Dallo sterminio degli sciiti alle mani sui segreti nucleari: il piano anti-Iran del Califfo

Maurizio Molinari
   
Miliziani dello Stato Islamico
Incursioni militari, attentati, stragi di sciiti e soprattutto furto dei segreti del programma nucleare: è l’offensiva contro l’Iran che lo Stato Islamico (Isis) pianifica nei dettagli e l’intelligence occidentale ha scoperto grazie ad un documento trovato in marzo dalle truppe speciali irachene. 
 
È il «Sunday Times» britannico a rivelare i contenuti del «piano di battaglia contro l’Iran» redatto da Abdullah Ahmed al-Meshedani, uno dei 6 componenti del «gabinetto di guerra» di Abu Bakr al-Baghdadi, per essere distribuito agli uomini che pianificano la campagna militare del Califfato. Si tratta di 70 direttive che indicano come colpire la Repubblica islamica dell’Iran e gli sciiti iracheni considerati una sua emanazione. La priorità è «rubare i segreti del programma nucleare» di Teheran non solo con «infiltrazioni» e «spionaggio» ma con un piano più articolato: «Offrire a Vladimir Putin accesso ai pozzi di petrolio nell’Anbar iracheno per avere in cambio le informazioni-chiave sull’impianto atomico di Bushehr» costruito dai tecnici russi. Il riferimento al ruolo di Mosca nel programma iraniano lascia intendere che Isis potrebbe colpire tecnici e scienziati che si spostano fra i due Paesi per entrare in possesso di armi di distruzione di massa.  
 
Dal testo di Meshedani trapela la convinzione che la Russia sia esposta ai ricatti e costituisca dunque un obiettivo importante per «spingerla ad abbandonare non solo Teheran ma anche il regime di Bashar Assad in Siria». In alcuni video diffusi dai miliziani jihadisti di Isis vi erano già state sporadiche minacce alla Russia ma questa è la prima volta che il Cremlino viene indicato come un obiettivo strategico dell’offensiva anti-sciita. Sulle intenzioni di fondo di Isis nei confronti degli sciiti, questo documento toglie ogni dubbio: incursioni militari in Iran, caccia agli imprenditori persiani in viaggio «in ogni settore, dal caviale ai tappeti», stragi di massa di soldati ed ufficiali sciiti nelle forze irachene ed operazioni di pulizia etnica che evocano l’eugenetica nazista spiegano cosa intenda Meshedani quando afferma di voler «spogliare gli sciiti iraniani di ogni potere» portando a termine una vendetta sanguinosa dei confronti dei discendenti di Ali che nell’anno 661 «tradirono il profeta Maometto» e ruppero «l’unità dei musulmani».  
 
Fra le numerose direttive ve ne sono alcune bizzarre come l’«acquisto di isole dallo Yemen alle Comore nell’Oceano Indiano», per avere basi militari da dove colpire Arabia Saudita e Iran, mentre colpisce il documento in cui si ordina agli agenti di Isis di «eliminare i propri capi se dovessero deviare dagli obiettivi desiderati». Ad avvalorare lo scenario di un’incombente offensiva anti-sciita ci sono le notizie in arrivo dal Libano, dove vi sono stati aspri combattimenti ad Arsal per il tentativo di Isis e Jubat al-Nusra di penetrare in forza dalla Siria dentro la Valle della Bekaa, roccaforte degli Hezbollah filo-iraniani. La scorsa settimana era stato il generale iraniano Ahmad Reza Pourdestana, comandante delle truppe di terra di Teheran, a far capire di essere a conoscenza dei piani di Isis: «Se si avvicineranno alle nostre frontiere, li colpiremo in profondità dentro l’Iraq». 
 
"La Stampa"

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