Rohani alla prova del voto di fiducia parlamentare





Lunedì inizieranno le sedute del parlamento iraniano per votare la fiducia ai singoli ministri e al consiglio dei ministri del presidente Rohani. Vi sono molte polemiche sul gabinetto nascituro, soprattutto molti esponenti di destra criticano Rohani per una sua eccessiva svolta a sinistra (riformisti) nella nomina dei ministri. In generale comunque i nomi sembrano in linea con le aspettative degli analisti più ragionevoli, ovvero, in base alla volontà di Rafsanjani, vero padrino del nuovo governo, un esecutivo di unità nazionale di centrodestrasinistra. Alcuni dicasteri conservatori dovrebbero essere il ministero dell'interno, quello dei servizi segreti. 







Ai centristi dovrebbe andare il ministero degli esteri, ai riformisti (centrosinistra) dovrebbero andare alcuni ministeri; tra questi però risalta uno stretto collaboratore di Musavi, leader dei riformisti nelle contestate elezioni del 2009, candidato al ministero dell'educazione, nonché altri esponenti riformisti (con posizioni vicine a Musavi) per il dicastero della cultura e vari sottosegretari. Il parlamento iraniano è a maggioranza conservatrice, bisognerò vedere se si troverà un compromesso oppure alcuni ministri proposti da Rohani potrebbero non ottenere la fiducia. Staremo a vedere. Come avevamo previsto, dall'esecutivo di unità nazionale saranno esclusi solo gli ahmadinejadiani e i seguci di Mesbah Yazdi, religioso considerato ultraconservatore. Il candidato di Yazdi alle presidenziali era Jalili che si è fermato al 10 percento, dietro a Rohani e Qalibaf. Ahmadinejad invece ha visto censurato dalla corte costituzionale iraniana Mashai, il suo delfino, che non ha potuto presentarsi al voto. Secondo non pochi analisti, anche nel campo riformista, Mashai poteva essere un osso durissimo per Rohani.

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