AP
Parata delle forze militari iraniane
William Luers, ex ambasciatore Usa a Praga e Caracas con alle spalle un lungo servizio a Mosca negli anni Sessanta, è il diplomatico che sta tessendo il riavvicinamento tra Teheran e Washington. La strategia? “Non parlare del nucleare e creare un clima favorevole”.
E’ un veterano della Guerra Fredda l’americano di cui Hassan Rohani più si fida. William Luers, ex ambasciatore Usa a Praga e Caracas con alle spalle un lungo servizio a Mosca negli anni Sessanta, è il diplomatico che ha organizzato per il presidente iraniano un incontro a porte chiuse con alcune delle feluche a stelle e strisce con maggiore esperienza di Medio Oriente: Thomas Pickering, William Miller and Frank Wisner. Durante l’incontro, svoltosi a New York a margine dei lavori della nuova Assemblea Generale dell’Onu, l’85 anni Luers ha parlato della rinconciliazione fra Washington e Teheran come di una “prospettiva di lungo termine” tracciando un parallelo con quanto avvenuto con Mosca “grazie alla lunga stagione della distensione”.
Proprio richiamandosi a tale precedente Leuers ritiene che Usa e Iran “non debbano parlare del nucleare di Teheran” ma “affrontare altri temi, contribuendo a creare un clima favorevole alla riconciliazione bilaterale”. E’ stata questa la formula adoperata dagli inviati di Teheran per preparare “incontri di alto livello” che hanno avuto “un certo successo”. Luers ha partecipato agli incontri top secret fra alti funzionari dei due Paesi in Oman, che hanno permesso di riaprire il negoziato sul nucleare, ed ora ritiene che Teheran e Washington siano “sulla strada giusta anche se c’è ancora molto da lavorare”. Membro del board del Metropolitan Museum, coinvolto nelle opere di beneficenza della Fondazione Rockefeller e buon amico del ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, l’ambasciatore Luers crede che “il clima politico” sia un elemento-chiave per il successo di ogni negoziato.
"La Stampa"
Commenti
Posta un commento