Potenze nucleari e Iran

Fonte http://philekoos.eu/analisi/le-potenze-nucleari-contro-liran/ 

 
Mentre la stampa internazionale rincorre le ultime notizie riguardo ai negoziati P5+1-Iran sul programma nucleare iraniano, riteniamo sia utile inquadrare la questione da una prospettiva più ampia che tenga conto della storia, dei trattati internazionali, delle motivazioni politiche e pressioni economiche nonché della disinformazione messa in atto dai media occidentali sulle vicende degli ultimi anni.
 
Ecco i punti fondamentali che saranno approfonditi in questa analisi:
  1. Il programma nucleare iraniano, inizialmente promosso dagli USA, risale ai tempi dello Scià [1]Timeline of Iran’s Nuclear Activities, The Iran Primer . Interrotti gli aiuti americani a causa della Rivoluzione, il blocco occidentale ha quindi tentato di ostacolarlo per motivazioni politiche ed economiche.
  2. In quanto firmatario del Trattato di non proliferazione nucleare (NPT), l’Iran difende il diritto di perseguire un programma nucleare pacifico impegnandosi a non intraprendere un progetto di armamento nucleare. Nessuna evidenza è stata ad oggi trovata dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA) che supporti la teoria di un Iran impegnato nell’armamento nucleare. Israele, un paese che non ha aderito al NPT, possiede invece un numero di testate nucleari compreso fra 80 e 200 [2]Status on World Nuclear Forces, FAS mentre gli Stati Uniti – possessori di oltre 7000 testate – continuano a violare sistematicamente il NPT [3]US Increases Nuclear Weapons Spending, Violates the Nuclear Nonproliferation Treaty, Global Research .
  3. Le pressioni del blocco occidentale sull’Iran manifestano chiaramente l’applicazione di doppi standard, specialmente in relazione al caso israeliano. Inoltre, le sanzioni economiche imposte da USA e UE sull’Iran hanno pesantemente colpito una pur forte economia iraniana nonché la popolazione, generando seri problemi umanitari [4]Health care: Medical supplies in Iran hit by sanctions, Nature .
  4. I media occidentali, nonché alcuni capi di stato, hanno continuamente presentato la questione attraverso l’immagine di un Iran belligerante costruita tramite una puntuale manipolazione di notizie – come nel caso della famosa frase erroneamente riportata di Mahmud Ahmadinejad su Israele [5]Lost in translation, Diruz [6]Dan Meridor: We Misquoted Ahmadinejad, Aljazeera – ed ignorando la reale posizione dell’Iran espressa ripetutamente dalle autorità e, in particolare, dalla Guida Suprema Ali Khamenei [7]Imam Khamenei’s Fatwa Prohibits Nuclear Weapons and Weapons of Mass Destruction, Press TV, You Tube .
     

STORIA

 
“Sì, il mio peccato – il mio peccato più grande è che ho  nazionalizzato l’industria petrolifera iraniana e scartato il sistema di sfruttamento politico ed economico del più grande impero del mondo. Questo a costo di me stesso, della mia famiglia, e con il rischio di perdere la mia vita, il mio onore e la mia proprietà. Con la benedizione di Dio e la volontà del popolo, ho combattuto questo sistema selvaggio e terribile di spionaggio internazionale e di colonialismo.” — Mohammad Mossadeq
Lo sviluppo della storia dell’Iran, soprattutto dall’inizio del Novecento fino alla Rivoluzione Islamica (1979), è stato fortemente influenzato dall’intervento attivo di potenze straniere (USA, Regno Unito e Commonwealth, Russia) che interferirono a più riprese con la politica e la cultura iraniana per il proprio vantaggio economico e geopolitico: con la scoperta a inizio secolo di giacimenti di petrolio, il Regno Unito (già presente dai tempi del colonialismo) e la Russia si spartirono l’Iran in due sfere di influenza, indipendentemente dalla sovranità del paese, attraversando così le due guerre mondiali, al termine delle quali i Sovietici si ritirarono garantendosi prima però concessioni petrolifere.
 
L’Iran cercò presto una forma di monarchia costituzionale presieduta dallo Scià Mohammad Reza Pahlavi e politicamente vicina agli Stati Uniti. Nel 1951 tuttavia, il primo ministro iraniano Mohammad Mossadeq intraprese una politica più indipendentista e nazionalizzò i pozzi petroliferi, che ritornarono dunque ad essere di piena proprietà degli iraniani. A seguito di ciò, nel 1953 i servizi segreti statunitensi (CIA) con l’appoggio dei servizi segreti britannici (MI6) organizzarono un complotto per rovesciare Mossadeq e il suo governo [8]CIA Admits it Masterminded Iran’s 1953 Coup, Russia Today [9]The C.I.A. in Iran, The New York Times . L’operazione fu un successo e permise l’instaurazione di una più autoritaria monarchia dello Scià, la quale mantenne le iniziali posizioni filo-americane. Fu allora che ebbe inizio la storia del nucleare in Iran.
 
Le fondamenta del programma nucleare iraniano furono poste nel 1957 con l’accordo tra Stati Uniti e Iran per la collaborazione sulla ricerca per l’uso pacifico dell’energia atomica, nel contesto del programma Atoms for Peace del presidente Eisenhower. L’amministrazione Eisenhower mirava con l’accordo ad allargare il proprio mercato favorendo gli investimenti Statunitensi in Iran – nelle industrie nucleari e civili – e garantendo inoltre una assistenza, e quindi presenza, militare [10]Iran’s Nuclear Program, Council on Foreign Relations .
 
Centrale Nucleare di Bushehr - Iran
Centrale Nucleare di Bushehr – Iran
 
Negli corso degli anni ’60 gli Stati Uniti assicurarono così all’Iran la fornitura di uranio a basso arricchimento e nel 1967 equipaggiarono il centro di ricerca TNRC (Tehran Nuclear Research Center) appena inaugurato con un reattore nucleare alimentato ad uranio arricchito.
 
L’anno seguente venne firmato dall’Iran il trattato di non proliferazione (NPT), che venne in seguito riconfermato e l’Iran accettò che il proprio programma nucleare potesse essere sottoposto a verifica dall’IAEA (International Atomic Energy Agency).
 
Negli anni ’70 , lo Scià annunciò di volere raggiungere una alta produttività energetica ricorrendo alle centrali nucleari. La Francia e la Germania si unirono agli Stati Uniti per concludere importanti affari in Iran – come la costruzione di centrali nucleari e la fornitura di centrifughe, reattori, uranio e plutonio – il cui giro d’affari ammontava a diversi miliardi di dollari. Gli Stati Uniti firmarono una direttiva a favore della collaborazione USA-Iraniana per l’estrazione del plutonio, al fine di permettere all’Iran di padroneggiare il ciclo completo dell’atomo, accettando di conseguenza i rischi di proliferazione che tale accordo poteva implicare.
 
Nel 1979 si compie la Rivoluzione Iraniana o Rivoluzione Islamica. Lo Scià viene rovesciato con il suo governo filo-americano e l’Iran può intraprendere con Khomenei una politica autentica e liberarsi dalla condizione di dipendenza o sottomissione alle potenze occidentali riappropriandosi della propria sovranità. Gli Stati Uniti mal accolsero la svolta indipendentista e si allontanarono immediatamente dall’Iran e dai loro impegni contrattuali, interrompendo così i lavori e facendo pressioni affinché anche gli altri stati (per esempio la Francia) rinunciassero a una collaborazione con l’Iran. Non vennero dunque rispettati da parte degli Stati Uniti tutti gli accordi contrattuali nonostante l’ingente anticipo versato dagli iraniani alle corporazioni statunitensi ed europee.
 
L’Iran dunque continuò, nel corso degli anni ’80, per proprio conto a svolgere il suo programma nucleare ad uso civile, mentre nel frattempo venivano cercate soluzioni per risolvere i problemi di inadempienza delle potenze occidentali.
 
Negli anni ’90 l’Iran ottenne assistenza da Argentina, Russia e Cina, i quali contribuirono a fornire uranio e reattori, nonostante le pressioni Statunitensi affinché ciò non avvenisse.
 
Nel 2002 le potenze occidentali scoprirono che vi erano in Iran due siti nucleari sconosciuti accrescendo i sospetti sulla possibilità di un tentativo di armamento nucleare iraniano e di violazione di NPT. Tuttavia, non solo i sospetti si rivelarono infondati poiché l’Iran non aveva violato nessuna normativa internazionale (non era obbligata, dato lo stadio non avanzato di sviluppo dei nuovi siti, a informare l’IAEA), ma vennero autorizzati i controlli dell’IAEA che conclusero nel 2003 che, nonostante non fosse in grado di eliminare la possibilità che il programma nucleare iraniano fosse solo civile, non vi erano prove di una attività militare nucleare.
 
L’Iran propose spontaneamente agli Stati Uniti un accordo di massima trasparenza e collaborazione e quindi di sospensione dell’arricchimento dell’uranio, come misura atta alla costruzione di un rapporto di fiducia, richiedendo naturalmente che le sanzioni imposte all’Iran fossero sollevate. Tale proposta fu rifiutata dall’amministrazione Bush che decise invece di aumentare le pressioni. Seguirono allora altre proposte di accordo con l’EU-3 (Regno Unito, Francia e Germania), che si rivelarono essere troppo sbilanciate a favore di questi ultimi: volevano l’Iran in una posizione di eccessiva dipendenza.
 
Nel 2006 allora, gli USA, la Russia e la Cina si unirono all’EU-3 diventando i P5+1 e, nel corso di questi anni fino ad oggi, cercarono di negoziare trovando una soluzione che accontentasse entrambe le parti: l’Iran deve fornire ulteriori garanzie di non perseguire un armamento nucleare mentre la controparte si impegna a rimuovere le sanzioni. La volontà di autonomia dell’Iran e le poco legittime nuove sanzioni imposte da USA ed Europa complicarono la possibilità di un’intesa, prolungando le negoziazioni fino ad oggi [11]History of Official Proposals on the Iranian Nuclear Issue, Arms Control Association .

POTENZE NUCLEARI E TRATTATI INTERNAZIONALI

“Hanno forse salvato [le armi nucleari] l’Unione Sovietica dal collasso e dalla disintegrazione? Hanno forse aiutato gli Stati Uniti nel prevalere in Iraq o in Afghanistan? Gli armamenti nucleari appartengono al XX secolo. Noi viviamo in un nuovo secolo […] L’energia nucleare non può essere messa sul piano degli armamenti nucleari. Questo è un disservizio alla società dell’uomo.” — Mahmud Ahmadinejad
L’Iran è uno stato membro dell’IAEA e firmatario del Trattato di non proliferazione (NPT). Il NPT comporta degli impegni che, dunque, l’Iran ha liberamente deciso di sostenere.
 
Vi sono 3 paesi al mondo non firmatari del NPT: Israele, India e Pakistan. Si tratta di 3 potenze nucleari riconosciute dalla Federation of American Scientists [12]Status on World Nuclear Forces, FAS . All’interno del NPT vi sono invece 5 potenze nucleari riconosciute: Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia.
 
Le linee guida del trattato che gli stati firmatari devono seguire possono essere racchiuse nei punti [13]The Nuclear Non-Proliferation Treaty, Foreign Affairs, Trade and Development Canada
  1. Non-proliferazione
  2. Disarmo
  3. Diritto all’uso pacifico dell’energia nucleare
La Nonproliferazione riguarda le nazioni che non sono potenze nucleari e che sono tenute a non perseguire gli armamenti atomici. Il Disarmo riguarda invece le potenze nucleari in possesso di armi di distruzione di massa e che sono tenute ad attuare un programma di smantellamento degli arsenali, nonostante tale direttiva sia ritenuta vaga dai Paesi Non Allineati. Il Diritto all’uso pacifico della tecnologia nucleare spetta – o almeno dovrebbe spettare – a tutte le nazioni.
 
Firmato nel 1970, il NPT non è stato seguito “alla lettera” dalle maggiori potenze mondiali. Il seguente video dimostra il grande impegno americano sotto l’NPT dimostrato dal 1970 ad oggi.
 
Per quanto riguarda la regione medio-orientale possiamo affermare vi sia un’unica potenza nucleare: Israele, una nazione avversa all’Iran e in qualche momento vicina ad attaccare militarmente la Repubblica Islamica. D’altra parte, vi sono stati sforzi da parte delle nazioni regionali per promuovere l’idea di un medio-oriente nuclear weapons free. L’impegno iraniano in questa direzione è testimoniato anche dall’accordo siglato nel 1999 dal presidente Khatami con l’Arabia Saudita con l’ulteriore obbiettivo di denunciare la non conformità del programma israeliano con i trattati internazionali [14]Timeline of Iran’s Nuclear Activities, The Iran Primer .
 
Tuttavia, sebbene non sia chiara la ragione, gli Stati Uniti – seguiti dai loro alleati atlantici – hanno imposto sanzioni economiche all’Iran, fin dalla Rivoluzione, momento in cui l’Iran è divenuto finalmente indipendente dalle potenze occidentali. Le sanzioni, imposte sotto varie accuse come la non trasparenza del programma nucleare, hanno a partire da allora colpito la popolazione iraniana. Come denunciato anche da Nature [15]Health care: Medical supplies in Iran hit by sanctions, Nature  un effetto è stato quello di impedire la cura di gravi malattie in Iran. Questi fatti hanno scatenato un dibattito circa la legalità di tali sanzioni e di una eventuale violazione dei diritti umani, come denunciato dal presidente iraniano H. Rouhani [16]Rouhani calls sanctions against Iran illegal and crime against humanity, CNN . Il fatto sorprendente è che contrariamente al caso iraniano, il programma nucleare israeliano – dimostratosi tutto meno che pacifico oltre che condotto fuori dai trattati internazionali – non ha prodotto alcuna delibera di sanzioni.

MOTIVAZIONI POLITICHE

Netanyahu e la bomba da fumetto
Netanyahu e la bomba da fumetto
 
Vi sono sostanzialmente due posizioni nei riguardi del programma nucleare iraniano: una, sostenuta dal blocco occidentale (USA, UE, Israele) ritiene che l’Iran stia cercando di procurarsi armi nucleari per fini più o meno imprecisati ma non pacifici; l’altra, sostenuta dall’Iran e appoggiata dal resto del mondo e in particolare dai BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) e dai NAM (Movimento dei Non Allineati), ritiene che l’Iran stia realmente attuando un programma nucleare pacifico.
La probabilità che la seconda posizione sia più vicina alla verità e che la prima sia frutto di una propaganda politico-mediatica sono accertate da una serie di motivazioni, punti oscuri e doppi standard.
 
Le motivazioni vere e proprie possono essere riassunte come segue.
  • Motivazione religiosa. Per l’Iran il possesso o l’utilizzo della bomba nucleare è haram, ovvero proibito e immorale poiché contro il volere di Dio: ciò è stato confermato con una fatwa (una forma di sentenza) dalla Guida Suprema. Inoltre la produzione e l’uso di armi di distruzione di massa è stato più volte condannato pubblicamente dall’Imam. Si deve tenere conto che, in Iran, la fede in Dio e il rispetto della religione sono indissolubilmente legati alla politica, ciò spiega perché la motivazione religiosa non sia trascurabile.
  • Motivazioni internazionali. Lo scenario “da fumetto” promosso in particolare dai politici e dai media delle potenze atlantiche (USA, UE, Israele) secondo cui l’Iran, mosso uniformemente da sentimenti malvagi, cercherebbe di ottenere un armamento nucleare per spazzare via Israele, è altamente improbabile e non può che rivelare quindi una natura propagandistica. Qualora infatti questo scenario si avverasse, l’Iran comprometterebbe le sue relazioni internazionali e perderebbe l’appoggio di praticamente tutte le nazioni mondiali (poiché è indubbio che davanti a un attacco di quelle dimensioni senza preavviso e non in un contesto di difesa l’atto sarebbe considerato criminale da chiunque), gli verrebbe immediatamente dichiarata guerra e rischierebbe a sua volta di essere bombardato dalle testate nucleari Israeliane, Statunitensi ed Europee e cancellato dalle mappe. Anche i BRIC si allontanerebbero dall’Iran condannandone l’azione, a meno di non entrare in una guerra mondiale, cosa questa che nessuna potenza emergente vorrebbe. Inoltre l’Iran è ben consapevole di non avere le forze militari necessarie per resistere da solo alla guerra che seguirebbe da tale grave azione, né tantomeno, data l’assenza di test nucleari sulle bombe in presunta costruzione, potrebbe affidare un attacco così determinante a una tecnologia insicura.
  • Motivazioni interne. Se, per amor di discussione, una testata nucleare dovesse essere usata dall’Iran per un attacco, il governo perderebbe immediatamente un enorme parte del consenso popolare e verrebbe suscitato uno sconforto generale che potrebbe portare senza difficoltà a una rivoluzione politica se non civile. Sarebbero infatti considerati gravi dal popolo e dalle opposizioni politiche l’ingiustizia dell’atto e il fatto di aver trascinato con la violenza l’Iran alla soglia di una guerra insormontabile, se non addirittura nucleare con altri paesi. Tornando alla realtà, se è vero che l’Iran  punta a favorire soltanto un programma nucleare pacifico che mira ad accrescere l’economia e i vari settori civili e a diventare una potenza medio-orientale in grado di esprimere pienamente le proprie capacità, l’accertamento di un programma militare nucleare o addirittura l’uso di una testata nucleare comprometterebbe gravemente questo progetto.
Dalla storia del nucleare in Iran e dalle sue prime collaborazioni con il blocco occidentale si evince che il programma nucleare – e con questo anche la possibilità di una produzione di armi nucleari iraniane (dubbi sulla natura pacifica del programma dello Scià sono recentemente emersi [17]The Shah’s plan was to build bombs, New Stateman ) – veniva accettato fin tanto che l’Iran fosse stato sotto l’influenza degli USA. L’opposizione al programma nucleare iraniano non era e non è dunque assoluta ma soltanto relativa alle dinamiche egemoniche di USA-Israele-UE e ai loro interessi, senza tenere conto  degli interessi di un paese in via di sviluppo come l’Iran, o della volontà del suo popolo. Questo fatto mette il luce l’applicazione di doppi standard.
 
I principali esempi di applicazione di doppio standard sono identificabili ad oggi nei seguenti punti.
  • Israele. Israele sviluppa fin dagli anni 60 armamenti nucleari attuando una politica di “ambiguità nucleare” [18]The Quiet Bomb, New York Times [19]Vague, Opaque and Ambiguous: Israel’s Hush-Hush Nuclear Policy, New York Times . Gli esperimenti nucleari condotti da Israele sono avvenuti senza la supervisione della comunità internazionale e sollevando numerose perplessità sulla loro legalità. Inoltre, Israele non partecipa al Trattato di Nonproliferazione e si è dimostrato spesso belligerante e minaccioso utilizzando anche di armi proibite. Eppure, le potenze occidentali si sono dimostrate estremamente permissive nei suoi confronti: Israele è il caso più lampante di doppio standard.
  • USA. Gli Stati Uniti sono una potenza nucleare riconosciuta sotto il NPT. Il trattato prevederebbe che gli stati nucleari si impegnassero nel disarmo. Tuttavia, gli USA dispongono ad oggi di oltre 7000 testate nucleari [20]Status on World Nuclear Forces, FAS e la spesa militare del governo americano in ambito nucleare sembra essere aumentata [21]US Increases Nuclear Weapons Spending, Violates the Nuclear Nonproliferation Treaty, Global Research . Nonostante ciò, la pressione internazionale sul programma nucleare Statunitense è minima, se non trascurabile. Si tratta di un altro chiaro esempio di doppio standard sull’applicazione di leggi internazionali in apparenza chiare e imparziali.
Considerando tutti questi aspetti, la tesi di un Iran che corre verso la bomba nucleare per farla detonare e delle potenze occidentali che possono fermare questo pericolo, non sembra essere soddisfacente e sufficientemente seria. Piuttosto che in un atto di eroismo e di difesa dalla minaccia, la cause dell’opposizione occidentale al programma nucleare civile iraniano sono da ricercarsi invece sul piano economico e geopolitico a lungo termine.
 
Alle potenze occidentali interessa tenere l’Iran in una posizione di difficoltà al fine di impedire un suo sviluppo troppo rapido. Un Iran forte e indipendente rappresenta infatti un problema: è un ostacolo alla politica estera statunitense nel medio-oriente[22]West afraid of Iran’s resistance not nuclear bomb: Araghchi, Mehr News . È probabile che USA e alleati abbiano piani a lungo termine in medio-oriente (considerando le guerre intraprese e l’importante investimento economico e militare) e non possono quindi accogliere di buon animo una nuova potenza emergente che faccia loro da contrappeso politico. Data la posizione geografica dell’Iran e la sua vicinanza politica e ideologica con i BRIC e i NAM, una sua fioritura rappresenterebbe inoltre un ulteriore cambiamento nell’equilibrio mondiale, segno di un occidente in difficoltà davanti all’emergere di una nuova realtà internazionale, non più disposta ad accettare dimessamente le pretese delle vecchie potenze, ma che instaura un dialogo tra pari.
 
L’occidente ricorre dunque, anche di recente[23]New Illegal Sanctions by EU, Mehr News alle sanzioni per ritardare l’accadere di questa eventualità. Le sanzioni sono, per quanto molto discutibilmente, giustificate dalla constatazione di un programma nucleare ambiguo. La trasparenza e la piena collaborazione iraniana sul suo programma, come proposto dall’Iran ai nuclear talk P5+1, permetterebbe di accertare le intenzioni pacifiche del suo programma nucleare e di conseguenza la rimozione delle sanzioni. L’assenza di sanzioni implicherebbe l’accelerazione dello sviluppo nucleare ad uso civile e indipendenza energetica, quindi una rapida crescita economica e nuovi sbocchi a livello internazionale: l’Iran potrebbe compiere un concreto passo in avanti.
 
È dubbio dunque che USA-Israele-UE temano realmente la belligeranza iraniana quanto invece la possibilità che l’Iran diventi un polo fiorente e importante per il medio oriente. Paradossalmente infine sarebbe per loro preferibile che l’Iran stia veramente cercando di conseguire la “bomba atomica” (si parlò dell’operazione Merlin della C.I.A. che sarebbe avvenuta nel 2000 per fornire all’Iran piani fallaci per la costruzione di unarma nucleare [24]Operation Merlin, Wikipedia ) così da intervenire preventivamente attraverso nuove sanzioni, se non militarmente.

MEDIA E PROPAGANDA OCCIDENTALE

Il programma nucleare iraniano gode del sostegno non solo dei Paesi Non Allineati (NAM) ma anche di alcune potenze detentrici di armi nucleari come Russia e Cina. Il fatto innegabile che la quasi totalità del pianeta supporti l’Iran e i suoi diritti rende l’intera costruzione mediatica un imbarazzante caso di propaganda occidentalista.
 
Data l’assenza di fatti che incolpino l’Iran di una qualsiasi violazione dei trattati internazionali, alcuni capi di stato occidentali, aiutati dagli organi di informazione di massa, hanno promosso l’idea di un Iran avverso all’occidente. In un discorso del 2002 G. W. Bush ha inserito l’Iran in un improbabile “asse del male” costituito da paesi che, accusati di perseguire l’acquisizione di armi di distruzione di massa, si suppone presentino una grave minaccia per gli Stati Uniti. Tra di essi anche l’Iraq di Saddam Hussein attaccato nel 2003 sotto tale pretesto successivamente smentito dagli stessi informatori del governo USA [25]Defector admits to WMD lies that triggered Iraq war, The Guardian .
 
Di rilievo – nel discorso della propaganda occidentalista – è la posizione iraniana sulla questione israelo-palestinese. Se è vero che la Repubblica Islamica ha rapporti difficili con Israele per via dei territori illegalmente occupati in Palestina (Cisgiordania e Striscia di Gaza) e in Siria (Alture del Golan), la retorica delle autorità iraniane sulla questione è stata intenzionalmente deformata a più riprese, nell’ottica di una demonizzazione dell’Iran. Esemplare è il caso della frase pronunciata da Mahmud Ahmadinejad nel 2005
“Il nostro caro imam (Khomeini) disse che questo regime di occupazione di Gerusalemme (Qods) deve scomparire dalle pagine del tempo.” — Mahmud Ahmadinejad
Questa frase pone in questione una problematica reale – l’occupazione israeliana di Gerusalemme Est – denunciata come una violazione del diritto internazionale dall’ONU [26]Resolution 476, UN , Amnesty International [27]Israel/Occupied Palestinians Territories, Amnesty International e – fra gli altri – Human Right Watch [28]Israel: Stop East Jerusalem Home Demolition, HRW . Basandosi su quanto riportato da Nazila Fathi  [29]Did Ahmadinejad really say Israel should be “wiped off the map”?, Washington post , corrispondente a Tehran del New York Times, i media occidentali hanno riportato la frase come
“Israele deve essere spazzato via dalla mappa del medio-oriente.” — Nessuno
Naturalmente – secondo i media – con la bomba atomica. L’assurdità della tesi della propaganda occidentalista emerge dal fatto che l’Iran si ritroverebbe a colpire milioni di palestinesi propri alleati oltre che a distruggere la terza più importante città santa per il mondo islamico.

Anche importanti leader politici non si sono fatti problemi a riportare una notizia falsa ed usarla a fini retorici. Per esempio, il presidente degli Stati Uniti B. Obama ha citato la frase in un discorso alle Nazioni Unite nel 2011 [30]Remarks by President Obama in Address to the United Nations General Assembly, The White House
“Israele, una piccola nazione con meno di 8 milioni di abitanti, vive in un mondo dove dei leader di nazioni più grandi minacciano di spazzarlo via dalla mappa.” — Barak Obama
La retorica israeliana è stata ancora meno intellettualmente onesta, se possibile. Il presidente Benjamin Netanyahu ha accusato l’Iran di essere uno stato criminale che mira ad un nuovo Olocausto.
 
Eppure, la posizione iraniana su una possibile risoluzione del problema israeliano è sempre stata chiara [31]Did Ahmadinejad really say Israel should be “wiped off the map”?, Washington post :
“La proposta della Repubblica Islamica per risolvere il problema palestinese e guarire questa vecchia ferita è una chiara e logica iniziativa basata su concetti politici accettati dall’opinione pubblica mondiale ed è stata già presentata in dettaglio. Noi non suggeriamo di lanciare una guerra con gli eserciti dei paesi islamici o di gettare ebrei in mare o di passare attraverso la mediazione di organismi internazionali. Proponiamo di indire un referendum con la partecipazione del popolo palestinese. La nazione palestinese, come ogni altra nazione, ha il diritto di determinare il proprio destino e di eleggere il sistema di governo del paese.” — Ali Khamenei
Un referendum, dunque. La Guida Suprema ha aggiunto che [32]Did Ahmadinejad really say Israel should be “wiped off the map”?, Washington post
“I rifugiati palestinesi devono ritornare [alla propria terra] e Musulmani, Cristiani ed Ebrei devono poter scegliere il loro governo, con l’esclusione dei coloni israeliani.” — Ali Khamenei
Un referendum che escluda i coloni ebrei – non gli ebrei palestinesi – in quanto illegalmente insediati, è vero, ma questo suona molto diverso dalla minaccia nucleare paventata dai media occidentali.
 
La manipolazione di informazioni sul caso del programma nucleare iraniano (e più in generale sull’Iran) è avvenuta costantemente in occidente. Nel 2011 un report della IAEA è stato pubblicato da alcuni governi senza il permesso dello stesso Consiglio con l’obbiettivo di influenzare l’opinione pubblica attraverso una campagna mediatica [33]Russia: UN report on Iran nuclear program is biased, unprofessional, Haaretz . Come denunciato da Grigory Berdennikov, rappresentante russo della IAEA,
“[…] è spiacevole che nel contesto dell’assenza di prove convincenti ci siano state assunzioni e sospetti  e manipolazioni di informazioni al fine di produrre l’impressione di una componente militare nel presente programma nucleare iraniano.” — Grigory Berdennikov
Definito da Berdennikov come “difficilmente considerabile professionale o imparziale”, il rapporto non conteneva, in ogni caso, alcuna evidenza nè rappresentava un nuovo dato sulla questione.

CONCLUSIONI

La situazione può essere presentata come segue. Viviamo su uno strano pianeta. Un pianeta dove la più potente nazione è anche la nazione con il più grande arsenale atomico e l’unica ad averlo usato concretamente contro di un nemico. Tuttavia, in quella piccola landa del globo viene raccontato che vi sono nazioni che rappresentano una minaccia per l’umanità in quanto, secondo una teoria del complotto senza evidenza alcuna, si starebbero forse dotando di una arma nucleare. Questo, nonostante i governi di tali stati si siano regolarmente sottoposti a tutti i controlli internazionali e abbiano sottolineato l’incompatibilità di tali armi di distruzione di massa con i principi delle loro nazioni. Non è chiaro come questo possa presentare realmente un pericolo, né il motivo per cui queste piccole nazioni dovrebbero attaccare i loro nemici esponendosi al fuoco incrociato di migliaia di testate nucleari, firmando la propria disfatta. Tuttavia, è chiaro che vi siano motivazioni politiche per cui queste piccole nazioni debbano rimanere piccole, dipendenti e servili nei confronti delle grandi potenze.
References   [ + ]
1, 14.Timeline of Iran’s Nuclear Activities, The Iran Primer
2, 12, 20.Status on World Nuclear Forces, FAS
3, 21.US Increases Nuclear Weapons Spending, Violates the Nuclear Nonproliferation Treaty, Global Research
4, 15.Health care: Medical supplies in Iran hit by sanctions, Nature
5.Lost in translation, Diruz
6.Dan Meridor: We Misquoted Ahmadinejad, Aljazeera
7.Imam Khamenei’s Fatwa Prohibits Nuclear Weapons and Weapons of Mass Destruction, Press TV, You Tube
8.CIA Admits it Masterminded Iran’s 1953 Coup, Russia Today
9.The C.I.A. in Iran, The New York Times
10.Iran’s Nuclear Program, Council on Foreign Relations
11.History of Official Proposals on the Iranian Nuclear Issue, Arms Control Association
13.The Nuclear Non-Proliferation Treaty, Foreign Affairs, Trade and Development Canada
16.Rouhani calls sanctions against Iran illegal and crime against humanity, CNN
17.The Shah’s plan was to build bombs, New Stateman
18.The Quiet Bomb, New York Times
19.Vague, Opaque and Ambiguous: Israel’s Hush-Hush Nuclear Policy, New York Times
22.West afraid of Iran’s resistance not nuclear bomb: Araghchi, Mehr News
23.New Illegal Sanctions by EU, Mehr News
24.Operation Merlin, Wikipedia
25.Defector admits to WMD lies that triggered Iraq war, The Guardian
26.Resolution 476, UN
27.Israel/Occupied Palestinians Territories, Amnesty International
28.Israel: Stop East Jerusalem Home Demolition, HRW
29, 31, 32.Did Ahmadinejad really say Israel should be “wiped off the map”?, Washington post
30.Remarks by President Obama in Address to the United Nations General Assembly, The White House
33.Russia: UN report on Iran nuclear program is biased, unprofessional, Haaretz

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