Lo scorso 16 aprile 2014
all’interno del Palazzo Pasquale Del Prete, sede dei Dipartimenti di Scienze
Politiche e Giurisprudenza dell’Università “Aldo Moro” di Bari, si è tenuta una
interessante conferenza con oggetto la presentazione del libro del dott.
Rosario Milano, esperto di storia delle relazioni internazionali, dal titolo L’ENI
e l’Iran (1962-1970), pubblicato dalle Edizioni Giannini (Napoli, 2013). Il
titolo della conferenza era Italia e Iran fra passato e presente, e
aveva come obiettivo quello di fare luce su alcuni degli aspetti salienti delle
relazioni italo-iraniane, incentrate sul rapporto tra ENI e il governo di
Tehran.
L’incontro, al quale hanno partecipato
un folto numero di studenti dell’ateneo pugliese, è stato introdotto dal prof.
Luciano Monzali, docente di Storia delle Relazioni Internazionali
dell’Università di Bari, che ha sottolineato l’importanza delle relazioni tra
Italia e Iran, nonostante il fenomeno a livello scientifico sia stato poco
approfondito. L’Italia e l’Iran erano e sono importanti partner commerciali e,
sempre secondo il docente, la Puglia in tutto ciò ha un ruolo fondamentale,
ovvero quello di ponte naturale dell’Italia verso il Levante e il Vicino
Oriente.
L’evento, prima di entrare nel
vivo, ha visto anche il saluto del Direttore del Dipartimento di Scienze
Politiche dell’Università barese, il prof. Umberto Carabelli, docente di
Diritto del Lavoro, che ha ringraziato i presenti e ha sottolineato l’impatto
che le questioni economiche degli anni ’60, analizzati nel libro di Rosario
Milano, hanno avuto sugli aspetti gius-lavoristici dell’ordinamento italiano.
Vi è stato anche un breve saluto del dott. Antonio Giampietro, segretario
locale dell’Associazione dei dottorandi e dei dottori di ricerca italiani (ADI),
uno degli sponsor, insieme alla Fondazione Gramsci, della conferenza.
L’evento è poi entrato nel vivo
con le relazioni: il primo a intervenire è stato il prof. Michele Capriati,
docente di Economia Politica dell’ateneo pugliese. La sua relazione si è
concentrata sul ruolo delle grandi figure nell’imprenditorialità statale
italiana, come ad esempio quello rappresentato da Enrico Mattei, grazie al
quale l’ENI ha raggiunto una competitività a livello internazionale molto
importante, di fatto facendo da apripista alla diplomazia governativa su
diversi fronti. L’ENI di Mattei era al centro di importanti relazioni
internazionali, anche se gli oppositori del manager pugliese hanno sempre
sottolineato che le politiche matteiane hanno portato l’Ente a un grosso
indebitamento, un fardello enorme per la gestione successiva alla morte di
Mattei negli anni ’60.
Poi è toccato alla relazione
della prof. ssa Marina Comei, docente di Storia Economica, che ha sottolineato
la forte dipendenza dell’Europa dal punto di vista energetico al Mediterraneo e
al Vicino Oriente, e anche come la morte di un grande manager come Mattei ha
portato di fatto alla fine dell’ENI come contropotere organizzato ed efficacie
all’interno del capitalismo italiano. Il potere politico di Roma poi, sempre
secondo l’analisi accurata della studiosa dell’Università di Bari, non ha mai
visto di buon occhio l’attivismo economico e diplomatico di Mattei, visto
sempre come un concorrente o peggio ancora come un avversario.
Successivamente c’è stata la
relazione del prof. Italo Garzia, esperto di Storia delle Relazioni
Internazionali, che ha sottolineato le caratteristiche qualitative del libro di
Rosario Milano, L’ENI e l’Iran (1962-1970), dove c’è un intreccio tra
vari temi: ENI, politica estera italiana, politica interna e estera iraniana,
politica economica, tutti argomenti affrontati egregiamente dal giovane
studioso pugliese, con una quantità infinita di note e approfondimenti.
Dopo il prof. Garzia, c’è stato
l’intervento di Ali Reza Jalali, esperto di diritto costituzionale iraniano
(Università di Verona), nonché studioso della geopolitica del Medio Oriente e
del mondo islamico (Centro Studi Eurasia-Mediterraneo), che ha tracciato un
profilo della situazione delle alleanze strategiche dell’area mediorientale al
tempo della Guerra Fredda, con un parallelismo con la situazione attuale, dove
nella regione si sta concentrando un nuovo conflitto tra diverse potenze
extraregionali, soprattutto USA, Russia e Cina. La relazione del dott. Jalali
si è conclusa con un accenno al sistema istituzionale iraniano e una breve
comparazione con un altro importante modello regionale, quello dell’Arabia
Saudita.
Prima della fine dello spazio dedicato
alle relazioni, vi è stato un intervento dell’autore del libro, il dott.
Rosario Milano, che ha sottolineato l’importanza dello studio sulle realtà del
Vicino Oriente e soprattutto dell’Iran, paese col quale ci sono molti tratti in
comune rispetto alla cultura italiana e pugliese, questione che va ben al di là
delle relazioni politiche o economiche bilaterali.
Successivamente vi è stato uno
spazio dedicato alle domande del pubblico, che si è dimostrato interessato
all’evento con domande rivolte ai relatori su diversi aspetti, come la politica
energetica iraniana tra il governo del radicale Ahmadinejad e il moderato, e
attuale presidente, Rohani. Il pubblico si è dimostrato interessato anche a
comprendere le differenze ed eventuali tratti di continuità tra la Rivoluzione
bianca promossa negli anni ’60 dallo Shah per modernizzare il paese, e la
Rivoluzione islamica di Khomeini.
Nel complesso si può dire che la
conferenza ha riscosso molto successo, essendo questo delle relazioni
italo-iraniane, un tema poco conosciuto al grande pubblico. Il libro di Rosario
Milano quindi, è un primo passo importante per cercare di conoscere il tema, al
di là dei pregiudizi ideologici e della pubblicità giornalistica negativa sulle
realtà del paese persiano, spesso vittima di una pesante propaganda mediatica
eccessivamente improntata al pessimismo.
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