L’esercito siriano può abbattere i missili tomahawk



Valentin Vasilescu, Réseau International
88I cacciatorpediniere classe Arleigh Burke hanno a bordo fino a 90 missili da crociera Tomahawk (TLAM) e i sottomarini d’attacco classe Los Angeles ne hanno 40, ma non sono una novità per l’esercito siriano. Né lo sono i bombardieri strategici B-52, che possono portare fino a 22 Tomahawk (CALCM), di cui 16 sui lanciatori rotanti (solo 8 per ridurre il consumo di carburante) e 6 sotto le ali. Né che il missile da crociera ha in memoria una traiettoria prefissata che il missile, una volta lanciato, non può cambiare. I missili da crociera non possono essere lanciati in salve, ma solo uno alla volta dai cacciatorpediniere e dai sottomarini (in ondate di 5-15 missili da crociera), la distanza tra essi è di almeno 20-30 km. Questo è un sistema di sicurezza per evitare collisioni a mezz’aria. La successiva ondata di missili da crociera può essere lanciata solo dopo 15-20 minuti dai precedenti. L’esperienza dimostra che circa il 5-10% dei missili da crociera, subito dopo il lancio, soffre di un guasto tecnico. Ecco perché i missili sono seguiti con esattezza entro i primi 50-70 km dai radar della nave che li lancia, con uno scarto di circa 15° rispetto alla rotta inserita nella memoria, quindi il controllo dell’autodistruzione viene innescato.
La distanza tra i cacciatorpediniere, i sottomarini e i bombardieri, che lanciano i Tomahawk, e gli obiettivi in Siria viene coperta in un ora e 45 minuti/due ore. Il tempo a disposizione è sufficiente per i comandanti della forza aerea e della difesa antiaerea siriane per calcolare con grande precisione la zona più probabile che ogni Tomahawksorvolerà e quando. E i comandanti delle Forze aeree siriane stabiliranno, per ogni Tomahawk lanciato, 3-4 zone aeree scaglionate in successione a partire dalla prima linea sul Mediterraneo. In queste zone aeree, verrebbero inviati gli aerei da combattimento più potenti con l’equipaggiamento più ottimale per tali fini e pilotati dai migliori equipaggi siriani. Vi sono molti dettagli sull’implementazione assai sofisticati e la pianificazione impeccabile di questa missione fondamentale per l’esercito siriano, su cui per ragioni comprensibili mi rifiuto di parlare.
Per diversi decenni, i piloti russi di aerei da combattimento sono stati addestrati alle procedure per intercettare e distruggere i missili da crociera, ciascuno eseguendo almeno quattro esercitazioni annuali, con tiri reali, nel poligono di Astrakhan contro aerei senza pilota simulanti perfettamente il profilo di volo del Tomahawk. In base ad un accordo tra Nicolae Ceausescu e i dirigenti del Cremlino, una rotazione di due gruppi di 24 piloti da caccia rumeni, addestrati ad abbattere i missili da crociera, fu testata fino al 1991, effettuando tiri reali, di giorno e di notte, su bersagli aerei che volavano a bassa quota, nel poligono di Astrakhan. Negli ultimi anni dell’era Ceausescu, la Romania aveva acquistato dai sovietici una squadriglia di aerei senza pilota tipo VR-3, la cui manovrabilità, quota di volo e velocità erano identici a quelli del Tomahawk. La loro missione principale era la ricognizione aerea e, in secondo luogo, addestrare i piloti da caccia e le batterie dei missili antiaerei nelle procedure d’attacco dei missili da crociera. Per motivi politici nel 1995, i VR-3 smisero di volare e furono rimossi dall’arsenale. I piloti da caccia rumeni non compirono più, dal 1991 fino ad oggi, nessuna vera esercitazione intercettando bersagli aerei. Con il tempo e il cambiamento generazionale, tutti hanno perso la capacità di attaccare i missili da crociera.
Durante la Guerra del Golfo del 1991, gli Stati Uniti lanciarono 35 CALCM e 288 TLAM, e nell’aggressione militare della NATO contro la Jugoslavia, nel 1999, 60 CALCM e 150 TLAM furono lanciati. Mentre i piloti da caccia avevano discrete capacità, né i piloti iracheni né i piloti jugoslavi erano stati addestrati a riconoscere e attaccare di notte i missili da crociera, senza  conoscerne la rotta e il momento del lancio. Così non furono in grado di rilevare e abbattere i missili da crociera. Se i russi decidessero d’informare sulla tempistica dell’operazione, le coordinate di lancio e di guida di ogni missile da crociera lanciato dagli Stati Uniti, per l’esercito siriano la probabilità di eliminarli sarà vicina al 50%. Questa percentuale può aumentare o tendere a zero, a seconda della competenza professionale e alla calma mostrate dalla leadership militare siriana e dall’addestramento dei piloti e dei comandanti delle batterie dei missili antiaerei in questo tipo di missione.
L’aviazione siriana allinea 60 MiG-29, di cui 36 delle versioni M/M2 e SMT, sulle quali sono state installate apparecchiature KOLS/OEPS-29 di categoria IRST (ricerca e inseguimento bersaglio via infrarossi), il resto sono MiG-29C che hanno a bordo un meno efficace S-31E2. L’OEPS-29 è basato su un sensore montato sul naso per rilevare bersagli aerei indipendentemente dal radar. Nell’emisfero posteriore rileva bersagli distanti da 12/18 a 50 km. Nei test, con meteo perfetto, l’OEPS-29, sensore raffreddato con azoto liquido, aveva rilevato bersagli aerei fino a 90 km. Il sensore a infrarossi è accoppiato ad un microprocessore che controlla il processo di scansione dell’antenna radar dello spazio aereo (a ± 60° in azimut e a 60/-15° di elevazione). L’OEPS-29 è un ricevitore passivo che non viene rilevato e non può essere neutralizzato da interferenze. Altri 60 MiG-23MLD e 30 MiG-25PD siriani sono stati modernizzati dai russi, dotandoli di equipaggiamenti 23MLet TP-TP-26Sh-1 a scansione ai raggi infrarossi a ± 40° azimut e 30/- 15° in elevazione, potendo rilevare bersagli aerei a 15-25 km nell’emisfero posteriore.
Si può concludere, da quanto sopra, che almeno in teoria i siriani avranno abbastanza tempo per intercettare e abbattere con la loro aviazione i Tomahawk lanciati dagli statunitensi. Resta da dimostrare se vogliono e se i comandanti ne saranno capaci.
La reazione delle batterie di missili e artiglieria antiaerei dell’esercito siriano non deve essere sottovalutata, anche se i missili da crociera Tomahawk sono quasi invisibili ai loro radar. Il dispositivo di combattimento sembrascaglionato sul territorio per settori e allineamenti distinti. Damasco, l’obiettivo principale degli attacchi mirati USA,ha una forte densità di sistemi antiaerei, ossia 10 batterie di missili S-75, 8 batterie di S-125 e 28 di 2K12 (Kub).  Allo stesso modo, al confine sud-occidentale con Giordania e Israele, vi sono 7 batterie di S-75, 6 di S-125 e 9 batterie di 2K12 (Kub). Ma anche nella Siria nord-occidentale, dove vi sono due linee concentriche della difesa antiaerea profondamente scaglionate: le coste sul Mar Mediterraneo (5 batterie di S-75, 12 di S-125, 2 di S-200) eHoms-Aleppo (11 batterie di S-75, 10 di S-125, una di S-200 e 12 batterie di 2K12). Va notato che le stazioni di controllo del tiro delle batterie di missili e artiglieria antiaerei dell’esercito siriano, hanno un canale principale con radar di rilevamento e puntamento e un canale elettro-ottico. I vecchi sistemi antiaerei si basano su una telecamera comune 9Sh38/83-2 Karat, e i sensori delle emissioni termiche sono montati in cima a un’antenna di 21 metri.
I sistemi antiaerei a medio raggio Pantir, Osa-1T, Buk-M2 e Tor, il canale di guida delle stazioni di controllo del tiro, sono basati su un modulo di ricerca indipendente agli infrarossi (1TPP1), con due sensori operanti su due canali. Uno per la ricerca omnidirezionale nello spazio aereo, funzionante nella gamma dei 3-5 micron, e l’altro per la rigorosa localizzazione dei missili da crociera, la cui impronta termica è compresa tra 0,8 e 0,9 micron. I segnali dei sensori vengono elaborati digitalmente e inviati al centro di controllo del tiro. Il tempo trascorso tra il rilevamento del bersaglio e il lancio del missile dalla rampa è di 4 secondi. L’esercito siriano ha oltre 4000 missili portatili russi 9K32, 9K34 e centinaia delle varianti più moderne 9K338 Igla-S, di cui gli operatori sono dotati di visori notturni. Mentre il missile da crociera vola a 50-100m sopra il terreno, una volta individuato, la probabilità di essere colpito con un missile portatile, dalla portata massima di 5 km, è del 48%. Dal 2000, la Siria ha collaborato per 10 anni con la società italiana Galileo Avionica, importando o producendo su licenza migliaia di telecamere a infrarossi di tipo militare, di cui solo 500 sono state montate su carri armati e veicoli da combattimento per la fanteria. Inoltre, l’azienda Rosoboronexport (Russia Romarm) ha consegnato all’esercito siriano, a giugno, una lunga serie di equipaggiamenti militari, tra cui un numero insolitamente elevato di dispositivi per la visione notturna, basandosi su una richiesta pervenuta nel marzo 2013.
Ricordiamo che il tempo a disposizione del comando della difesa antiaerea siriana, per la riconfigurazione del dispositivo antiaereo, è di un’ora, due al massimo, dopo la notifica da parte russa dei lanci e della traiettoria della prima ondata di missili crociera. L’arte militare è la felice combinazione di  scienza militare, esercitate competenze nel comando, d’intelligenza e dose d’immaginazione superiori alla media. Sono i comandanti della difesa antiaerea siriani che devono dimostrare di avere padronanza pratica dell’arte della guerra. Non mi permetto di lanciare ipotesi sulla configurazione ottimale della futura postura della difesa antiaerea siriana. Un fattore perturbatore della difesa aerea siriana nel combattimento dinamico è l’interferenza elettronica, in grado di generare centinaia di falsi bersagli nello spazio aereo siriano, per innescare la reazione prematura della difesa antiaerea, permettendone la penetrazione ai missili da crociera. Di solito i falsi bersagli vengono lanciati 3-5 minuti prima dei missili da crociera. Seguono un percorso prestabilito e cambiano direzione durante il volo per non rivelare la posizione degli obiettivi reali dei missili da crociera. Questo tipo di interferenze è stato utilizzato con successo in Jugoslavia, nelle guerre del Golfo e in Libia, da parte dei velivoli statunitensi EA-6B Prowler, EA-18G Growler ed EC-130H Compass Call. L’esercito israeliano ha usato, per attaccare obiettivi in Siria, un velivolo da guerra elettronica Gulfstream G550 Shavit. I velivoli da guerra elettronica sono costretti a rimanere lontano dai confini, al di là della portata della difesa aerea siriana. Il segnale di interferenza dei radar del velivolo è più debole e più distante dei falsi bersagli che genera, permettendo al sistema di controllo automatizzato della difesa antiaerea di dare la priorità ai bersagli più pericolosi, ignorando i velivoli da guerra elettronica.
Il gruppo navale russo nel Mediterraneo monitora costantemente l’intero spettro delle emissioni elettromagnetiche nella regione, grazie alla nave Prjazove (SSV-201). In collaborazione con le apparecchiature elettroniche delle batterie antiaeree tipo S-300, presenti a bordo dell’incrociatore Moskva, pochi secondi dopo l’avvio dei disturbi da parte del velivolo da guerra elettronica, l’equipaggio del Prjazovie, tramite il metodo della triangolazione, rileva la disposizione di ogni fonte delle interferenze. Una volta identificati, questi obiettivi vengono inseriti nel programma di sorveglianza continua e i dati della loro traiettoria vengono inviati a tutte le navi russe e al centro comando aerospaziale di Armavir. Se i russi hanno proposto ciò, i siriani ne saranno istantaneamente informati, sui loro schermi radar, e potranno eliminare tutti i falsi bersagli e abbattere i velivoli da guerra elettronica.
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Valentin Vasilescu, pilota dell’aviazione, ex vicecomandante della base  militare di Otopeni, laurea in Scienze Militari presso l’Accademia di Studi Militari di Bucarest nel 1992.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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