Le minacce dell'Isis all'Egitto

 
 
 
 
 
SOLDATI UCCISI NEL SINAI, MINACCIA DALLO STATO ISLAMICO
 
Undici soldati sono rimasti uccisi nell’esplosione di un ordigno lungo la strada nazionale Sheikh Zuwayed-Rafah nel nord della penisola del Sinai: lo ha riferito il quotidiano Egypt Indipendent citando il capo dell’unità investigativa della polizia nell’instabile regione confinante con Israele.
 
“Il veicolo blindato a bordo del quale viaggiavano i militari è stato colpito da un ordigno esplosivo improvvisato in un attacco simile a quello che nell’agosto 2013 uccise 25 persone” ha detto Hesham Darwish.
 
Da quando i militari hanno rovesciato il presidente islamista Mohammed Morsi, nel luglio 2013, si sono moltiplicati gli attacchi mirati contro l’esercito e le forze di polizia nel Sinai, attribuiti dalle autorità a “gruppi terroristi”.
 
L’attentato odierno si è verificato poche ore dopo una minaccia diretta dello Stato Islamico – in posizione di forza in Iraq e in Siria – che ha promesso “sorprese sul territorio dell’Egitto”. In diversi messaggi pubblicati sui social media lo Stato Islamico ha invitato i sostenitori dei Fratelli Musulmani e di altre organizzazioni islamiche, in particolare “i più giovani”, a raggiungere i propri ranghi. Da mesi i militanti pro-Morsi continuano a scendere in piazza con l’obiettivo di vedere il proprio leader re-insediato al potere. La scorsa settimana il presidente Abdel Fattah al Sisi si è detto pronto a “far fronte alla minaccia dello Stato Islamico”, precisando di “non essere preoccupato per questi gruppi fin quando gli egiziani sosterranno il loro esercito nazionale”.
 
 

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