Montesquieu oggetto della discordia. Le polemiche sulla separazione dei poteri in Iran tra Rohani e gli ultraconservatori

Montesquieu, teorico della separazione dei poteri


 

di Ali Reza Jalali

 

In un suo recente discorso – lunedì 8 dicembre 2014 – in occasione di una ricorrenza riguardante la lotta alla corruzione nel settore pubblico, il presidente iraniano Hassan Rohani ha espresso dei concetti che hanno particolarmente irritato gli ultraconservatori della Repubblica Islamica.

Rohani ha espresso preoccupazione per il livello di corruzione negli uffici pubblici auspicando una seria lotta in questo ambito, per debellare uno dei mali che attanaglia l’Iran da diverso tempo, la corruzione appunto. Fino a qui nulla di strano: quando però alle orecchie degli intellettuali e dei politici ultraconservatori sono arrivate un’altra parte delle affermazioni presidenziali, allora la situazione è cambiata.

Infatti il leader moderato ha chiaramente ricollegato il fenomeno della corruzione nel settore pubblico al problema dell’eccessiva concentrazione di potere nelle meni di un singolo organo o di una singola persona all’interno delle istituzioni iraniane.

Apriti cielo; gli ultraconservatori oppositori dell’esecutivo non l’hanno presa bene per due motivi. Da un lato il riferimento del presidente sembrerebbe celare un attacco indiretto alla Guida Ali Khamenei, d’altro canto i riferimenti fatti a una teoria, quella della separazione dei poteri, ha ricordato molto uno dei grandi teorici del costituzionalismo e del liberalismo, il francese Montesquieu.

Sul primo punto bisogna dire che effettivamente Rohani ha esplicitamente chiamato in causa Khamenei, dicendo che in base alla Costituzione, l’Assemblea degli Esperti – organo collegiale eletto a suffragio universale ogni otto anni – è stata voluta dallo stesso fondatore della Repubblica Islamica, l’Imam Khomeini, per supervisionare l’operato della Guida.

Rohani ha poi aggiunto che senza supervisioni, bilanciamento dei poteri, controlli reciproci, pesi e contrappesi e infine senza la separazione dei poteri un sistema istituzionale rischia di degenerare in un modello con un alto tasso di corruzione, derivante dall’eccessivo concentrarsi di potere nelle mani di un solo organo.  

Per far capire meglio il suo concetto – evidentemente anche questo esempio non è stato preso bene dagli ultraconservatori – Rohani ha anche fatto l’esempio del Ministero delle Informazioni (servizi segreti), che fu progettato agli albori della Rivoluzione del ’79 sotto forma di un ministero proprio per dare la possibilità al parlamento di supervisionare il suo operato, senza ingerenze di apparati militari; un altro indiretto attacco a organi vicini agli ultraconservatori.

Contro le esternazioni eccessivamente liberali di Rohani, che parla di un sistema di pesi e contrappesi riferendosi alla Guida della Rivoluzione, ovvero secondo una interpretazione radicale del principio del “governo del giurisperito islamico” (1), colui il quale sarebbe legittimato da Dio a governare la comunità islamica, si sono scagliate le voci della intellighenzia ultraconservatrice di Tehran.

Parole di fuoco sono arrivate da un articolo firmato dal giurista Abolfazl Emami, vicino agli ultraconservatori, che sul sito 598.ir, ostile al governo, ha scritto: “Sig. Rohani! Se la teoria della separazione dei poteri non fosse supportata dal principio islamico della taqwa (2), base del pensiero politico nell’Islam e nel Corano, non credo che si andrebbe molto lontani nella lotta alla corruzione.” (3)

In pratica le critiche a Rohani muovono dal presupposto che egli abbia preso a modello un pensiero di matrice occidentale e liberale e abbia in questo modo sminuito i principi islamici, ritenuti dagli ultraconservatori sovraordinati a ogni aspetto dell’esistenza.

Questa in realtà è solo una delle ultime polemiche tra riformisti e conservatori riguardante le teorie sulla forma di Stato in Iran e una corretta interpretazione dei principi fondamentali dell’ordinamento iraniano, polemica che si inserisce nella lunghissima discussione, ormai secolare, tra modernisti e tradizionalisti in tutto il mondo islamico.   

 

1-      Ali Reza Jalali, Che cosa vuol dire Repubblica Islamica? http://www.eurasia-rivista.org/il-mediterraneo-tra-leurasia-e-loccidente/15690/


Commenti