Un ateneo islamico in Italia

 
 
La religione islamica come ispiratrice degli studi universitari, un ateneo piantato nel cuore dell’Europa mediterranea che nasce per orientare la conoscenza alla luce dell’Islam; ma anche un’iniziativa che desta qualche perplessità per le implicazioni al fondamentalismo religioso. A Lecce è partito un progetto per fare nascere nel capoluogo salentino la prima università islamica d’Italia. Se ne è fatto promotore Giampiero Khaled Paladini, imprenditore italiano divenuto musulmano e deciso a portare avanti l'iniziativa.
 
«Sarà l’equivalente dell’università Cattolica di Milano ma in chiave islamica» afferma Paladini, citato dal "Corriere della Sera". Il primo passo prevede la nascita di facoltà a orientamento umanistico: filosofia, lettere e teologia. «Ma la nostra non vuole affatto essere una scuola per imam» premette l’imprenditore. La domanda al ministero della pubblica istruzione per ottenere il riconoscimento non è stata ancora presentata e l’iter si annuncia lungo. Dal Miur, invece fanno sapere che non esistono particolari ostacoli alla nascita di una università a carattere confessionale privata: l’importante è che siano rispettati i paletti della legge già in vigore in tema di accreditamento dei programmi e dei docenti.
 
In attesa della procedura ministeriale Paladini si è già mosso per trovare una casa all’ateneo e l’ha individuata nell’ex manifattura tabacchi di lecce, un complesso industriale progettato a suo tempo dall’architetto Pierluigi Nervi e in stato di abbandono dagli anni ’80. L’attuale proprietario è una società immobiliare di Milano che avrebbe voluto farne un centro commerciale, ma che si è arenata per difficoltà economiche. La trattativa sarebbe a un passo dal compromesso di acquisto per una cifra di 7 milioni di euro, garantiti secondo Paladini da due «fondi caritatevoli» islamici, i soggetti che in tutto il pianeta finanziano la costruzione di moschee e centro culturali. Uno dei due, anche se il diretto interessato non conferma, sarebbe un fondo basato in Qatar.
 
L’interrogativo è scontato: in diverse aree del pianeta le università islamiche hanno preparato il terreno culturale a movimenti estremisti ma Khaled Paladini assicura che così non sarà a Lecce: «Al contrario, il fatto che l’iniziativa nasca all’insegna della trasparenza è garanzia del fatto che derive fondamentaliste saranno escluse. L’ateneo vuole solo essere un’occasione di studio della cultura islamica in un’area dove Occidente e Oriente hanno storicamente punti di contatto. Se in Puglia la nostre iniziativa dovesse risultare non bene accetta, pazienza. Ci sposteremo in Sicilia, dove ho ottimi legami e dove le occasioni per dare vita al progetto non mancheranno». Per la verità, se si eccettua la scontata e decisa opposizione del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, le reazioni del campo politico specie quello locale, sono state attendiste. Il Pd di lecce, ad esempio, chiede di saperne di più, ma non si mostra pregiudizialmente contrario. Anche alcuni docenti dell’università di Lecce hanno espresso apprezzamenti.
 
Giampiero Khaled Paladini, leccese di nascita, è titolare della Confime (confederazione imprese meridionali), consorzio con sedi a Roma e Taormina specializzato in rapporti commerciali con paesi del Medio Oriente.
 
L’università islamica di Lecce sarebbe la prima del suo genere in Italia, ma in Europa esistono già esperienze di questo tipo. A parte i numerosi centri di studi legati alle università, il precedente più assimilabile è quello dello IESH (Institut européen de sciences humaines) che ha due sedi in Francia, a Parigi e a Saint Leger de Fougeret: anche in questo caso si tratta di un ateneo a orientamento umanistico, islamico, privato e totalmente finanziato dalle donazioni dei «fondi caritatevoli» sparsi in tutto il mondo.
 
 
 

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