Iran e Egitto: un asse mediorientale contro il terrorismo



Ali-Akbar Velayati, consigliere per la politica estera della Guida iraniana Khamenei, nel corso di un incontro con una delegazione egiziana a Teheran, che ha segnato un punto di svolta nella direzione della ripresa delle relazioni tra l'Egitto e la Iran, ha detto che il suo paese rispetta "la volontà del popolo egiziano nella scelta dei suoi leader", mentre ha chiesto "l'estensione dei rapporti bilaterali."
 
Sembra che i due grandi Stati cercano di creare una coalizione per la lotta contro il terrorismo e la destabilizzazione regionale. Dopo la caduta di Morsi, i rapporti tra Teheran e Il Cairo sono in uno stato di confusione e tensione. Pochi mesi dopo la caduta di Morsi, Il Cairo ha anche convocato il rappresentante iraniano, inviandogli una nota di protesta per le prese di posizione contro il golpe.
 
L'Iran ha recuperato però il suo "pragmatismo" e sembra aver capito che ora non c'è altra alternativa, se non quella di un'alleanza col Cairo, per scongiurare il pericolo maggiore che minaccia il Medio Oriente: la balcanizzazione. L'Iran cerca, in effetti, di mobilitare gli arabi sunniti contro Daesh, sapendo bene che l'Egitto è insieme all'Arabia Saudita il paese più importante di quell'area culturale.
 
 
Daesh sembra aver scatenato una reazione in grado di creare nuove alleanze nella regione: quella tra l'Iran e l'Egitto potrebbe essere una delle più promettenti in termini strategici. Dopo tutto, Al-Sissi non ha mai perso una sola occasione per denunciare "qualsiasi piano per smembrare la Siria e l'Iraq", di fatto esprimendo un concetto molto caro a Teheran.
 
Irib France

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