Conoscere l’ISIL

Jihadisti dell'ISIL pattugliano alcune zone in Iraq

 

 

Decine di migliaia di persone hanno lasciato Mosul, la seconda città irachena finita ieri sotto il controllo dei jihadisti dello Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isil). Si tratta di un gruppo attivo in Siria e in Iraq che può contare su migliaia di combattenti. La stessa organizzazione viene indicata anche con l'acronimo in lingua araba "Daesh".

 

FONDAZIONE. L'Isil è un'emanazione dello Stato islamico in Iraq (Isi), organizzazione irachena di al Qaida guidata da Abu Bakr al-Baghdadi. Nell'aprile del 2013, Baghdadi annunciò la fusione tra Isi e Fronte al Nusra, gruppo jihadista presente in Siria, dando così vita allo Stato islamico in Iraq e nel Levante; ma al Nusra rifiutò di aderire alla nuova formazione e i due gruppi cominciarono ad operare in modo separato, fino ad arrivare allo scontro aperto, lo scorso gennaio. L'Isil ha apertamente contestato l'autorità del leader di al Qaida, Ayman al-Zawahiri, e ha respinto la sua richiesta di concentrarsi sull'Iraq, lasciando la Siria ad al Nusra.

 

EFFETTIVI. Charles Lister, ricercatore del Brookings Doha Centre, stima che Isil possa contare su circa 5.000-6.000 combattenti in Iraq e su altri 6.000-7.000 combattenti in Siria. Queste cifre non possono essere confermare da altre fonti.

 

NAZIONALITA'. In Siria la maggior parte dei combattenti sono siriani, ma i comandanti sono spesso stranieri che hanno già combattuto in Iraq, Afghanistan, Cecenia e su altri fronti. In Iraq, la maggior parte dei suoi combattenti sono iracheni. Secondo l'orientalista Romain Caillet, dell'Istituto francese per il Medio Oriente, numerosi leader militari sono iracheni o libici, mentre i capi religiosi sono piuttosto sauditi o tunisini.

 

IDEOLOGIA. L'Isil non ha mai prestato giuramento al leader di Al Qaida, ma rivendica la stessa ideologia jihadista, con l'obiettivo di creare uno Stato islamico in una regione situata tra la Siria e l'Iraq.

 

SPONSOR. L'Isil non sembra godere del sostegno aperto di uno Stato e, secondo analisti, riceve gran parte del suo sostegno da singoli donatori, presenti nel Golfo. In Iraq, il gruppo dipende da leader locali.

 

PRESENZA SUL TERRENO. L'Isil ha conquistato a gennaio, con altri gruppi armati, il controllo della città di Fallujah e di alcune zone di Ramadi, nell'ovest dell'Iraq. A partire dall'inizio di giugno ha lanciato diversi attacchi in Iraq e ha conquistato, insieme ad altri jihadisti, il controllo di Mosul e dell'intera provincia di Nineveh, così come di alcune zone delle province di Kirkuk e Salahuddin.

 

In Siria è considerata la forza combattente più efficace contro il regime del presidente Bashar al Assad; ma, dopo essere stata ben accolta da centinaia di ribelli siriani, la sua volontà di egemonia e le atrocità commesse, come il sequestro e l'esecuzione di civili e ribelli di gruppi rivali, hanno spinto le altre organizzazioni a imbracciare le armi contro di essa. (1)

I jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del levante (Isil) hanno conquistato Mosul e Tikrit l’11 giugno. Ma cos’è lo Stato islamico dell’Iraq e del levante? Ecco sei cose da sapere sul gruppo islamico.

Lo Stato islamico dell’Iraq e del levante è un’organizzazione estremista islamica presente in Iraq e in Siria. Secondo Charles Lister, ricercatore del Brookings Doha center, i combattenti jihadisti che militano nei ranghi dell’Isil, in Iraq sono tra i cinque e i seimila, mentre in Siria sono tra i sei e i settemila. Non ci sono altre fonti che possano confermare questi numeri.

 

L’Isil ha preso il posto dello Stato islamico dell’Iraq (Isi), un gruppo affiliato ad Al Qaeda. Nell’aprile del 2013 il fondatore dell’Isi Abu Bakr al Baghdadi annunciò la fusione tra l’Isi e il Fronte al nusra, un altro gruppo jihadista che combatte in Siria. Ma il Fronte al nusra non ha aderito e Al Baghdadi ha creato l’Isil, lo Stato islamico dell’Iraq e del levante. L’Isil non riconosce l’autorità del capo di Al Qaeda, Ayman al Zawahiri. Ha infatti rifiutato la sua richiesta di concentrarsi sulla lotta in Iraq e di lasciare la Siria al Fronte al nusra.

 

In Siria i combattenti dell’Isil sono in gran parte siriani, ma i leader militari sono iracheni o libici che hanno già combattuto in Iraq, Afghanistan, Cecenia e su altri fronti. In Iraq i combattenti sono soprattutto iracheni. Tra loro, ci sono anche agenti dei servizi segreti di Saddam Hussein. I leader religiosi del gruppo sono tunisini e sauditi. Tra i combattenti dell’Isil ci sono anche molti francofoni, magrebini, francesi o belgi.

 

In Iraq l’Isil controlla Falluja e alcune parti di Ramadi dal gennaio 2014. Il 10 giugno ha lanciato un’offensiva prendendo sotto il suo controllo la provincia di Ninive, compreso il capoluogo Mosul, e nelle province di Kirkuk e Salahuddin ha conquistato anche la città di Tikrit. In Iraq l’Isil gode dell’appoggio di diversi leader tribali.

 

In Siria l’Isil è il gruppo di ribelli che ha ottenuto più vittorie contro l’esercito del presidente Bashar al Assad. È impegnato in combattimenti contro altre fazioni dell’opposizione armata, che cercano di ostacolare i suoi progetti egemonici.

 

Il capo dell’Isil è Abu Bakr al Baghdadi. Di lui si sa poco, non si hanno praticamente foto e non è mai apparso in video. Anche i combattenti dell’Isil non l’hanno mai visto, perché Al Baghdadi si copre il viso con una maschera. Per questo si è guadagnato il soprannome di “sceicco invisibile”. Anche il suo nome è fittizio. Secondo alcune testimonianze riportate dalla Bbc, Al Baghdadi sarebbe nato a Samarra nel 1971 e sarebbe stato un religioso in una delle moschee della città, almeno fino al 2003 quando le truppe statunitensi hanno invaso l’Iraq. È emerso come uno dei leader dei gruppi jihadisti iracheni intorno al 2010. (2)

Uno degli ultimi crimini di questo gruppo

E' di almeno 30 morti secondo la televisione di stato irachena, otto secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, il bilancio dell'attentato sferrato dai miliziani dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil) contro un mercato di armi a Mayadeen, 60 chilometri dal confine con l'Iraq nella provincia di Deir az-Zor (Siria).

In Iraq questa settimana si è registrata l'avanzata dell'Isil, che dopo aver conquistato Mosul e altre zone nel nord sta ora avanzando verso Baghdad. In seguito all'attentato al mercato di armi siriano si è verificata una potente esplosione che ha causato anche numerosi feriti, molti dei quali si trovano in gravi condizioni.

 

Ad al-Mayadeen, che è sotto il controllo dell'opposizione, sono in corso violenti scontri tra diversi gruppi dei ribelli, principalmente tra l'Isil e il Fronte al-Nusra legato ad al-Qaeda. Nella provincia si trova la maggior parte degli impianti petroliferi siriani. (3)


Gli USA e un eventuale intervento militare


 
L'amministrazione Obama sta valutando con urgenza un attacco aereo sugli estremisti islamici in ​​Siria come l'Iraq. A rivelarlo il sito del britannico The Guardian. Il presidente Obama ha annunciato che nei "prossimi giorni" si deciderà su un pacchetto di opzioni militari e diplomatici per fermare la rapida avanzata dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante. Obama ha escluso l'invio di soldati e marines americani di nuovo nelle strade irachene. L’Isis "potrebbe rappresentare una minaccia eventualmente agli interessi americani", ha detto Obama in un discorso televisivo. (4)





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