Coalizione anti-ISIS o coalizione anti-Assad?


Ali Shamkhani et Bachar al-Assad
Alì Shamkhani e Bashar Assad
 

 

 

Il motivo per cui l’Arabia saudita ha deciso di partecipare alla coalizione anti-ISIS promossa dagli USA è che i sauditi, in cambio dell’appoggio finanziario e non solo all’iniziativa di Washington, vogliono che ci sia un impegno statunitense non solo a lottare contro il gruppo estremista, ma anche alla rimozione del presidente Assad dal potere in Siria. Ciò emerge da una intervista rilasciata dal principe saudita Turki al-Faisal, esponente di spicco della casa reale di Riad.

Egli ha inoltre ribadito che Washington deve cambiare strategia e non deve avere paura in inviare, se fosse necessario, truppe sul terreno (in Siria).    

Al-Faisal ha poi ironizzato sul ruolo dell’Iran e le affermazioni di Rohani che ha bollato l’azione internazionale in Siria come “illegale”. Il politico saudita ha detto che è “ironico” da parte degli iraniani definire “illegale” questa azione. Secondo Al-Faisal gli iraniani sono complici di Assad nel massacro del popolo siriano e ora che c’è una coalizione internazionale che vuole difendere i siriani, gli iraniani si defilano.

Col passare del tempo l’azione della coalizione anti-ISIS assume sempre di più le forme di una rinnovata schiera di Paesi contrari non solo al gruppo estremista, ma anche al governo siriano. Obama ha recentemente affermato che sia l’ISIS che Assad sono dei nemici. Il tutto sembra finalizzato a promuovere raid aerei contro l’ISIS – anche se gli obiettivi sono sempre più spesso infrastrutture, come gasdotti e pozzi petroliferi, a prescindere da chi siano controllati – per preparare il terreno a una zona cuscinetto nel nord della Siria con, forse, anche truppe di terra.

Non sembra un caso che il Segretario Generale del Consiglio per la Sicurezza Nazionale iraniana, Alì Shamkhani, un militare di altro rango, in passato anche Ministro della Difesa del governo Khatami, si sia improvvisamente recato in Siria per incontrare il presidente Assad.

Durante l’incontro Assad ha detto che è ridicolo lottare contro il terrorismo insieme ai Paesi che lo finanziano. Assad si riferisce evidentemente proprio ai sauditi che hanno finanziato la ribellione di questi anni in Siria e ora sono anche i principali finanziatori dell’azione anti-ISIS.

I due politici mediorientali hanno sottolineato come l’operazione guidata dagli USA contro il terrorismo non è in alcun modo finalizzata alla pace e alla promozione degli interessi dei popoli della regione.  

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