L’Iran ferma un aereo degli alleati

 
 
 
Un aereo militare della coalizione in volo dalla base di Bagram in Afghanistan è stato “costretto” ad atterrare in Iran da due jet di Teheran. A bordo del cargo Usa c’erano 140 passeggeri, tra cui un centinaio di militari americani e alcuni cittadini canadesi. Il Washington Post aveva parlato in un primo momento di un aereo militare americano scortato da caccia iraniani fino all’aeroporto di Bandar Abbas, ma il Dipartimento di Stato Usa ha ridimensionato il caso: «L’aereo non è stato costretto ad atterrare dall’aviazione iraniana, la questione sembra risolta». Infatti, l’aereo è ripartito dopo qualche ora da Bardar Abbas e ha ripreso la rotta verso l’aeroporto di arrivo.
La vicenda
All’origine dell’incidente ci sarebbero alcune «questioni burocratiche», come le ha definite il Dipartimento di Stato americano, che ha subito gettato acqua sul fuoco con l’obiettivo di stroncare sul nascere ogni speculazione o ricostruzione che potesse creare problemi con Teheran. Sembra in pratica che il piano di volo del velivolo - appartenente alla compagnia degli Emirati Arabi Fly Dubai e noleggiato dalla forza di coalizione guidata dagli Usa in Afghanistan (Isaf) - fosse scaduto. Questo a causa del forte ritardo della partenza dalla base di Bagram. L’aereo sarebbe stato quindi contattato dai controllori di volo iraniani che avrebbero invitato i piloti a tornare in Afghanistan per presentare i documenti corretti. Il capitano dell’aereo avrebbe però spiegato di non avere carburante a sufficienza per tornare indietro. Sarebbe così arrivato l’ordine di atterrare nell’aeroporto di Bandar Abbas, nel sud dell’Iran, sede della più importante base navale iraniana, sul Golfo di Hormuz. Due caccia di Teheran - secondo alcune fonti - avrebbero comunque scortato il volo della Fly Dubai fino allo scalo di Bandar Abbas. Ma non c’è alcuna conferma ufficiale. L’episodio sembrerebbe dunque chiuso anche se nelle prossime ore dovrebbero essere forniti ulteriori dettagli.
 
 
 

Commenti