Che cosa è la gnosi?

COLLOQUI DELL’IMAM ‘ALI (AS) CON KUMAYL
 
 
 
Che cosa è la gnosi?
 
 
Il primo Imam (AS) parla con Kumayl Ibn Ziyad che fu uno dei suoi discepoli e compagni insigni, riguardo alla definizione del concetto di gnosi.
 
 
 
"O Kumayl Ibn Ziyad! I cuori sono dei vasi, tra di loro i migliori sono quelli la cui capacità è la più grande. Tieni a mente ciò che ti sto per dire. Gli uomini sono di tre categorie: vi è il saggio divino (alim rabbani, il teosofo perfetto); vi sono poi coloro che ricevendo il suo insegnamento sono condotti alla Liberazione; infine vi è la massa della gente comune, che insegue non importa quale agitatore e gira nel senso di non importa quale vento. Costoro non sono affatto rischiarati dalla Conoscenza e non s’appoggiano certo su un saldo pilastro. O Kumayl! La Conoscenza vale più dei beni materiali. E’ la Conoscenza che veglia su di te, mentre tu, tu vegli sui beni materiali. La ricchezza si riduce dispensandola, la Conoscenza si accresce prodigandola. La Conoscenza è ciò che giudica; la ricchezza è ciò che è giudicato. O Kumayl! Il tesoro dei beni materiali perisce, mentre gli gnostici sono dei viventi di una vita che permane nei secoli dei secoli. Le loro persone fisiche scompaiono; ma altri che hanno il "cuore" simile ne prendono il posto. E l’Imam, designando con un gesto della mano il suo proprio cuore, prosegue: “Vi è qui una gnosi sovrabbondante. Se solamente trovassi degli uomini tanto forti da portarla! Certo, m’accade di incontrare qualche spirito sottile, ma non posso dargli la mia confidenza, poiché le cose religiose sono per lui un "mezzo" che egli mette al servizio degli interessi di questo mondo; per lui i doni di Dio sono un pretesto per prevalere sui servitori di Dio e le sorgenti del sapere sono per lui un pretesto per avere il sopravvento sugli amici di Dio. Nella migliore situazione m’accade di incontrare qualche spirito docile, specie fra i dottori, ma che nel suo conformismo è totalmente sprovvisto di visione interiore e il dubbio penetra nel suo cuore alla prima difficoltà che si presenta. Ebbene no! Né questo né quello (sono degni della mia confidenza né degni della mia gnosi). Altre volte ancora incontro qualche insaziabile a proposito del piacere che si lascia docilmente condurre dai suoi appetiti carnali; o tal altro con la passione d’accumulare e tesaurizzare. Non possono essere in alcun modo né l’uno né l’altro dei pastori della religione: lungi da ciò. Quello che a loro assomiglia maggiormente è il bestiame da pascolo. Bisogna dunque che in tale epoca muoia la gnosi quando muoiono coloro che ne sono i supporti? Ebbene no! Mai, in effetti, la terra è sprovvista di uomini che, rispondendo per Dio, s’assumono il mantenimento delle sue testimonianze, che lo facciano allo scoperto e senza velo, o che dimorino nascosti e totalmente sconosciuti. Ed è grazie a tali uomini che le testimonianze divine e la comprensione del loro senso non sono annientate. Quanti sono? Dove sono? Io attesto Dio! Il loro numero è infimo, ma il loro rango è sublime. E’ per essi che Dio conserva le Sue testimonianze e i Suoi segni in questo mondo affinché essi li trasmettano ai loro adepti e ne affidino la semenza ai cuori di quelli che a loro assomigliano. A loro, la gnosi si mostra  subito secondo tutta la verità della visione interiore. Essi mettono in opera la gioia della certezza. Essi trovano facile ciò che i tiepidi trovano ardito. Essi hanno confidenza con ciò che sgomenta gli ignoranti. Essi sono in questo mondo in compagnia a dei corpi i cui spiriti che li animano restano sospesi alla Dimora Suprema. O Kumayl! Quest’ultimi sono i califfi di Dio sulla Sua terra, coloro che chiamano alla Sua vera Religione. Ah! Quale ardente desiderio io avrei di vederli!"
 
 

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