Perché Mubarak ha riacquistato popolarità tra gli egiziani?



Nelle ultime ore è giunta la notizia che le autorità giudiziarie egiziane avrebbero accettato la richiesta dei legali di Hosni Mubarak, ex presidente della Repubblica, riguardo ad una scarcerazione dell'ormai anziano leader politico. La cosa incredibile in tutto ciò, è il fatto che, un leader cacciato a furor di popolo più di due anni fa dal popolo egiziano, oggi viene considerato, a prescindere dal voler dare un giudizio di valore su ciò, dagli stessi egiziani, una sorta di "vittima". Da quello che emerge dai media e anche dagli amici che si trovano in Egitto infatti, Mubarak da una parte consistente della popolazione, è stato molto rivalutato in questi ultimi tempi. Dobbiamo cercare di capire il perché di tutto ciò, al di là del semplice qualunquismo che potrebbe prevalere in questi momenti. 

La verità probabilmente è che, l'egiziano medio, rimpiange la stabilità politica ed economica dell'era Mubarak. Infatti, la caduta del Rais del Cairo, lungi dal garantire pace, prosperità, democrazia e stabilità, ha innescato un processo di destabilizzazione diffusa, non solo in Egitto, ma in tutta l'area. Tralasciando per il momento gli effetti regionali e internazionali della caduta di Mubarak, possiamo dire che l'avvento dei Fratelli Musulmani, è stato per l'Egitto e per gli egiziani, un vero e proprio cataclisma, soprattutto per la pace sociale e l'economia. I dati dimostrano che il turismo è crollato, ed essendo questa voce una delle principali entrate dell'Egitto, ciò ha avuto ripercussioni nefaste sulla percezione che hanno avuto gli egiziani della dirigenza islamista. L'egiziano medio oggi ragiona così: abbiamo cacciato Mubarak perché lo consideravamo un tiranno, ma almeno con lui c'era sicurezza e la vita trascorreva nella norma, pur tra mille difficoltà. Poi ci siamo ritrovati al potere degli incapaci, che hanno trascorso il tempo solo a litigare e a non curare i problemi reali del paese. Il colpo di stato poi, con il quale l'esercito ha - cavalcando la disaffezione crescente degli egiziani per Morsi, eletto alla guida del paese in un testa a testa con Shafiq, uomo legato al vecchio regime mubarakiano, defenestrato i Fratelli, ha messo a nudo una grave contraddizione presente in Egitto, tra l'anima islamista e quella laica del paese. In pochi giorni ci sono stati centinaia di morti, sia per un uso eccessivo della forza da parte dell'esercito, almeno in alcuni casi, sia perché alcuni gruppi integralisti hanno approfittato del caos per armarsi. Eloquenti le immagini degli assalti alle chiese cristiane. In una situazione così caotica, è normale quindi che il popolo egiziano rimpianga la stabilità dell'era Mubarak. Tutto ciò, associato alla grave deficienza della dirigenza dei Fratelli Musulmani, incapace di promuovere qualsiasi riforma positiva per il paese e per l'economia, ha reso i Fratelli abbastanza impopolari, facendo di colpo risalire le quotazioni dell'ex Rais. 

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