La Giornata mondiale di Gerusalemme: evento a Milano


 

 

Il fatto che un giorno all’anno venga chiamato “Giorno di Quds” incute panico. Sembra che taluni immaginino che il trascorrere del tempo abbia mutato il carattere nefasto e cancerogeno di Israele e del sionismo e che i sanguinari lupi sionisti abbiano rinunciato al disegno di impadronirsi del territorio dell’Islam dal Nilo all’Eufrate.

Imam Ruhollah Khomeini, 1987

I sionisti brandivano la Bibbia per cercare di legittimare il loro Stato illegittimo.

Rabbi Yisroel Dovid Weiss, 2004

 

Come ogni anno si avvicina la ricorrenza della “Giornata mondiale di Gerusalemme (Al Quds)”, ovvero quella particolare occasione istituita per volontà della guida della rivoluzione islamica dell’Iran, Ayatollah Khomeini, circa 35 anni fa, per ricordare il martirio costante del popolo oppresso della Palestina e la nefasta situazione in cui si trova questa landa del Vicino Oriente.

Questa ricorrenza cade ogni ultimo venerdì del mese di Ramadan, periodo che i musulmani dedicano al digiuno e alla preghiera. Ormai da più di tre decenni in tutto il mondo vengono organizzate manifestazioni, conferenze e vari eventi per ricordare la situazione drammatica dei palestinesi e i tentativi di pulizia etnica e storica a Gerusalemme e in tutti i territori della Palestina storica.

Questa non è una minaccia solo per il mondo islamico, ma anche per la cristianità, visto che in Palestina si trovano i loghi sacri di entrambe le religioni.

Quest’anno però, visto l’attacco israeliano contro Gaza, la ricorrenza assume delle caratteristiche particolari. I crimini sionisti infatti sono sotto gli occhi di tutto il mondo, quasi in diretta. Basterebbe assistere alle drammatiche immagini che ci giungono da Gaza per non avere dubbi sulla depravazione di chi, considerandosi l’unica democrazia della regione, promuove una politica di occupazione, usurpazione, violenza sistematica e massacro.

Senza entrare in merito alle risoluzioni dell’ONU che impongono a Israele il ritiro dalla Cisgiordania e da Gaza, è interessante notare come un altro principio sancito sempre dall’ONU, ovvero il diritto di resistere anche militarmente ad una occupazione illegittima, non è concesso ai palestinesi. Infatti, nel momento in cui essi promuovono un’azione militare per fronteggiare l’occupante, vengono puntualmente condannati dalla cosiddetta comunità internazionale. Di fatto ai palestinesi viene riconosciuto un solo diritto: quello di morire.

Ora che è in corso il conflitto a Gaza, guerra che ha provocato fino a ora centinaia di morti tra i civili palestinesi, il “mondo libero” preferisce biasimare i palestinesi per i razzi lanciati contro Israele, razzi che a dire il vero hanno, forse, provocato la morte di non più di un paio di civili israeliani.

Anche in Italia la stampa, come al solito, si è schierata con Israele, nonostante le grottesche accuse che alcuni giornalisti hanno mosso contro una presunta simpatia filopalestinese dei media nostrani.

Per questo riteniamo importante non rimanere in silenzio e cercare, nonostante i limitati mezzi a disposizione, di promuovere una campagna di controinformazione: la gente deve sapere come stanno realmente le cose e non confondere l’aggredito con l’aggressore. A noi risulta che siano gli israeliani a occupare la terra dei palestinesi e non il contrario: anche il diritto internazionale è dello stesso parere.

Quindi, vista anche la concomitanza con la Giornata mondiale di Gerusalemme, chiediamo alle persone libere di unirsi a noi il prossimo 26 luglio a Milano (Piazza San Babila), dalle ore 18 alle ore 20, per celebrare questa ricorrenza con un presidio, collegando il tutto alla devastante attualità riguardante l’aggressione contro la popolazione di Gaza.

 

 

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