Inizia ufficialmente il ridimensionamento del programma nucleare iraniano


Il programma nucleare iraniano, dal 20 gennaio scorso, è entrato in una fase di ridimensionamento, in linea con quanto promesso dalle autorità di Tehran a Ginevra qualche tempo fa. Infatti, l'Iran ha deciso di sottoscrivere un accordo momentaneo di sei mesi che prevede il blocco dell'arricchimento dell'uranio al 20 percento, ovvero la rinuncia a implementare il proprio programma atomico, sia per scopi pacifici, che per quelli militari. Infatti l'uranio arricchito sotto al 20 percento si può utilizzare solo in ambiti molto ristretti. Ma la vera abdicazione dell'Iran è la rinuncia a costruire nuove centrifughe per l'arricchimento, ovvero gli iraniani hanno preso atto che promuovere ulteriormente il programma nucleare, non serve a molto, anzi, i danni sono superiori ai vantaggi. Attualmente l'Iran dispone di circa 20000 centrifughe, non sufficienti per promuovere un programma nucleare importante, anche solo per scopi pacifici. Bisogna dire che il numero attuale è stato raggiunto grazie agli sforzi del governo Ahmadinejad, che da poche centinaia di unità nel 2005, è riuscito a far aumentare la capacità iraniana in questo ambito. Il risultato però è stato un pesante embrago internazionale, promosso essenzialmente da USA e UE, che ha danneggiato l'economia iraniana in modo pesante, segnando un 2013 all'insegna della recessione e dell'inflazione galoppante, oggi al 35 percento su base annua, ma fino a qualche mese fa al 40 percento (i dati sono forniti dalla Banca centrale iraniana). Lo stop, almeno momentaneo all'ulteriore sviluppo nucleare iraniano, sarebbe controbilanciato da alcune concessioni dei paesi occidentali, come un alleggerimento di alcune sanzioni, anche se fino a oggi, concretamente, non si è visto nulla. Al momento l'unica cosa certa dell'accordo di Ginevra sul nucleare iraniano è lo stop all'arricchimento dell'uranio al 20 percento, confermato anche dagli ispettori dell'ONU, in Iran in questi giorni. Il resto lo vedremo nelle prossime settimane. Interessante notare che i poteri dello stato iraniano, almeno quelli più importanti, come il governo, il parlamento e la Guida, sembrano tutti d'accordo sulle trattative e sugli attuali scenari. Infatti, senza il consenso della Guida, era difficile ipotizzare un accordo di questa portata. La Guida ha criticato certi aspetti dell'accordo di Ginevra, ma quello che conta non sono le parole, ma l'operato della dirigenza iraniana, al momento incline, in modo più o meno esplicito, all'accordo con le potenze mondiali. Inoltre nelle ultime ore è apparsa sui siti la notizia di un alleggerimento delle sanzioni da parte dell'UE, sopratutto per quello che riguarda l'esportazione del petrolio iraniano. Ma ciò è una mezza verità, in quanto secondo l'accordo di Ginevra all'Iran è garantita la possibilità di esportare l'oro nero, ma non nella quantità ottimale, come avveniva prima delle sanzioni dell'UE in questo ambito.   

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