Interessanti riflessioni di Cristina Kirchner all'ONU. Perché i media non ne parlano?

 
 
 
La presidentessa argentina Cristina Kirchner nel suo discorso all’ONU di qualche giorno fa, ha fatto delle interessanti dichiarazioni concernenti il suo paese, le relazioni con l’Iran e in generale in Vicino Oriente.
La Kirchner ha accennato al caso giudiziario tristemente noto della bomba contro il centro ebraico della capitale argentina, costato la vita a molte persone, evento risalente agli anni ’90, in cui alcune autorità iraniane furono accusate di essere i mandanti dell’attentato terroristico. La vicenda provocò anni di relazioni tese tra l’Argentina e l’Iran, fino ad arrivare ai primi anni Duemila, quando il marito dell’attuale presidentessa, allora capo dello Stato, con toni perentori, chiese agli iraniani di collaborare per risolvere il caso. Senza entrare in merito alla vicenda giudiziaria, tortuosa e con molte ombre, alla fine pochi anni fa l’Argentina e l’Iran hanno deciso di collaborare per risolvere la vicenda. L’accordo raggiunto tra Buenos Aires e Tehran fu preso molto male da Washington e Tel Aviv.
Nel suo discorso la Kirchner ha citato il caso di come un successo della diplomazia e di una sana collaborazione giudiziaria, nonostante i problemi – in antitesi con l’attuale vicenda della sentenza statunitense che ha, con eccessivo allarmismo, rischiato di riportare l’Argentina agli anni del default – possa produrre risultati eccellenti.  
La Kirchner ha esplicitamente condannato le ingerenze americane nella vicenda, dicendo che da Washington sono giunte pressioni per evitare una risoluzione diplomatica della crisi irano-argentina.
Inoltre la leader sudamericana ha notato come solo l’anno scorso quando vi erano stati degli incontri tra delegazioni iraniane e argentine alcuni esponenti americani avevano bollato la Kirchner come amica di uno Stato terrorista (Iran), mentre oggi J. Kerry incontra il Ministro degli esteri iraniano senza scandalo alcuno.
La presidentessa ha poi continuato notando come gli USA prima chiamavano gli oppositori del governo siriano di Assad “freedom fighters” mentre oggi gli stessi vengono identificati come “terroristi dell’ISIS”. Ella ha accusato gli USA di cambiare spesso a seconda delle esigenze il concetto di “amico” e “nemico” e di “terrorista” e “guerrigliero” con una certa facilità.
La signora Kirchner ha inoltre ribadito la necessità che la Palestina possa diventare un membro effettivo dell’ONU come Stato sovrano (oggi è solo membro osservatore).
Altri aspetti del suo intervento hanno riguardato la questione delle Malvinas col Regno Unito e un attacco frontale all’attuale sistema internazionale basato sullo strapotere dei membri permanenti del CSNU.
Cristina Kirchner ha poi chiesto alla comunità internazionale di andare a fondo nella lotta all’ISIS e ad Al Qaida, soprattutto alla fonte del problema, ovvero andando a vedere chi sono i finanziatori e gli armatori di questi gruppi.  
Le dichiarazioni della Kirchner sono importanti, soprattutto perché vengono da una leader di una nazione fortemente e storicamente influenzata dalle potenti lobby vivine a Washington e soprattutto Tel Aviv.

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