Pistelli, per nuovo Iran Italia apripista

il viceministro degli esteri Lapo Pistelli
di Eloisa Gallinaro
Italia apripista in Iran, dopo l'insediamento del nuovo presidente Hassan Rohani. "Non si e' trattato di una fuga solitaria - spiega in un'intervista all'ANSA il viceministro degli esteri Lapo Pistelli appena tornato da Teheran - ma fortemente voluta dal ministero con la piena consapevolezza, informazione e condivisione di Palazzo Chigi, del Quirinale e con la preventiva informazione degli alleati europei e americani e anche di Israele''. La missione affidata alla nostra diplomazia, precisa Pistelli, non è frutto di un caso. '' Qualsiasi opinione si possa avere sulla politica internazionale iraniana siamo davanti a una potenza regionale che non puo' essere rimossa concettualmente dalla politica estera del nostro Paese - ricorda il viceministro -. Noi piu' di altri e prima di altri abbiamo storicamente avuto ottime relazioni con l'Iran, dai tempi di Romano Prodi e Mohammed Khatami e ancor prima da quelli di Enrico Mattei negli anni '50. Se cambia qualcosa in quel Paese abbiamo tutto da guadagnare, non soltanto da soli ma come intera comunita' internazionale".
Pistelli aggiunge di credere ''molto nel ruolo che la politica estera italiana sta giocando perche' siamo in pista da tre mesi, meno attenti all'ossessione di apparire e sedersi in alcuni tavoli, e invece molto piu' attenti ad aiutare il compimento di alcuni processi diplomatici. Il caso del nucleare iraniano potrebbe essere uno, il caso della Siria potrebbe essere un altro". Reduce dall'Iran, Pistelli fa il punto sui dossier internazionali caldi nell'agenda della Farnesina tra i quali Teheran e' uno dei fronti in prima linea. E se, come sembra, si preannuncia un settembre impegnativo, con la Russia che vorrebbe un nuovo round negoziale sul nucleare, la domanda, ovvia, e' se l'Italia, fuori dal 5+1, cerchera' di ritagliarsi un ruolo. "C'e' un quadro gia' stabilito che e' il 5+1, esistono dei pacchetti negoziali e ci saranno a breve anche i nuovi negoziatori iraniani: si immagina per esempio che la delegazione sara' guidata dal nuovo ministro degli Esteri Mohammad Javaz Zarif. C'e' una finestra di opportunita' affinché ci siano negoziati seri e sostanziali da entrambe le parti. Noi siamo impegnati per facilitare quel tipo di dialogo".
Ma le varie anime del governo riescono a stare insieme in un'unica strategia? "La politica estera la si fa alla Farnesina - nota secco Pistelli - e quando il ministro Emma Bonino si e' presentato in audizione più volte e ha parlato delle nostre intenzioni anche con riferimento alla conferenza siriana non ha mai ricevuto rilievi critici di sostanza". I problemi, insomma, sono internazionali, non interni. "Ginevra 2 - quando, se e come verra' - deve servire per mettere insieme in un compromesso opinioni che oggi sono radicalmente distanti, fra le quali c'e' anche il ruolo che l'Iran, insieme ad altri, sta giocando nel conflitto siriano. C'e' bisogno che tutti gli attori di quel conflitto si siedano in qualche modo al tavolo, Iran incluso". Su un possibile 'sdoganamento' internazionale di Teheran, Pistelli lascia aperta piu' di una porta.
"Dipende da loro e dipende da noi. La pagina elettorale iraniana e stata una pagina oggettivamente nuova. Innanzitutto, abbiamo interesse a sfruttare questa pagina elettorale? La mia risposta e' si'. Ci sono gia' tanti incendi nel mondo che se per caso abbiamo le condizioni per spegnerne uno dobbiamo festeggiare e scommettere su questa finestra. La nuova squadra di governo iraniana e' piena di personalita' educate in America, in Inghilterra, conoscitori dell'ambiente occidentale. Si possono cogliere buoni risultati sia sul piano del nucleare sia sul piano degli altri dossier regionali nei quali abbiamo interessi comuni".

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