In ricordo della liberazione di Khorramshahr

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Prigionieri di guerra iracheni a Khorramshahr dopo la liberazione
 

Ali Reza Jalali
 
 
Nella seconda metà del mese di maggio del 1982 le forze armate iraniane, composte dall'Esercito, dalla Guardia Rivoluzionaria e dai volontari (Basiji), con un'azione basata sulla guerriglia e su uno scontro asimmetrico condotto contro le forze occupanti irachene, liberavano la città di Khorramshahr, nel sud ovest dell'Iran, vicino al confine con l'Iraq.
 
La città era stata presa dagli iracheni nel 1980, all'inizio della guerra e fu la città più importante dell'Iran in mano irachena in tutta la durata del conflitto, fino al 1988.
 
La liberazione di Khorramshahr, teatro di terribili crimini da parte delle forze irachene, come lo stupro sistematico di donne e bambine, segnò una svolta importante nel conflitto, in quanto gli iracheni furono costretti ad arretrare oltre il confine.
 
Gli iraniani ricordano quel giorno di circa 30 anni fa con orgoglio, un giorno che accomuna tutta la nazione, a prescindere dalla politica e dalle diatribe.
 
Il mio ricordo personale, basato su quello che ho studiato e ho visto nei documentari, in quanto allora non ero nemmeno nato, non può che essere di ammirazione nei confronti di chi ha dato la vita per i propri ideali e per la propria patria, per difendere un'idea, l'onore, la causa rivoluzionaria e per dare speranza a tutti i popoli oppressi del mondo.
 
Io di certo non posso, e non ne ho nemmeno la dignità, emulare quegli eroi di Khorramshahr, che cacciarono l'invasore selvaggio, quell'esercito barbaro, che nulla ha a che vedere con l'Iraq attuale, paese fratello e amico della Repubblica Islamica dell'Iran, oltre le stupide logiche settarie e razziste; ma di certo, con la mia penna e la mia lingua, fosse anche l'unica cosa che faccio, continuerò a sostenere quegli ideali che da Karbala a oggi, passando per Khorramshahr, caratterizzano il pensiero dei seguaci dell'Imam Ali, ideali basati sulla giustizia nel mondo, contro ogni tirannide. L'imam Khomeini diceva: "Chi può vada a lottare al fronte, chi non può vada dietro la linea del fronte. Chi non può fare nulla, almeno con il verbo sostenga questa causa." Oh imam, noi siamo ancora al servizio della causa, e con il verbo sosterremo fino alla fine gli ideali di giustizia che ci hai insegnato.  

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