2014, quo vadis?

 Renato Maffei





Abbiamo assistito  nell'anno 2013 ad alcuni avvenimenti poltico-economico-militari a livello mondiale che vorremo con queste nostre brevi considerazioni analizzare.

Partiamo dalle note dolenti ovvero dalla scomparsa, dalla morte del presidente Comandante Hugo Rafael Chavez e dalla fine del mandato presidenziale di Mahmud Ahmanidejad, capo dell'esecutivo della Repubblica Islamica dell'Iran. Oggettivamente per quanto riguarda questo stato dobbiamo ammettere, nonostante le assicurazioni della Guida suprema ayatollah Khameney, che se prima la Repubblica Islamica aveva una politica di tipo rivoluzionario e di scontro-confronto ideologico-culturale con l'Occidente, ora con l'elezione del presidente Ruhani, un chierico, lo stato persiano tende, avrà per i prossimi quattro anni un approccio più morbido, più pragmatico e meno ideologico nei confronti dell'Occidente. Per Occidente intendiamo l'Europa ,gli Stai Uniti d'America  e Israele. Naturalmente questo non significherà che ad esempio per quanto riguarda il sostegno alla resistenza libanese o allo stato bahtista siriano l'appoggio dell'Iran verrà meno: questi sono in effetti conflitti regionali dove anche l'Occidente non ha bene le idee chiare... Per essere espliciti probabilmente anche l'Occidente che ha foraggaito, armato, addestrato, finanziato i terroristi in Siria e in Libano tramite la Turchia e l'Arabia Saudita, non vedrebbe con grande favore la creazione di uno stato salafita wahabita al confine di Israele. L'Occidente si sta accorgendo di aver aperto un vaso di pandora da dove stanno fuoriuscendo i peggiori delinquenti creati dal genere umano: i terroristi takfiriti-salafiti.




Probabilmente  fra gli occidentali sarà Israele (assieme all'Arabia Saudita e alla Turchia)  che tenterà di prolungare il conflitto in Siria con la speranza che la situazione di stallo rimanga in eterno. Naturalmente invece Arabia Saudita e Turchia prolungheranno l'appoggio ai terroristi con la speranza che questi ultimi vincano.

Per tornare invece al differente approccio dela politica iraniana verso l'Occidente - al di là della questione nucleare - non sentiremo più un presidente iraniano che mette in dubbio le verità ufficiali partorite a Norimberga, o che definirà come menzognera la versione ufficiale sull'11 settembre, o che criticherà la "religione dei diritti umani". Avremo un Iran che non vorrà più essere contrapposto ideologicamente all'Occidente, a quei valori che dal 1945 in poi sono la morale, l'etica, diciamo, parafarasando il comandante, il rivoluzionario Ahamdinejad, "la religione" dell'Europa, degli Stati Uniti d'America. Un Iran dunque che sarà magari antagonista all'Occidente sul piano politico-economico, anche militare ma, non dal punto di vista culturale ed ideologico. Non assisteremo più a convegni a Tehran dove venivano invitati tutti gli storici revisionisti.

L'Iran, nelle nostre previsioni, per i prossimi quattro anni, lo vedremo simile alla Cina.

Lo stato persiano, con l'indebolimento dell'embargo avrà una maggiore prosperità economica, e i riformisti al potere potranno presentare come loro successo il miglioramento economico; per quanto riguarda invece i cosidetti conservatori, ipotizziamo che costoro abbiano dato l'avallo ai colloqui con gli Stati Uniti d'America, e ad un approccio non ideologico in politica estera in cambio dello status quo interno a livello legislativo, ovvero la sharia non verrà ammorbidita. Il presidente Ahmadinejad avendo invece  avuto un approccio rivoluzionario in politica estera - di forte contrapposizione ideologica all'Occidente, ma non reazionario in politica interna, aveva scontentato tutto l'apparato clericale sia riformista che conservatore. Oggettivamente l'alleanza fra i chierici ha impedito al presidente uscente di poter governare negli ultimi due anni del suo mandato.

Pensiamo di aver espresso le nostre considearzioni, che naturalmente non vogliono essere assolutamente delle verità indiscutibili, ma mere ipotesi per quanto riguarda la Repubblica Islamica dell'Iran.

Sempre all'interno della medesima area geografica possiamo affermare, per quanto ci riguarda, la fine (magari temporanea) dell'islam politico quale forza rivoluzionara; oggetttivamente, in campo sunnita, l'islam politico oggi in Siria, in Libano, in Egitto, in Libia, in Palestina (Hamas) è il pricipale alleato d'Israele e degli Stai Uniti d'America; per quanto riguarda il campo sciita diciamo che se i frutti dell'islam politico sono Ruhani, Khatami, Rasfajani, il discorso è simile al campo sunnita. Se i frutti dell'islam politico sono invece Hasan Nasrallah e gli Hezbollah il discorso è completamente differente! Diciamo questo con un groppo alla gola e ci rendiamo conto che probabilmente l'imam Khomeyni è stato una mosca bianca all'interno del mondo sciita: un vero chierico musulmano sciita non reazionario, ma rivoluzionario.

Il Venezuela appare invece ai nostri occhi in una situazione più magamtica con la scomparsa del caro presidente Chavez. Fare  previsioni risulta molto azzardato...




La nota secondo noi maggiormente positiva è l'emergere di una grande potenza euroasiatica: la Fedrazione Russa guidata da Putin.

Questa nazione si sta ponendo sia a livello politico-militare (pensiamo solamente alla Siria), che sopratutto a livello ideologico (Putin in un recente discorso ha citao Berdjaev) come alternativa alle democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente.

Il 2013 è stato l'anno ove la Russia è tornata in maniera preponderante a contare e a decidere nello scacchiere internazionale; oggettivamente senza la presa di poizione russa la Siria bahtista sarebbe caduta.




Che dire invece per quanto riguarda l'Europa occidentale?  Che essa sia morta come soggetto politico-ecomonico  e come "spazio luogo" portatore di una sua precisa e  determinata cultura nel 1945 non c'è dubbio. Parafrasando Julius Evola potremmo dire, qui vi sono solo rovine... Uomini non sappiamo... E/o ne vediamo pochissimi all'orizzonte... Per questi pochissimi uomini l'unica battaglia possibile oggi, oltre ad una precisa, chiara consapevole rivoluzione cultural-ideale rispetto al modello dominante, è quella di vedere e capire che al di là dei vari governi che si susseguono nei vari stati coloniali europei, al di là degli immigrati, il vero nemico sono coloro i quali hanno occupato l'Europa con le loro forze armate nel 1945 e tutti i loro collaborazionisti a tutti i livelli; politico, militare, ecomnomica, culuturale.

Buon 2014...

Commenti