Sabato 14 febbraio 2015
l’Associazione Islamica degli Studenti di Milano, ente che riunisce molti
studenti universitari iraniani residenti nel capoluogo lombardo e nelle città
limitrofe, ha organizzato una conferenza riguardante i media italiani e la copertura
delle notizie riguardanti l’Iran. L’incontro pubblico è durato alcune ore e ha
visto l’intervento di Ali Reza Jalali, studioso e saggista, nonché presidente
del Centro Studi Internazionale “Dimore della Sapienza”, il quale ha introdotto
l’argomento della conferenza con un accenno alla storia dei media italiani e
l’influenza in essi dei partiti e delle fazioni politiche.
Una parte
dell’intervento è stato dedicato poi all’importanza delle lobby e dei gruppi di
pressione nel panorama mediatico italiano, sottolineando come oltre ai media di
partito, che ufficialmente si fanno portavoce di una certa visione politica, vi
sono innumerevoli media che si presentano come formalmente indipendenti, ma che
in realtà operano per conto di interessi economici e politici precisi. Ali Reza
Jalali ha poi continuato il suo intervento, alternando la relazione con una
interazione col pubblico, sottolineando come i media italiani hanno riportato
lungo gli ultimi decenni le notizie riguardanti l’Iran, suddividendo il
dibattito in due fasi storiche: la prima delineata dal passaggio dal Regno alla
Repubblica Islamica dell’Iran, quindi a cavallo del 1979.
Questa fase è stata
caratterizzata da un’alternanza singolare delle notizie, ovvero da un passaggio
da una visione relativamente positiva del regime dello Shah, a una fase, a
ridosso degli eventi del 1979, che portarono alla fine dell’esperienza
monarchica in Iran, in cui i media italiani hanno cercato di sottolineare come
ormai lo Shah fosse indifendibile, soprattutto per le continue violazioni dei
diritti umani e per il massacro dei manifestanti nelle città iraniane. Ma dopo
la Rivoluzione islamica e la salita al potere della fazione religiosa del paese
mediorientale è iniziata una nuova fase, caratterizzata per lo più per una
forte disinformazione basata su alcuni pregiudizi anti-iraniani e
anti-islamici. La seconda fase storica presa in analisi da Jalali è stata
quella del passaggio dal governo di Ahmadinejad a quello di Rohani, dove dopo
una apertura mediatica all’Iran, sono riprese le pesanti campagne di
disinformazione nei media italiani sulle vicende del paese persiano.
Riguardo
alla disinformazione imperante nei media italiani riguardo l’Iran poi sono
stati espressi alcuni esempi, come la vicenda dei disordini post-elettorali in
Iran nel 2009, dove i media in modo unilaterale, hanno voluto incolpare le
autorità iraniane di massacri di civili inermi, quando spesso vi erano delle
azioni violente di taluni facinorosi con legami chiari con le cancellerie
occidentali. Ma c’è da chiedersi il perché di questo astio mediatico contro la
Repubblica Islamica dell’Iran? La risposta deve essere cercata in quelle lobby
che dal 1979 hanno deciso di muovere una guerra condotta attraverso l’economia
e i mezzi di comunicazione di massa contro il popolo iraniano, reo di
percorrere una via indipendente, fuori dalla dominazione diabolica delle
potenze aggressive, le stesse che in nome della democrazia e dei diritti umani
hanno compito i più barbari crimini della storia.
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