spiegato dettagliatamente le idee fondamentali dell’apprendimento e della conoscenza, l'Imam Jafar Sadiq (as) fece alcune raccomandazioni per coloro che sono alla ricerca del Retto Sentiero.
Avete ascoltato qualche volta la narrazione di Unwan al-Basri? Il grande gnostico e sapiente divino, l'Ayatullah Seyyed Ali Qazi Tabatabai (che la sua anima sia benedetta), si rifiutò di insegnare etica pratica (akhlaq amali) ad alcuni dei suoi nuovi studenti fintanto che non riponevano la dovuta attenzione a questo hadith. Quella che segue è la traduzione in italiano della narrazione di Unwan al-Basri.
Allamah al-Majlisi dice: “L’ho rinvenuta (questa narrazione) nel manoscritto di Shaykh al-Baha’i (qs), con le seguenti parole: Shaykh Shams al-Din Muhammad ibn Makki ha detto: L’ho copiato dal manoscritto di Shaykh Ahmad al-Farahani (ra), che lo ha narrato da `Unwan al-Basri, che era uno shaykh di 84 anni, che ha detto:
Ho visitato frequentemente Malik ibn Anas per molti anni. Quando Ja’far al-Sadiq (as) venne a Medina, lo visitai (frequentemente) e amavo apprendere da lui come avevo appreso da Malik. Un giorno egli disse: “Sono una persona impegnata con il dhikr (Ricordo di Allah) giorno e notte. Quindi per favore non distogliermi da queste recitazioni. Puoi apprendere da Malik e visitarlo come hai fatto fino ad oggi.”
Mi rattristai per quanto mi aveva detto. Lo lasciai e pensai: “Se egli avesse notato qualcosa di bene in me non mi avrebbe tratto in maniera simile, e non mi avrebbe impedito di visitarlo frequentemente come volevo onde poter apprendere da lui.”
Mi recai quindi nel Masjid (moschea) del Profeta (S) e gli offrii i miei saluti. Il giorno successivo ritornai alla sua tomba, realizzai due rak'aat (unità di preghiera) e invocai [l'Altissimo]: “O Allah! O Allah! Indirizza il cuore di Ja'far verso di me, e concedimi della sua conoscenza quanto mi assicurerà di aver trovato il Tuo retto sentiero”. Ritornai quindi a casa con tristezza, e non mi andai più a visitare Malik poiché il mio cuore aveva assaporato l'amore di Ja'far. Da quel giorno non lasciai la mia casa se non per realizzare le preghiere doverose (wajib), finché alla fine la mia pazienza raggiunse il suo limite.
Quando sentii il mio petto contrito dall'ansia, indossai le scarpe ed uscì, deciso a visitare Ja'far. Era dopo la Preghiera del Pomeriggio (salat al-'asr). Quando arrivai alla sua porta, chiesi il permesso di vederlo. Uno dei suoi servi uscì e disse: “Cosa desideri?” Risposti “Vorrei porgere i miei saluti al Nobile (Sharif).” Egli disse: “Egli è nel suo maqam (realizzando le preghiere)”.
Mi sedetti vicino alla porta, e poco dopo giunse il servo e disse: “Entrate, con le benedizioni di Allah”. Entrai e gli offrii [all'Imam] i miei saluti, ed egli, dopo aver ricambiato i saluti, disse: “Siediti, che Allah ti perdoni.” Guardò per un po' a terra, poi alzò la testa e chiese: “Quale è il tuo patronimico (kunya)?” Io risposi: “Abu 'Abdullah [il padre di 'Abdullah]”. Egli (as) disse: “Possa Iddio rendere il tuo patronimico saldo e garantirti il successo in quello che Lo compiace, o Abu 'Abdullah.” Nell’ascoltare ciò pensai: “Se non ottenessi altro, già la mia visita e l'avergli potuto offrire i miei saluti subito dopo la sua Preghiera (di 'asr), e adesso la sua invocazione, sono più che sufficienti per me!”
Poi egli sollevò la sua testa e chiese: “Cosa vuoi chiedere?” Gli dissi: “Ho pregato Allah di rendere volgere il tuo cuore verso di me, e di concedermi dalla tua conoscenza, e spero che Allah abbia risposto alla mia invocazione nei tuoi riguardi”. Egli (as) disse allora: “O Abu 'Abdullah, la conoscenza non si ottiene con l'apprendimento. E' una luce che illumina i cuori di coloro che Allah vuole guidare. Se desideri la conoscenza, allora prima devi trovare dentro te stesso la realtà ed essenza della servitù, e poi cercare la conoscenza mediante essa, e chiedere ad Allah di aiutarti nella comprensione.”
Poi io dissi: “O Nobile (Sharif)”. Egli (as) disse: “Chiamami ‘Aba 'Abdullah’.” Poi gli dissi: “O Aba 'Abdullah, quale è la vera essenza della servitù?” Egli (as) disse: “Si tratta di tre cose: che una persona non consideri niente di sua proprietà poiché i servi non possiedono nulla, vedono ogni ricchezza appartenente ad Allah e la ripongono laddove Allah l’ha ordinata di riporre. Egli deve capire che tutte le cose appartengono ad Allah e che egli deve usare solo ciò di cui gli è stato fatto dono come Allah gli ha ordinato. Che non deve sentirsi indipendente nell'amministrare e pianificare le sue cose, ma tutti i suoi sforzi devono piuttosto essere votati solamente ad adempiere ai suoi doveri verso Allah e ad evitare le Sue proibizioni.
Quando un servo realizza che, al di là di tutte le cose che Allah gli ha concesso in privilegio, neanche uno iota di esse appartengono a lui, allora donare sulla via di Dio diverrà facile. Quando un servo rimette l'amministrazione delle sue cose al suo vero Padrone e Pianificatore, le afflizioni mondane diventeranno insignificanti ai suoi occhi. Quando un servo si impegna solamente nell'adempiere ai suoi doveri verso Allah, e nell'evitare le Sue proibizioni, in lui allora non vi sarà spazio per litigi e arroganza.
Quando Allah grazia i Suoi servi con queste tre cose diventerà allora le questioni mondane, Shaytan e (le opinioni del)la gente diventeranno insignificanti; e conseguentemente egli non inseguirà il dunya (questo basso mondo) onde accumulare ricchezza, non cercherà fama tra la gente e non trascorrerà più i suoi giorni in vanità e falsità. E Allah ha detto: “Questa Dimora Ultima la riserviamo a coloro che non vogliono essere superbi sulla terra e non seminano corruzione. L'esito finale appartiene ai timorati [di Allah]. Chi verrà con il bene, avrà meglio ancora; chi verrà con il male, [sappia che] coloro che avranno commesso il male, saranno ricompensati per ciò che avranno fatto.” (Sacro Corano, 28: 83-84).
Allora dissi: “O Aba 'Abdullah, dammi alcuni consigli.” Egli (as) disse: “Ti avviso di nove cose, ed il mio avviso è per coloro che vogliono intraprendere il viaggio sul sirat (sentiero) di Allah e prego Allah di garantirti successo nel farne il miglior uso. Tre attengono la disciplina dell'anima, tre la pazienza e tre la conoscenza. Devi custodirle e non trascurarle mai”.
'Unwan disse: “Ho svuotato il mio cuore per far spazio ad esse.”
Egli (as) disse: “Rispetto alla disciplina dell'anima, non devi mai mangiare finché non hai fame, perché altrimenti ciò porterà all’idiozia e stupidità. Non devi mai mangiare finché non hai fame. E quando mangi, devi cibarti solo di ciò che è permesso (halal), e inizia con il Nome di Allah. Ricordarti delle parole del Messaggero di Allah (S): “Fra i contenitori che le persone riempiono, il peggiore è lo stomaco”. Se devi quindi riempirlo, allora riempine un terzo con il cibo, un terzo con l’acqua e un terzo [lascialo vuoto] per respirare.”
Rispetto alla pazienza, se una persona ti dice “Se dici una parola ne ascolterai dieci”, a tale persona devi replicare: “Se dirai anche dieci parole, da me non ne sentirai neanche una”; se uno ti offende, rispondigli: “Se dici il giusto, prego Allah di perdonarmi, e se dici il falso, prego Allah di perdonarti”; se qualcuno ti minaccia duramente, dagli buoni consigli e prega per lui.”
Rispetto alla conoscenza, devi chiedere sempre ai sapienti su quanto non conosci; ma non devi farlo solamente per sfidarli o metterli alla prova. Non devi mai agire in base alla tua stessa opinione; ma devi piuttosto agire con ihtiyat (precauzione) in tutte le questioni, cercando di mantenerla quanto possibile. Stai in guardia dall'emettere (le tue personali) fatawa proprio come staresti in guardia da un leone, e non devi mai permettere al tuo collo di essere usato come un ponte per gli altri (agendo in base a simili fatawa personali).
Ora dobbiamo congedarci. Ti ho avvisato, o Abu 'Abdullah, di non rovinare il mio wird, perché io sono una persona particolarmente attenta a sé stessa. La pace sia su coloro che seguono la Guida.”
[Bihar al-Anwar, H. 384]
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