L’Islam e la donna

 
 
 
Per poter comprendere la posizione, il rango e la funzione della donna nell’Islam, è necessario fare una breve introduzione rispetto all’Islam stesso, ed alla creazione dell’essere umano e all’obiettivo di questa creazione dal punto di vista islamico.
 
L’Islam si presenta come la forma finale e completa delle diverse forme tradizionali e rivelazioni celesti discese nel corso della storia. L’Islam difatti non nasce, come alcuni credono, con l’inizio della missione del Profeta Muhammad (conosciuto in Occidente con il nomignolo offensivo di Maometto), ma con la creazione stessa dell’umanità, e considera ogni portatore del vero, del bello e del buono come un messaggero, un inviato di Dio Altissimo, per guidare l’essere umano verso il fine e l’obiettivo della sua vita. Ogni profeta e inviato divino non ha infatti portato o fondato una nuova religione, ma semplicemente svelato e riaffermato verità eterne, che appartengono alla natura stessa dell’essere umano. L’Islam possiede quindi una visione del mondo, un’etica e una prassi il cui obiettivo è guidare l’essere umano verso l’alto, liberandolo dalle passioni terrene ed animali e mostrandogli una via che gli permette di acquisire qualità ed attributi divini.
 
Come dice il Sacro Corano Iddio ha creato l’essere umano affinché Lo adorasse. Questo “adorarLo” (li ya’budun)secondo le Tradizioni islamiche significa conoscerLo (li ya’rifun): conoscere Dio, la gnosi. Il fine dell’essere umano in questa vita transitoria e terrena è quindi quello di adorare e conoscere Dio. Si tratta di un viaggio spirituale, di un percorso metafisico che permette all’anima dell’essere umano di purificarsi, abbandonare il mondo delle tenebre ed entrare in quello di luce, avvicinarsi a Dio, raggiungere la Verità Unica, la Fonte dell’esistenza, in una sola parola, la perfezione. Si tratta di passare dal più basso livello di esistenza, quello che l’uomo si trova ad occupare in questo basso mondo (dunya), ai mondi superiori, ai livelli più alti. Ogni precetto, norma o insegnamento islamico possiedono questo obiettivo e chi vuole giudicare o analizzare alcuni precetti o insegnamenti separandoli da questa premessa, o senza conoscerla, difficilmente comprenderà la filosofia per i quali sono stati presentati, né gli obiettivi divini e celesti che possiedono.
 
Sia l’uomo che la donna sono stati creati per questo motivo, e il fine vero ed ultimo della loro vita e della loro creazione è identico; ed entrambi – senza eccezioni – possono raggiungere i massimi livelli e stazioni, arrivare alla perfezione, alla realizzazione spirituale.
 
L’uomo e la donna possiedono però differenti caratteristiche, una differente natura, inclinazioni e disposizioni diverse, ed è tenendo conto di queste differenze che la Legge Sacra, la Shariah, ha stabilito delle particolari e specifiche norme e disposizioni per l’uno e per l’altro. Non si tratta di affermare la superiorità dell’uno rispetto all’altro, di favorire uno a svantaggio dall’altro, ma di permettere ad entrambi di percorrere un cammino di perfezionamento, ognuno in base alle proprie caratteristiche, alla propria natura e alle proprie potenzialità.
 
Dio dice nel Sacro Corano: “Non vi ho creato se non per adorarMi” (51: 56) come abbiamo detto. Non possiamo adorarLo senza conoscerLo, nè conoscerLo senza adorarLo. E un hadith, un detto, del Profeta Muhammad (S) dice: “Chi conosce sé stesso, conosce il suo Signore”. (Mizan al-Hikmah, vol. 6, p. 142, n. 11923, riportato da Ghurar al-Hikam. Cfr. Anche Bihar al-Anwar, Muhammad Baqir Majlisi, vol. 2, p. 32, n. 22 e vol. 95, p. 456, n. 1)
 
Dobbiamo quindi sapere chi siamo e quali sono le nostre potenzialità per poter percorrere la via della perfezione. La conoscenza di noi stessi è intimamente legata alla conoscenza dell’Infinito, dell’Assoluto. Il Corano insiste molto su questo aspetto (cfr. ad esempio 5: 105; 41: 53; 51: 20-21; 59: 19)
 
Il Sacro Corano afferma ancora: “Ha insufflato in lui del Suo Spirito” (15: 29; 32: 9)
 
Dunque l’essere umano potenzialmente possiede gli attributi di Dio. L’obiettivo quindi è realizzarli, metterli in atto. Quando parliamo del miglioramento e della perfezione dell’essere umano stiamo in realtà parlando del suo spirito, perché è lo spirito che raggiunge la vita eterna. È lo spirito che può elevarsi fino alla perfezione.
 
E lo spirito non è maschio o femmina. Lo spirito è l’essenza dell’essere umano con cui Dio ci ha creato, ed è identico per l’uomo e per la donna.
 
Quindi secondo l’Islam non c’è differenza tra l’uomo e la donna per quanto riguarda lo spirito. Il Generoso Corano, per chiarire questo fatto, in moltissimi versetti menziona appositamente insieme uomini e donne per far capire che non ci sono differenze tra di loro per quanto riguarda lo sviluppo spirituale, che entrambi possono raggiungere la prossimità divina (cfr. ad esempio Sacro Corano: 3: 195; 9:71-72; 16:97; 24:30-31; 33:35; 60:12).
 
Lo spirito però, in questa fase del suo cammino che è quello terreno, deve usare un mezzo.
 
Questo mezzo è il corpo.
 
Le differenze fisiche tra la donna e l’uomo sono evidenti. Sono abbastanza chiare anche le differenze psicologiche tra i due sessi, anche se alcuni in nome di una presunta “uguaglianza”, cercano di negare anche l’evidenza, allontanando l’essere umano dalla sua natura e deviandolo dal suo cammino spirituale. Oramai non solo vengono negate le differenze fisiche, emotive e psicologiche tra la donna e l’uomo, ma hanno anche creato un terzo sesso, metà donna e metà uomo, e ci vogliono costringere a negare persino ciò che vedono i nostri occhi. Gli uomini si truccano come le donne e le donne si vestono e si comportano come gli uomini. Questa tendenza è molto grave e nell’Islam è riportata anche come un segno degli ultimi tempi (cfr. Kamaluddin, vol. 1, pag. 331).
 
L’esistenza di due sessi differenti, dell’uomo e della donna, non è di certo casuale o accidentale. Sempre nel Corano leggiamo che Dio afferma esplicitamente di averli creati come coppia,  specificando come l’unico metro di giudizio, che vale per ogni differenza in natura esistente tra gli esseri umani, è il timore di Dio, la fede, il livello spirituale raggiunto. Dio dice nel Corano: “O uomini, in verità Noi vi abbiamo creato maschio o femmina. Il più nobile fra voi, ai Nostri occhi è colui che più teme Dio”. (49: 13)
 
Abbiamo detto che l’essere umano possiede potenzialmente tutti gli attributi dell’Essere Perfetto. La differenza, secondo l’Islam, è nella manifestazione di questi attributi nella donna e nell’uomo.
 
L’uomo manifesta la Potenza Divina e la donna la Bellezza Divina, anche se entrambi possiedono in loro stessi, comunque, sia la Potenza che la Bellezza; ma in ognuno prevale un attributo di Dio. Possiamo dire che la bellezza dell’uomo è nella sua potenza, e la potenza della donna è nella sua bellezza.
 
Questa distinzione non è l’elogio di uno o il rimprovero dell’altro, ma costituisce soltanto una linea guida per ognuno di loro affinché sappia qual è il modo giusto per percorrere la via della perfezione, una via che devono percorrere tutti e due, e insieme. Se non avessero dovuto percorrerla insieme, Dio non li avrebbe creati in coppia, ma avrebbe creato un’unica specie.
 
Nella Legge divina (la Sharia) la coppia è immaginabile solo all’interno della famiglia, come marito e moglie. Quindi la famiglia, avendo la funzione di base della formazione dell’essere umano, gode di una grande considerazione ed importanza e per questo la Sharia, la Legge sacra, comprende diverse norme e leggi per proteggerne l’integrità e la sacralità.
 
Nella famiglia ognuno ha il suo ruolo, corrispondente alla propria natura. L’uomo essendo più forte ha il ruolo di mantenere, difendere e proteggere la famiglia dall’esterno. La donna invece, manifestando più la bellezza, la misericordia e l’amore divino, ha il ruolo di dirigere la famiglia dall’interno, creando un clima di amore e di serenità in cui possano crescere insieme spiritualmente, possano educare e dare un giusta formazione ed istruzione ai figli e prepararli al loro cammino spirituale. La funzione della donna e dell’uomo, sia nella vita privata che in quella sociale, è di perfetta complementarietà. L’uno ha bisogno dell’altro, e questo non solo nel soddisfare i propri bisogni fisici, o sentimentali, ma anche e soprattutto per percorrere insieme, aiutandosi reciprocamente, il sentiero verso la Verità, verso Dio.
 
L’educazione dei figli è affidata principalmente alla donna; per questo il ruolo della madre ha una grande importanza nell’Islam ed è il ruolo principale della donna. Ci sono moltissimi versetti e Tradizioni dedicati a questo.
 
Ovviamente tutta una serie di pratiche religiose e spirituali, quali la Preghiera, il digiuno, il Pellegrinaggio, le invocazioni, le veglie notturne, la carità, l’autodisciplina, la recitazione del Corano, il Ricordo di Dio, sono prescritte e consigliate tanto all’uomo quanto alla donna. Ma la valorizzazione e sacralizzazione di alcuni aspetti specifici della femminilità, della natura e predisposizioni della donna, emerge chiaramente da alcune Tradizioni.
 
Il concetto di adorazione, a cui abbiamo accennato all’inizio, che è il fine della creazione dell’essere umano, è intimamente legato alla conoscenza di Dio, alla gnosi. Ma questo concetto di adorazione,ibadat in arabo, è molto più ampio di quanto il termine italiano possa lasciare pensare. Istintivamente, se associato all’Islam, la mente corre alla Preghiera, o al digiuno, o alla recitazione del Corano. Ma adorare è molto più di tutto ciò e costituisce la via di realizzazione islamica. Contemplare il creato o riflettere sull’Assoluto vengono ritenuti degli atti di adorazione. Ricercare la conoscenza o aiutare le persone, sono altri atti di adorazione. Questo perché se un atto viene realizzato con sincerità e purezza, e per adempiere alla volontà di Dio, e quindi all’interno della Legge sacra, diventa esso stesso sacro, un passo verso l’alto, un avanzamento nel cammino verso la Verità. Alcuni di essi sono specifici dell’uomo ed altri della donna. Per l’uomo, ad esempio, lavorare in modo lecito per mantenere la famiglia ed essere indipendente, è ritenuto uno dei grandi atti di adorazione. Per la donna, la cura della casa, la sua protezione, il creare un clima di tranquillità e serenità al suo interno, la gravidanza, il parto, l’allattamento, lo svezzamento, l’educazione e cura dei figli, sono altrettanti atti di adorazione. Azioni che possono sembrare apparentemente come terrene, non direttamente collegate con il mondo metafisico, ma se compiute lungo il sentiero della volontà divina, assumono un ruolo spirituale, diventano sacre.
 
Il Profeta (S) dice: “Il lavoro e lo sforzo che ogni donna compie all’interno della casa saranno ricompensati da Dio in maniera uguale ai martiri e ai combattenti”.
 
Il Profeta (S) dice ancora: “Il merito della donna durante la gravidanza, il parto e all’allattamento è pari a un uomo che compie il jihad (combatte sulla via di Dio) e se la donna muore in tale periodo raggiunge lo stesso grado di martire (il più alto grado nell’Islam)”. (Makarim al-Akhlaq, pag. 238)
 
Il Profeta (S): “La donna gravida è come chi digiuna di giorno, veglia in preghiera e combatte sulla via di Dio con la propria vita e i propri averi. Quando poi partorisce ottiene un merito così grande da non poter essere da lei conosciuto. Quando invece allatta, per ogni poppata di latte ottiene una ricompensa pari a quella che si riceve liberando uno schiavo tra i discendenti di Ismaele. Quando infine finisce il periodo di allattamento, uno dei grandi angeli le dice ‘Riprendi le tue azioni daccapo, sei stata perdonata di tutti i tuoi peccati minori’”. (al-Kafi, vol. 5, pag. 496)
 
Secondo l’Islam ci sono alcuni momenti di particolare benedizione in cui le invocazioni di un credente vengono esaudite: uno di questi momenti è proprio quello del parto, in cui tutte le invocazioni della donna vengono esaudite.
 
E’ per questo che l’Imam Khomeyni ha paragonato il ruolo e la funzione della donna al Corano, evidenziando che la donna – come il Sacro Corano – ha la funzione di formare ed educare le persone. Si tratta di un compito di importanza assoluta, centrale, nel creare degli esseri umani nel senso reale e completo.  Una Tradizione del Profeta (S) dice: “Il paradiso è ai piedi della madre”. (Kanzu-l-Ummal, vol. 16, pag. 261)
 
Per comprendere l’importanza e la posizione della madre nell’Islam, oltre agli ahadith citati sopra, è bene ricordare questo. Una persona andò dal Profeta (S) e gli chiese: “Quale è la persona che devo rispettare di più?” “Tua madre”, rispose il Profeta (S). “E poi?” “Tua madre”. “E poi?” “Tua madre”. “E poi?” “Tuo padre”. (Bihar al-Anwar, Vol. 74, pag. 49 e al-Kafi, vol. 2, pag. 159-160).
* Trascrizione dell’intervento tenuto dalla sorella Farzane Gholami - esperta di Islam - nel corso della conferenza “L’Islam e la donna” organizzata dall’Associazione Culturale Raido a Roma il 12 Maggio 2011, con la partecipazione dello scrittore e giornalista Pietrangelo Buttafuoco.
 
 

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